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Enpam e Fondo Atlante 2. Sigm: “Preoccupati per la scelta di investire 100 mln. Ente si focalizzi su assistenza e previdenza”


Questa la presa di posizione dei giovani medici nei confronti della scelta di Enpam di investire nel fondo che punta a sostenere le banche italiane nelle proprie operazioni di ricapitalizzazione e a favorire la gestione dei crediti in sofferenza del settore. "Tenendo presente l’incertezza con la quale i giovani guardano alla stabilità del sistema welfare, sapere che questo investimento servirà a pagare il recupero crediti di MPS può essere considerata unaa beffa".

01 AGO - "La promessa era che i cittadini non avrebbero pagato gli errori delle banche. Da quando i medici e tutti i professionisti coinvolti in questa vicenda hanno perso lo status di cittadini? Enpam, come le altre casse previdenziali private, ha finalità pubblica, si preoccupi di previdenza e assistenza dando pieno valore al suo ruolo. Ogni richiesta alternativa di modifica dello status che segua la scelta di finanziare il Fondo Atlante 2 può essere pericolosa per il futuro previdenziale dei giovani medici". Così l’Associazione italiana giovani medici (Sigm) esprime preoccupazione per la scelta di Ente previdenziale di investire 100 milioni di euro nel fondo Atlante 2.
 
"A detta degli esperti si tratta di un investimento troppo rischioso: denaro derivante dai contributi previdenziali della classe medica che verrà investito in un'operazione finanziaria finalizzata al recupero di crediti inesigibili del Monte dei Paschi di Siena. Come Associazione che esprime la rappresentanza dei contribuenti unici in quota A nell'Assemblea Nazionale ci chiediamo il perché di questa scelta. Abbiamo letto dalla stampa che le motivazioni di Enpam sarebbero da ricondurre a un supporto dato dall’Ente, al pari di altre casse previdenziali private, al sistema Paese al fine di 'preservare l’economia nella quale operano i professionisti iscritti'”, spiega il Sigm.
 
"Ebbene, per quanto riguarda le giovani generazioni di professionisti iscritti è ancora più difficile comprendere questo scenario poiché la compartecipazione al flusso in entrata di Fondazione Enpam dei giovani resta elevata in un momento storico dove c’è chi paga contributi previdenziali senza avere acceso e/stabilità nel mondo del lavoro! Basti pensare alle aliquote di quota B oppure al peso della Quota A per neolaureati e medici in formazione. Tenendo presente l’incertezza con la quale i giovani guardano alla stabilità del sistema di welfare nazionale, sapere che questo investimento servirà a pagare il recupero crediti di MPS può essere considerata la beffa oltre il danno!", sottolineano i Giovani Medici.
 
"Proprio per prevenire tali situazioni nel recente passato era stato previsto un decreto interministeriale di Ministero dell’Economia e delle Finanze e Ministero del Lavoro che avrebbe dovuto fissare i parametri e i limiti di investimento nelle diverse asset class ma non è mai arrivato al traguardo della Gazzetta Ufficiale. Se è vero che mancano i regolamenti – sostengono i Giovani Medici Sigm – nulla vieta di usare il buon senso e soprattutto dare un segnale concreto ai giovani che non sia quello di utilizzare per investimenti rischiosi i contributi versati. Fermo restando che una regolamentazione centrale è necessaria quanto urgente, anche perché l’eccezionalità di questa richiesta del Governo non diventi nel prossimo futuro una pericolosa consuetudine".

In ciò le contro richieste di Enpam al Governo, sintetizzabili in libertà di investimento e riconoscimento della natura privata dell'ente, vanno esattamente in direzione opposta allo spirito di quel decreto nonché alla mission primaria dell'Ente Nazionale Assistenza e Previdenza Medici. Il Sigm pertanto chiede a Enpam di t"ornare a focalizzarsi sugli asset dell’assistenza e previdenza con una maggiore attenzione al mondo dei giovani, dando con ciò pieno valore al suo ruolo di ente privato con finalità pubblica realmente votato alla stewardship all'interno della classe medica".

01 agosto 2016
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