Contratto farmacisti. Ecco le proposte sindacali per il rinnovo dell’accordo con Federfarma: “Vogliamo stessi diritti e trattamenti da Trento a Palermo e un aumento salariale adeguato”
di Atttilia Burke
Il 21 aprile Cgil, Cisl e Uil incontreranno Federfarma nazionale per discutere del nuovo contratto dei farmacisti dipendenti da farmacia privata. L’ultimo rinnovo risale al novembre 2011. Ma per i sindacati occorre “smontare totalmente tutto l'assetto giuridico con cui abbiamo fatto gli ultimi contratti perché la Legge Brunetta ci ha portato indietro di numerosi anni”. E poi, “un aumento salariale che sia in linea con quelle che sono le esigenze attuali”. Ecco le loro proposte anticipate dagli stessi sindacati al nostro giornale
11 APR - Ridare centralità al rapporto negoziale e dunque ai termini del contratto collettivo nazionale del lavoro, prevedere aumenti salariali in linea con quelli dei precedenti rinnovi e con le esigenze attuali, riconoscere la professionalità e dunque l'adeguato inquadramento dei dipendenti, implementare iniziative mirate al welfare e riattivare una ormai dormiente bilateralità, ad esempio in materia di formazione.
Dall’ultimo rinnovo del contratto dei farmacisti privati (14 novembre 2011), queste le principali richieste che Cgil-Filcams, Uil-Tucs e Cisl-Fisacast porteranno al tavolo durante l'incontro con la Federfarma nazionale, previsto per il prossimo 21 aprile. A riferire i temi di punta attorno ai quali ruoterà l'incontro ormai alle porte sono le stesse sigle sindacali che abbiamo sentito in questi giorni e che hanno deciso di anticipare al nostro giornale quali saranno le loro proposte e la loro strategia per rinnovare l’accordo con Federfarma.
Il punto chiave? Secondo la Cgil-Filcams è “smontare totalmente tutto l'assetto giuridico con cui abbiamo fatto gli ultimi contratti perché la Legge Brunetta ci ha portato indietro di numerosi anni – afferma
Patrizia Di Berto - Quando il contratto definisce una regola riconosciuta dalle parti in quanto “frutto di una mediazione”, poi quella regola deve essere centrale, ovvero non può essere modificata in corso d'opera da incursioni legislative o provvedimenti. Il Ccnl è un contratto le cui caratteristiche devono essere mantenute tali e costituisce il minimo di diritti e tutele garantiti a tutti i lavoratori, dal Trentino all'ultima isola della Sicilia”.
Un secondo elemento su cui concordano tutte le sigle, è “indubbiamente la necessità di un aumento salariale che sia in linea con quelle che sono le esigenze attuali”, afferma
Giovanna Catizone, Cisl-Fisacast. D'altra parte “il riconoscimento economico non sarà stratosferico - sottolinea Di Berto - nessuno parla di milioni, ma bisogna recuperare il salario minimo che spetta ai lavoratori”. Ma non solo, perché “anche tutta la parte del welfare dovrebbe essere implementata”, aggiunge Catizone.
Un altro elemento fondamentale che Cisl sarebbe lieta di vedere “non solo nero su bianco” è la riattivazione della bilateralità “perché anche se tecnicamente c'è, poi a livello pratico manca”. Tra i must have dei nuovi contratti, secondo la Cgil-Filcams, c'è poi il riconoscimento degli inquadramenti, ovvero della professionalità acquisita sul posto di lavoro.
Questi alcuni degli elementi cornice per rinnovare i contratti in modo che siano in linea con i tempi perché “sono talmente antichi che non rappresentano più neanche le modalità con cui lavoriamo”, sottolinea Di Berto.
L'ultimo rinnovo, infatti, siglato a novembre 2011 e scaduto nel 2013, aveva visto un adeguamento solo del profilo “economico” e in maniera modesta. Dal 2005 lo stipendio di un farmacista con oltre 12 anni di esperienza che lavora in una farmacia privata urbana è passato da 1.708,68 euro (paga base, indennità speciale quadri, ecc.) a 1.989,97, per un totale netto di 311,29 euro mensili in 12 anni. Insomma, un “clamoroso deficit di riconoscimento della professionalità in tutto il settore - commenta
Stefano Franzoni, Uil-Tucs - Ci abbiamo provato non so quante volte in questi ultimi 4 anni a incontrare Federfarma nazionale per discuterne ma non abbiamo ottenuto nessuna risposta. Ora ci auguriamo che questo non sia solo un incontro di cortesia per guadagnare tempo”.
Oltre alle tre sigle firmatarie del contratto, un appello arriva anche dalla Federazione Nazionale Associazioni Farmacisti Non Titolari (Conasfa) e dal SindacatoNazionale dei Farmacisti non Titolari(Sinasfa). “Vogliamo il riconoscimento del ruolo sanitario svolto dal farmacista e quindi un adeguamento di stipendio – afferma il presidente Conasfa
Silvera Ballerini – Inoltre, vorremmo avere la possibilità di fare due contratti separati: uno per il personale laureato e uno per il resto del personale”.
Secondo alcune voci, la presidente di Federfarma nazionale
Annarosa Racca, non si sarebbe opposta alla presenza di Sinasfa all'incontro del 21 aprile con gli altri sindacati. Tuttavia, “per essere presenti al tavolo ci dev'essere un accordo generico di tutte le sigle perché un nuovo elemento al tavolo potrebbe andare a scardinare degli equilibri che sono ormai consolidati da tempo”, afferma il presidente Sinasfa
Francesco Imperadrice, che ha dunque preferito farsi da parte per non turbare lo status quo. “Speriamo che, nel momento in cui si parlerà dei tecnicismi e non ci saranno incontri esplorativi, il nostro sindacato possa esserci”, conclude.
Attilia Burke
11 aprile 2017
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