Rinnovo del contratto. Grasselli (Fvm): “Contratto presto si, contratto capestro no”
I medici, i veterinari, i farmacisti, i biologici, gli psicologi e i sanitari del Servizio Sanitario Nazionale attendono il rinnovo del contratto da 8 anni. Aldo Grasselli, Presidente della Federazione Veterinari e Medici, definisce "peronista" la proposta di limitare gli aumenti contrattuali alle sole fasce più basse di reddito
10 MAG - "Medici, veterinari, farmacisti, biologi, psicologi e sanitari del Ssn - scrivono in una nota dalla Federazione Veterinari e Medici (FVM) - attendono da 8 anni il rinnovo del contratto e sapranno aspettare la fine della primavera per leggere l’atto di indirizzo annunciato dalla Ministra Madia, ma senza risorse adeguate e senza modifiche ai criteri giuridici del rapporto di lavoro il nuovo contratto servirà a poco. Non darà soddisfazione ai professionisti della salute e non rilancerà la funzione pubblica della sanità".
"Non merita commento la proposta “peronista” di limitare gli aumenti contrattuali alle sole fasce più basse di reddito, occorre però osservare – dichiara
Aldo Grasselli, Presidente di Federazione Veterinari e Medici - che si rivelerebbe un sistema infallibile per far uscire dal Ssn le professionalità migliori che, immediatamente reclutate dalla sanità privata, andrebbero a potenziare ulteriormente la concorrenza degli investitori privati in sanità contro il Ssn. Se il Governo vuole ripristinare la giustizia sociale e ridurre le disuguaglianze favorisca il welfare e una corretta progressività del sistema fiscale con una efficace lotta all'evasione".
"Al Consiglio dei Ministri - conclude il Presidente dei veterinari e medici - che si riunirà a breve per licenziare definitivamente la riforma del Testo Unico sul pubblico impiego, rinnoviamo la richiesta di sopprimere l’articolo 23, comma 1 e 2, che, dopo anni di decurtazione continua, congela al 2016 i fondi aziendali accessori, necessari per la valorizzazione del merito (retribuzione di posizione variabile e retribuzione di risultato), per la costruzione delle carriere professionali di cui all’art. 22 del Patto della salute, e per la remunerazione delle attività disagiate (reperibilità, lavoro notturno e festivo, straordinari). Se non ci saranno queste modifiche, subiremo un’ulteriore riduzione delle retribuzioni Dopo la perdita di potere di acquisto registrata negli anni di blocco contrattuale, se le nostre richieste resteranno inevase, non c’è da aspettarsi un grande consenso dei lavoratori della sanità da qui alle prossime elezioni politiche".
Lorenzo Proia
10 maggio 2017
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