Dal contratto ai Lea, passando per il Piano cronicità. Le priorità Ipasvi per i prossimi mesi
di Barbara Mangiacavalli
Ecco tutte le partite aperte, le sfide e i traguardi per la professione infermieristica che si presentano da settembre a fine anno e nei primi mesi del 2017 e che la Federazione punta a raggiungere. L'Ipasvi c’è e lavora costantemente rispetto alle attese dei nostri professionisti che mai, come nei prossimi mesi, avranno bisogno di tutto il supporto dell’organo di tutela della loro professione e di quello di sindacati
22 AGO - Subito la cronicità e i Lea su cui la Stato-Regioni per l'approvazione definitiva è fissata per il 7 settembre. Ma poi la legge di stabilità con le risorse promesse per i contratti la cui trattativa deve essere aperta al più presto. Non solo per ristorare stipendi che tra mancati aumenti e aumento del costo della vita negli ultimi sei anni si sono pericolosamente – anche per le famiglie e non solo per i professionisti - ridotti, ma anche per mantenere le promesse di una crescita professionale degli infermieri che va da riconoscimento delle competenze specialistiche fino al vero e proprio inquadramento nel contratto della dirigenza sanitaria.
E per la cronicità si apre un nuovo orizzonte in cui – come testimonia il convegno organizzato da Ipasvi e FnomCeO il 9 settembre a Roma – le professioni-chiave dell’assistenza collaborano in prima persona e con pari dignità a dispetto delle polemiche strumentali ad altri fini come quelle aperte in alcune Regioni sul 118 e sull’assistenza territoriale per intensità e complessità delle cure e dell’assistenza su cui la Federazione è a fianco dei Collegi in prima linea.
Poi a stretto giro c’è la partita aperta degli Ordini professionali che non può cadere nel dimenticatoio parlamentare e che se davvero vuol essere chiusa a breve termine deve fare i conti con i tempi stretti rimasti primi del referendum costituzionale, che rischia di paralizzare, con la legge di bilancio, l’attività di Camere e parlamentari.
Così come non può essere ancora elusa l’approvazione sempre in Stato-Regioni dell’accordo sulle competenze specialistiche degli infermieri, che tutti – ministero e Regioni - dicono di aver sottoscritto, ma che è in attesa da anni nei cassetti della Conferenza per un via libera definitivo che altro non farebbe se non ufficializzare e rendere omogeneo su tutto il territorio nazionale quello che già è operativo nella maggior parte delle Regioni.
Altra tappa da raggiungere in fretta è quella della legge sulla responsabilità che, è bene ricordarlo, non è solo dei medici anche se questi fanno di fatto la parte del leone su richieste e proposte, ma anche degli infermieri che ormai sempre più spesso sono chiamati in causa come corresponsabili o anche primi attori di vicende in cui fino a poco tempo fa non sarebbero stati neppure citati. E sulla quale ci sono sul tavolo anche le nostre proposte e il nostro punto di vista che va tutelato e difeso nelle aule parlamentari.
Ci sono poi una serie di argomenti trasversali all’attività giuridico-istituzionale su cui non si può e non si deve abbassare la guardia e per i quali gli infermieri sono ancora in prima linea.
I Lea sociosanitari ad esempio, “promessi” dal ministero del Lavoro e che devono essere concordati e gestiti naturalmente assieme alla Salute, all’onnipresente Economia, e, soprattutto con chi si occupa di questo settore, dai cittadini agli infermieri che in tutti gli ultimi provvedimenti approvati hanno un ruolo prioritario come anello di congiunzione indispensabile tra i due settori, sempre più vicini non fosse altro che per l’aumento costante dell’età, della non autosufficienza e delle patologie croniche, ma anche nell’assistere quelle famiglie, quei cittadini, che per colpa della crisi che morde sempre di più l’economia rinunciano alle cure e si trovano in condizioni disagiate non più solo dal punto di vista economico, ma anche se non soprattutto di salute.
I nostri infermieri in questo senso non sono solo quelli che dipendono dal Servizio sanitario nazionale, ma c’è già sul territorio una vera e propria task force di liberi professionisti – circa 40mila attivi secondo l’Enpapi – pronta non solo dal punto di vista degli interventi sanitari possibili, ma anche qualificati ad altissimo livello professionale e sociale e organizzati come singoli, in studi associati, in società tra professionisti, fino alle farmacie dei servizi che una volta decollate potranno offrire assistenza infermieristica proprio e anche grazie a loro.
E ancora c’è da garantire il giusto riconoscimento ai nostri colleghi che lavorano nelle Forze armate e nella Polizia di Stato, perché siano valutati per ciò che sono e non inquadrati in ruoli spesso subalterni che i loro colleghi del Ssn hanno “dimenticato” ormai dagli anni ’90.
C’è da regolamentare anche la funzione e la responsabilità degli infermieri rispetto al superamento degli Opg, ospedali psichiatrici giudiziari, la cui definitiva sparizione subisce continue proroghe, e all’attivazione delle REMS (residenze per l’esecuzione delle misure cautelari) che dovranno garantire assistenza h24 e dove la prima linea è affidata proprio e sempre agli infermieri, impegnati nel controllo della salute, in questo caso anche mentale, dei soggetti coinvolti, ma anche delle famiglie coinvolte.
Ci sono infine – ma ovviamente non ultimi – i problemi “diretti” della professione, come la revisione del Codice deontologico che la Federazione sta portando avanti e che vedrà coinvolti nell’ultima fase i Collegi e l’intera comunità infermieristica e la difesa dell’immagine dell’infermiere, non solo spesso confusa con altre professionalità, ma soprattutto sconosciuta nei suoi reali contenuti, nelle capacità e nelle competenze che ormai i nostri professionisti garantiscono ogni giorno con la loro attività.
In questo senso, la seconda parte della campagna sull’infermiere, avviata dalla Federazione a giungo e che si protrarrà fino a novembre, sarà sviluppata su quei filoni e rispetto a quegli argomenti che via via si presenteranno come prioritari per ribadire il ruolo multidisciplinare della professione e il rapporto prioritario che questa ha con i cittadini.
In tutto questo, per tutto questo, la Federazione c’è e lavora costantemente per tirare i remi in barca entro la prima metà del prossimo anno – Parlamento, ministero e Regioni permettendo – rispetto alle attese dei nostri professionisti che mai come nei prossimi mesi avranno bisogno di tutto il supporto dell’organo di tutela della loro professione e di quello di sindacati pronti a far affermare nel nuovo contratto il loro diritti e le loro tutele di lavoratori. Il quadro in cui si muovono gli infermieri lo abbiamo e con esso la maggior parte dei dati utili – e disponibili – per difendere le nostre posizioni e per mettere nero su bianco accanto alla situazione attuale i reali fabbisogni futuri di professionisti: gli effetti di politiche miopi e riduttive sono ormai palesi e davanti gli occhi di tutti.
E tutto questo più che una promessa da parte nostra è una garanzia perché siamo tutti infermieri. E per tutto questo abbiamo bisogno del supporto non solo professionale, ma anche di partecipazione di tutti gli iscritti ai Collegi, con cui dobbiamo camminare insieme, nella stessa direzione, perché la professione è di tutti e per tutti si trova ormai a quella svolta decisiva che da anni sappiamo di meritare, ma che finora non è mai stata compiuta davvero del tutto. Il tempo dell’attesa è finito, deve essere finito ed è necessario agire puntando a ottenere presto i veri risultati.
Barbara Mangiacavalli
Presidente Federazione nazionale Collegi Ipasvi
22 agosto 2016
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