Manovra. Fimmg: "Il 94,7% dei medici di famiglia è preoccupato per attività professionale"
Lo rileva un sondaggio effettuato su mille medici di famiglia realizzato dalla Fimmg che ha chiesto ai propri iscritti quali fossero le maggiori preoccupazioni rispetto alle misure varate dalla manovra economica. Quasi tutti paventano ricadute negative generali e il 60% già pensa a riduzioni di orario o licenziamenti per i collaboratori di studio. E tutto questo si ripercuoterà sui livelli di assistenza ai cittadini.
22 LUG - I medici di famiglia sono molto preoccupati delle ricadute sulla propria attività professionale delle misure previste dalla manovra econonmica. E' un sondaggio della Fimmg a rilevarlo. Per il 94,7% degli oltre 1000 Mmg che hanno partecipato al sondaggio, il prolungamento dei rinnovi contrattuali e degli aggiornamenti economici delle convenzioni costituiscono un evidente elemento di rischio per gli investimenti nella propria attività professionale e ne risentiranno soprattutto gli investimenti in tecnologia diagnostica, nell’informatica e nel personale di studio.
Proprio su questo ultimo aspetto il 60,5% del campione ha ritenuto che possa esser presa in considerazione una riduzione di orario o il licenziamento del personale attualmente di supporto alla propria attività ambulatoriale. E questo potrebbe accadere nonostante da molti venga percepita, per le crescenti incombenze burocratiche, l’esigenza di ulteriore supporto nella propria attività: il 78,3% del campione ha infatti riferito che sarebbe disponibile a procedere a nuove assunzioni di personale qualora adeguatamente finanziate. La penalizzazione degli investimenti nell’organizzazione comporterà, per oltre il 95% dei Mmg intervistati, un rallentamento nei processi di innovazione tecnologica, con particolare riferimento alla cosiddetta “sanità elettronica”; mentre per il 93,9% sarà impossibile o molto difficile partecipare ad esperienze di medicina di iniziativa.
Le conseguenze prospettate per i pazienti, infine, potrebbero comportare peggioramenti nell’accessibilità allo studio medico (sicuramente per il 41% e probabilmente per il 35.8% del campione), con il rischio di un aumento di accessi al Pronto Soccorso (sicuramente per il 37,8% e probabilmente per il 37,9%) e dei ricoveri ospedalieri (sicuramente per il 34,7% e probabilmente per il 37,6% campione).
22 luglio 2011
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