I chiropratici italiani dicono no alla prescrizione di farmaci
L'Associazione italiana chiropratici dice "no" alla possibilità per la professione che c'è in alcune parti del mondo di prescrivere farmaci. Dibattito al Congresso del “World Federation of Chiropractic” di Washington. "Visti i rischi di alcuni farmaci - sostiene il presidente dell'Associazione John Williams - appare opportuno che la chiropratica continui a offrire una possibilità ai pazienti: quella di gestire la loro salute in maniera più naturale".
27 APR - Niente farmaci (da prescrivere), ma solo la capacità di cura dei chiropratici. E’ questa in sintesi la conclusione a cui sono giunti i professionisti italiani durante il dibattito internazionale al recente Congresso del “World Federation of Chiropractic” svoltosi a Washington DC (USA) davanti a 1300 delegati chiropratici.
In Svizzera, Liechtenstein e in Usa nel New Mexico i chiropratici possono prescrivere alcuni farmaci. Ma per i professionisti italiani del settore la posizione è chiara: permettere ai pazienti di gestire la loro salute in maniera più naturale, anche senza l'utilizzo dei farmaci.
Il presidente dell’Associazione Italiana Chiropratici,
John Williams, ha partecipato al dibattito internazionale a nome dei dottori chiropratici italiani, ponendosi nettamente dalla parte del “no alla prescrizione di farmaci”.
“Le cure mediche hanno dimostrato di essere più efficaci della chiropratica nella cura di problemi del sistema muscolo-scheletrico? - si chiede Williams - Recenti ricerche hanno dimostrato il contrario. In realtà, infatti, i pazienti sofferenti di dolore alla schiena si ritengono più soddisfatti dei risultati ottenuti con la cura chiropratica, rispetto a quella medica”.
In particolare ecco i tre punti fermi risultati dalla letteratura scientifica internazionale:
- la soddisfazione dei pazienti nei casi di lombalgia, cervicalgia e mal di testa, attraverso la chiropratica è uguale o superiore di altri tipi di cure mediche conservative;
- con la chiropratica il rischio di serie conseguenze collaterali è bassissimo;
- il costo della cura chiropratica è inferiore di altri trattamenti conservativi per problemi come la cervicalgia e la lombalgia.
“Quando si pensa di cambiare un approccio terapeutico, la sicurezza è un elemento fondamentale - continua John Williams - Uno studio del “New England Journal of Medicine” riporta che un paziente su quattro ha sofferto degli effetti collaterali nell'utilizzo degli oltre 3.34 miliardi di confezioni di farmaci prescritti negli Usa nel 2002”.
“I dati e le ricerche internazionali ci rendono dunque ancora più convinti che i chiropratici non abbiano bisogno di prescrivere farmaci - spiega ancora John Williams -. I colleghi che si sono schierati a favore del “si” sostengono che questa possibilità sia coerente con l'attuale concezione della medicina evidence-based, basata cioè sulle prove di efficacia della stessa, e sono convinti che l’intervento chiropratico abbinato al trattamento farmacologico risulterebbe di maggiore efficacia. In verità, esiste pochissima ricerca scientifica al riguardo. Sostengono infine che ci sarebbe una riduzione dei costi, perché tutti i servizi potrebbero essere offerti da un solo professionista”.
In particolare, nelle tre tipologie di farmaci che hanno dato più problemi ai pazienti, ci sono secondo i chiropratici italiani i FANS (farmaci anti infiammatori non steroidei). Il motivo è che questo tipo di farmaci interferiscono con la sintesi delle prostaglandine, sia nell'avvio, sia nella risoluzione del processo infiammatorio.
L’infiammazione - sottolineano i chiropratici - è la risposta del organismo a un'infezione o un danno e quindi si tratta di un evento intrinsecamente benefico che si auto innesca per rimuovere fattori offensivi verso l'organismo e mira a stimolare il ripristino dei tessuti e della loro funzione fisiologica. Lo studio pubblicato sul
New England Journal of Medicine - ricordano ancora - ha concluso che l’uso dei farmaci anti infiammatori potrebbe dunque avere gravi conseguenze gastrointestinali o cardiovascolari nell'1-2% dei pazienti, proprio perché la formazione delle prostaglandine è una risposta del sistema omeostatico.
Secondo l’Associazione Italiana Chiropratici, non è chiaro se i FANS siano efficaci nel trattamento dei dolori dell'apparato muscoloscheletrico, e un altro recente studio, aggiungono, ha condotto una meta-analisi utilizzando i cinque database più importanti (MEDLINE, EMBASE, CINAHL, CENTRAL E LILACS), includendo 35 ricerche “randomizzate” con il “controllo placebo”. Anche questo studio secondo i chiropratici italiani è arrivato alla conclusione che i FANS sono, si, efficaci per il dolore spinale, ma anche che la differenza con gli effetti ottenuti attraverso i placebo non era clinicamente importante.
“Considerando dunque i rischi legati alle cure farmacologiche attraverso i farmaci anti-infiammatori, e la scarsa efficacia dimostrata con la loro applicazione per i dolori del sistema muscolo-scheletrico, - conclude John Williams -
appare opportuno che la chiropratica continui a offrire una possibilità ai pazienti sofferenti di tali problemi; quella di gestire la loro salute in maniera più naturale”.
27 aprile 2017
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