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Piovella (Soi) agli anestesisti: “Non potete abbandonare 557 mila pazienti da operare di caratta”


Così, Matteo Piovella, presidente della Società Oftalmologica Italiana (Soi) risponde ai colleghi anestesisti che due giorni fa hanno denunciato di ricevere troppe richieste di visite preoperatorie o di presenze anestesiologiche non dovute.

10 MAG - Due giorni fa Aaroi-Emac, Siaarti e Siared, che insieme rappresentano i Medici Anestesisti Rianimatori Italiani, avevano denunciato di ricevere troppe richieste di visite preoperatorie o di presenze anestesiologiche non dovute. Richieste che, secondo gli  Anestesisti Rianimatori sarebbero una sorta di “parafulmine”.
 
Una presa di posizione inaccettabile per Matteo Piovella, presidente Soi: “I medici anestesisti - ha detto - inspiegabilmente hanno deciso di abbandonare 557 mila persone che si sottopongono all’intervento con utilizzo di tecnologia avanzata maggiormente eseguito in Italia e che presenta il potenziale maggior rischio di invalidità (la perdita della vista) e dal costo più elevato. Quanto accaduto obbliga ad una immediata presa di coscienza capace di riportare serenità e normalità in un Sistema Sanitario che sempre più si confronta con l’impossibilità di mantenere il suo insostituibile ruolo”.
 
La Soi chiede quindi agli anestesisti di “prendere in carico” i pazienti che si sottopongono ad una operazione di cataratta in modo da stabilire chi può sottoporsi alla operazione adottando una anestesia topica e chi, invece, presenti caratteristiche che richiedono un altro tipo di sedazione.
 
Oggi, sottolinea la Soi "gli interventi di cataratta con complicanze significative e minime, anestesiologiche e non, colpiscono il 3% dei pazienti. Il che significa che, ogni anno, sorgono problemi per oltre 15 mila persone".
 
"A fronte di questa situazione - ha spiegato il  presidente Soi - in tempi non sospetti, la Aaroi aveva organizzato ed approvato delle linee guida condivise con la Soi: Assistenza Anestesiologica in chirurgia oftalmica.  Nelle Linee guida si affermava espressamente: la massima dignità e delicatezza della chirurgia in questione, a prescindere dal regime alberghiero che in nessun modo ne caratterizza la difficoltà. In tal senso, si affermava, che il massimo livello di sicurezza del paziente rappresenti davvero il golden standard di ogni operatore sanitario e come ogni deroga da esso risulti agli scriventi inaccettabile”.
 
Con ciò, secondo Piovella "gli anestesisti italiani affermavano i requisiti imprescindibili al raggiungimento di uno standard al di sotto del quale l’erogazione delle prestazioni non avviene secondo criteri di efficienza, efficacia ed economicità: Primo: l’anestesista presente in sala operatoria per le anestesie oculistiche, siano esse locali o generali, garantisce la sicurezza del paziente e tutela la qualità del lavoro del chirurgo. Secondo :in nessun caso il regime di ricovero può dettare le caratteristiche di assistenza anestesiologica ritenuta necessaria al letto operatorio dettando, di conseguenza i criteri di suddivisione dei pazienti”.

Le conclusioni per la Soi sono chiare: “Lo standard di cura che maggiormente tutela la sicurezza del paziente è la presenza di un medico anestesista per ogni sala operatoria. Nel solo caso di interventi in anestesia topica o per infiltrazione senza la necessità di alcuna sedazione o soltanto con una sedazione minima a scopo ansiolitico, si ritiene accettabile, anche se sub-ottimale, l’utilizzo di un medico anestesista per 2 pazienti su 2 letti operatori distinti, ferme restando tutte le altre precauzioni ed obblighi quali il monitoraggio, la compilazione della scheda anestesiologica, la predisposizione di un accesso venoso preliminare all’esecuzione dell’anestesia”.  
 
A questo punto La Società Oftalmologica Italiana  si chiede cosa sia accaduto: "Per quale ragione gli anestesisti italiani hanno deciso di fare un passo indietro rispetto alla garanzia dei pazienti?". "Sicuramente, la loro scelta non ha alcun fondamento scientifico. In questi ultimi anni - ha continuato Piovella - non è cambiato nulla sotto questo profilo: quindi non è questa la ragione del cambiamento. Forse, l’unico critico cambiamento sta nell’esponenziale incremento del carico di lavoro a cuitutti i professionisti sanitari, compresi gli oftalmologi e gli anestesisti,  sono stati sottoposti in conseguenza dei tagli lineari effettuati da una politica che non è stata in grado di comprenderne gli effetti devastanti per il mantenimento di un sistema adeguato ed efficiente".
 

"Nel momento in cui è obbligatorio affrontare delle criticità capaci di far saltare i principi fondanti del Sistema Sanitario Nazionale - ha aggiunto il presidente Soi - deve essere chiaro a tutti che non si può e non si deve far ricadere sulla qualità delle prestazioni sanitarie, richieste condizionate da motivazioni prettamente economiche incompatibili con il rispetto della deontologia medica capaci di causare un danno aipazienti: soprattutto se imposte da una specialità medica protetta e dotata di esclusiva professionale. Non può  e non deve essere il chirurgo a decidere quale sia il tipo di anestesia più adeguato a quel paziente".
 
Si tratta  per la Soi di "una scelta che deve essere effettuata dall’unico specialista che ha l’esclusivo potere di farlo: l’anestesista. I medici anestesisti non sono uno specialista qualunque che interviene solo se richiesto o necessario: la presa in carico del paziente è un loro tipico, preciso e riservato dovere".

Per Piovella sostenere "che questa richiesta sia un parafulmine esso in atto dai medici oculisti per scaricare delle responsabilità su poveri ignari ed incolpevoli medici anestesisti è a dir poco, una sciocchezza se non una manifestazione della malafede"
 
Concludendo, la Soi dice che questo "documento congiunto allarma tutte le persone di adeguata competenza ed i special modo i 7mila oculisti italiani ed evidenzia una forte confusione da parte delle associazioni che rappresentano gli anestesisti italiani e, ritengo, sia necessario porre un punto di chiarezza"
Per questo chiedono che "si apra una piattaforma di confronto con i rappresentanti degli enti pubblici e privati sanitari finalizzata ad ottenere un adeguato incremento delle risorse di personale medico specialista in anestesia e rianimazione a disposizione delle dotazioni organiche delle relative Unità Operative”.
"Se le associazioni degli anestesisti decideranno di fare la cosa giusta -ha concluso Piovella - potranno contare sempre sul supporto della Società Oftalmologica Italiana al fine di riuscire a rservare a tutte le procedure chirurgiche oculistiche, comprese quelle eseguite in anestesia locale, preventiva visita e valutazione anestesiologica del paziente, operando in presenza attiva del medico anestesista".

Soi, intanto, attende "con urgenza una virtuosa ed efficace presa di posizione da parte dei medici anestesisti idonea a riaffermare gli irrinunciabili principi deontologici che sono da sempre condivisi a tutela dei pazienti oftalmologici, per interrompere ogni attività in itinere di segnalazione, nei confronti delle Autorità preposte,atta a tutelare e sostenere i diritti di tutti i pazienti".

10 maggio 2017
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