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Formazione. Binetti (Ap): “Al lavoro per garantire laurea abilitante a giovani medici. Presto una mozione degli studenti a Giannini e Lorenzin”

di Gennaro Barbieri

Così nel corso di una conferenza stampa alla Camera che ha richiamato studenti da tutta Italia. “Poter accedere all'esame di abilitazione a distanza breve dalla discussione della tesi inciderebbe non solo sulla durata del corso, ma ne caratterizzerebbe meglio la la dimensione professionalizzante”. Condivide l'impostazione Andrea Lenzi (Cun): “’Attuale prolungamento appesantisce inutilmente la carriera del medico”. 

20 NOV - Il conseguimento della Laurea in ‘Medicina e Chirurgia’ non coincide con l’abilitazione allo svolgimento della professione medica. Si tratta infatti di una certificazione che bisogna conseguire in una fase successiva, tramite un tirocinio della durata di tre mesi che includa la sfera clinica, chirurgica e di medicina generale. Alla fine di questa fase, lo studente è poi chiamato a superare una prova finale. E, generalmente, tutta la procedura comporta sei mesi. “Sarebbe invece ora di arginare questa emorragia di risorse e di energie che dilata in modo inutile il già lungo iter dei loro studi. Poter accedere all'esame di abilitazione a distanza breve dalla discussione della tesi inciderebbe non solo sulla durata del corso, ma ne caratterizzerebbe meglio la specificità culturale e la dimensione professionalizzante. Si tratta di includere nel percorso di studi anche il tirocinio propedeutico all'esame di abilitazione, facendo fare agli ultimi mesi di vita universitaria un deciso salto di qualità nelle competenze, nella capacità di prendere decisioni e soprattutto nella qualità di relazione con il malato". Paola Binetti, deputato di Area Popolare in Commissione Affari Sociali, lancia così un accorato appello al mondo della politica e dell’università nel corso di una conferenza stampa alla Camera che ha richiamato studenti da tutta Italia.

Anche perché, altro aspetto considerevole, “per accedere alle scuole di specializzazione sono previste borse di studio che in realtà costituiscono veri e propri contratti di lavoro erogabili appunto soltanto in presenza dell’abilitazione. Allungare ulteriormente la tempistica appare quindi illogico, avrebbe invece più senso spalmare i tirocini nell’ambito dei diversi insegnamenti. Presto gli studenti presenteranno una mozione congiunta a Giannini e Lorenzin”. All’interno di questo dibattito non bisogna però trascurare gli aspetti lessicali. “Più che di laurea abilitante parlerei di laurea con abilitazione, ma nel complesso condivido pienamente il ragionamento formulato da Paola Binetti – ha osservato Andrea Lenzi, Presidente del Consiglio Universitario Nazionale – Il momento dell’abilitazione dovrebbe essere immediatamente successivo a quella della laurea, all’interno di un lasso di tempo che sia però molto più breve di quello previsto oggi. L’attuale prolungamento appesantisce inutilmente la carriera del medico. Contestualmente l’esame finale dovrebbe essere più selettivo di quello in vigore, che ormai rappresenta quasi una pura formalità. Riformulare e riprogrammare l’attuale sistema è quindi auspicabile e possibile, anche perché come testimonia questa iniziativa c’è la volontà parlamentare. Adesso occorre elaborare un progetto scritto e riunire gli appositi tavoli tecnici con tutti i soggetti coinvolti”.

Una laurea che sia immediatamente abilitante “riduce inoltre i costi per i ragazzi – ha sottolineato Chiara Riforgiato, presidente del Segretariato italiano studenti medicina (Sism) – Ma rappresenta anche l’opportunità per migliorare un percorso formativo, come quello italiano, che si configura come un’eccellenza a livello internazionale per quanto concerne l’impianto teorico ma che presenta ancora alcune carenze sul piano operativo poiché non consente al neolaureato di essere completamente pronto a misurarsi col mondo del lavoro. Ottimizzare il percorso non significa quindi soltanto agire sulla durata, ma permette anche di riqualificarlo e ridefinirlo alla luce dei bisogni della società e delle esigenze della professione”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Raffaele Calabrò, deputato (Ap) e professore universitario. “Gli attuali sei mesi che intercorrono tra laurea e abilitazione sono palesemente sprecati – ha spiegato – Ma si tratta anche di plasmare un inter formativo diverso, mettendo fine all’inopportuna distinzione tra didattica formale e tirocinio che si rivela un’autentica incongruenza. Bisogna infatti associare organicamente la parte teorica a quella pratica, costruendo un approccio sul campo che includa competenze che attengano al rapporto medico-paziente”.
 
Gennaro Barbieri

20 novembre 2015
© Riproduzione riservata

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