Farmacie. Enpaf: “La riduzione contributiva per disoccupazione passa da 5 a 7 anni”
Approvata dai Ministeri Vigilanti la modifica al Regolamento che consente di beneficiare del prolungamento della riduzione contributiva o di solidarietà per i disoccupati temporanei ed involontari. Per il presidente Enpaf Emilio Croce: "Riconoscere l’esistenza di un periodo di disoccupazione così prolungato per un professionista, laureato ed abilitato all’esercizio dell’attività, pone interrogativi sui quali noi tutti abbiamo il dovere di riflettere”.
15 GIU - Il Ministero del Lavoro, di concerto con il Ministero dell’Economia, in data 14 giugno 2016, ha approvato la deliberazione del Consiglio Nazionale dell’Enpaf che prevede il prolungamento da 5 a 7 anni del periodo massimo di contribuzione ridotta o di solidarietà per gli iscritti che si trovano in stato di disoccupazione temporanea ed involontaria.
La modifica, introdotta con effetto dal 1° gennaio 2016, esclude la possibilità di un’applicazione retroattiva e, su espressa richiesta dei Ministeri Vigilanti, ha un’efficacia limitata per il periodo 1° gennaio 2016 - 31 dicembre 2018.
Il Presidente dell’Enpaf,
Emilio Croce, osserva: “Gli interventi del Consiglio di amministrazione, approvati dal Consiglio Nazionale, rappresentano un importante tassello nell’ambito delle iniziative proposte a sostegno della Categoria in questo particolare momento di difficoltà. Ora aspettiamo gli esiti dell’istruttoria ministeriale in merito allo schema di Regolamento di assistenza già approvato”.
“L’Enpaf – continua Croce - non può risolvere le criticità che oggi sono presenti nella Categoria ma sicuramente è pronto, come ha dimostrato, ad intervenire con le misure necessarie. Personalmente, e a nome del Consiglio di amministrazione, ritengo che la misura assunta, pur se doverosa, non sia la soluzione. E’ necessario, oggi più che mai, creare le premesse affinché i livelli di occupazione nel nostro settore tornino a crescere”.
Riconoscere, sia pure agli effetti contributivi, - conclude Croce - l’esistenza di un periodo di disoccupazione così prolungato per un professionista, laureato dopo un corso di studio quinquennale ed abilitato all’esercizio dell’attività, pone interrogativi sui quali noi tutti abbiamo il dovere di riflettere”.
15 giugno 2016
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