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Ospedali. “Nuove norme su sicurezza impongono investimenti. Strutture provate da anni di tagli”. Intervista al presidente degli Architetti sanitari Daniela Pedrini


In occasione del 6° Congresso nazionale della Società italiana dell’Architettura e dell’Ingegneria per la Sanità abbiamo intervistato la presidente. "Con i tagli degli ultimi anni in molte regioni gli edifici sono sempre più vecchi e richiedono risorse maggiori per essere ristrutturati secondo le norme sismiche, antincendio e di sicurezza voluti dalle normative nazionali e comunitarie. I tagli non possono essere indiscriminati".

05 NOV - “Razionalizzare la spesa non vuol dire effettuare tagli indiscriminati. La salute del paziente dipende da professionalità, innovazioni tecnologiche e procedure che non possono essere oggetto di una cieca spending review. Così come l'evoluzione delle normative sulla sicurezza edilizia delle strutture sanitarie (antincendio, prevenzione sismica, contenimento energetico, ecc.) impone di investire risorse per il miglioramento costante delle condizioni degli edifici”. Parole di Daniela Pedrini, presidente della Società italiana dell’Architettura e dell’Ingegneria per la Sanità (SIAIS) che abbiamo intervistato in occasione del 6° congresso nazionale in corso a Bari da oggi fino al 7 novembre, dal tema “La sanità della complessità. Ospedale e territorio: nuove frontiere progettuali e tecnologiche”.
 
Il punto è che bisogna investire, anche perché “venendo a mancare le risorse, la riallocazione da parte degli enti locali avviene attraverso scelte che tendono a guardare più all’assistenza sanitaria che alla “salute” delle strutture”.
 
E “questo negli anni ha portato ad avere edifici sempre più vecchi che richiedono risorse maggiori per essere ristrutturati secondo le norme sismiche, antincendio e di sicurezza voluti dalle normative nazionali e comunitarie”.
 
Presidente, quale futuro vede per l’architettura sanitaria? Sia nell'ospedale che nel territorio.
Da una parte sta mutando il modello gestionale-organizzativo degli ospedali, dall’altra sta cambiando la domanda di salute dei cittadini. Il punto è capire se l’evoluzione architettonica e tecnologica dell’ospedale risponde alle mutate esigenze del cittadino e se il nuovo modello organizzativo delle strutture è al passo con queste evoluzioni, con un occhio di riguardo alle risorse, anche economiche, rivolgendo l’attenzione sia all’architettura ospedaliera, sia all’architettura sociale e socio-sanitaria. Inoltre, le aziende sanitarie e ospedaliere si stanno evolvendo profondamente e i ruoli e le funzioni degli operatori e dei professionisti si trasformano con una crescente complessità delle relazioni. Da aziende al cui interno risiedevano tutte le funzioni (acquisti, gestione del personale, ecc.), si sta passando ad aziende che erogano “solo” i servizi e le prestazioni sanitarie, delegano all’esterno le funzioni ritenute estranee al loro “core business” e al contempo estendono la dimensione territoriale, accorpando molte realtà. Sicuramente la nuova dimensione e la crescente complessità dell’azienda sanitaria va a modificare anche il ruolo e le funzioni di tutto il personale. In questo momento di trasformazione dell’organizzazione delle aziende sanitarie e ospedaliere proviamo ad immaginare un nuovo ruolo dei servizi trasversali di supporto, come le aree tecniche.
 
Quali sono le principali innovazioni per l’architettura sanitaria?
Oggi si assiste al recupero della concezione originaria di ospedale come luogo di umanizzazione, e non solo di diagnosi e cura in senso tecnico, e questa transizione passa dal contenuto relazionale del rapporto tra medici, infermieri e altri operatori sanitari con i pazienti, ma anche da una funzionale ed efficiente organizzazione. Tutto ciò è possibile grazie a un modello integrato di diagnosi e cura; a un'organizzazione e gestione basate sui processi di cura e assistenza; alla valorizzazione e specializzazione delle professionalità; a un modello di accoglienza e ospitalità di alta qualità e a un'architettura rispettosa delle esigenze delle persone nonché della sostenibilità ambientale ed economica.
 
Quali saranno i punti principali che saranno trattati al vostro Congresso?
Nella tre giorni congressuale architetti, ingegneri e tecnici dibatteranno temi come l’evoluzione architettonica e tecnologica dell’ospedale, le nuove strategie per controllare i costi e lo smart hospital, gli appalti integrati complessi, l’agenda europea 2014-2020, i fondi comunitari per la sanità, l’emergenza in ospedale e nel territorio, le centrali di committenza, l’anticorruzione e la trasparenza. Sono previsti due corsi precongressuali: uno sulla regola tecnica di prevenzione degli incendi nelle strutture sanitarie e un altro sull’evoluzione normativa della protezione sismica. Parleremo, inoltre, di appalti, della nuova legge anticorruzione, è previsto un approfondimento tecnico sulla progettazione degli impianti di distribuzione dei gas medicinali e adeguamenti secondo l’aggiornamento della norma UNI-EN-ISO 7396. Insomma, è un programma che abbraccia la progettazione e la gestione di strutture sanitarie a 360° gradi.
 
Con le risorse a disposizione per la sanità sarà possibile mettere in atto un’evoluzione architettonica e tecnologica dell’ospedale sempre più a misura di cittadino?
Razionalizzare la spesa non vuol dire effettuare tagli indiscriminati. La salute del paziente dipende da professionalità, innovazioni tecnologiche e procedure che non possono essere oggetto di una cieca spending review. Così come l'evoluzione delle normative sulla sicurezza edilizia delle strutture sanitarie (antincendio, prevenzione sismica, contenimento energetico, ecc.) impone di investire risorse per il miglioramento costante delle condizioni degli edifici.
 
Quali sono le criticità del Ssn in tema di edilizia sanitaria?
In questi anni il principale problema del Ssn è quello delle risorse economiche che diminuiscono a ogni Legge di stabilità varata da qualsiasi governo. Venendo a mancare le risorse, la riallocazione da parte degli enti locali avviene attraverso scelte che tendono a guardare più all’assistenza sanitaria che alla “salute” delle strutture. Questo negli anni ha portato ad avere edifici sempre più vecchi che richiedono risorse maggiori per essere ristrutturati secondo le norme sismiche, antincendio e di sicurezza voluti dalle normative nazionali e comunitarie. Diverso è il caso delle Regioni virtuose che riescono a investire in strutture ospedaliere moderne sotto ogni aspetto, in cui il concetto di ospedale non è più il luogo delle cure ma quello dell’accoglienza, dando vita a modelli che costituiscono un’eccellenza anche all’estero. Lo stesso discorso vale nel privato, che può disporre di ingenti risorse economiche da impegnare nell’edilizia sanitaria..
 
Quali strategie e azioni possono essere messe in atto?
Fermo restando la situazione sopra descritta, ritengo che oggi ci siano le normative quadro all’interno delle quali muoversi da un punto di vista legislativo. Ad esempio all’aggiornamento della regola tecnica antincendio relativa alle strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private, SIAIS ha supportato il Gruppo di lavoro costituito dal Corpo dei vigili del fuoco dai massimi esperti del settore, portando le istanze e le osservazioni degli operatori del sistema. Ritengo proprio a questo proposito che all’interno del settore si debbano valorizzare le figure tecniche di ottimo livello di cui la sanità dispone in Italia. Figure che sono formate proprio per rispondere alle esigenze progettuali e gestionali delle strutture sanitarie.

Dopo il terremoto de l’Aquila nel 2009 fu lanciato l’allarme sugli Ospedali a rischio sismico. Oggi a che punto siamo? E come vede il problema
Per le aziende che hanno completato le verifiche di vulnerabilità sismica e le analisi degli elementi non strutturali (altrettanto fondamentali per la continuità di esercizio delle strutture sanitarie), c’è soprattutto il tema di intervenire urgentemente per migliorare/adeguare le strutture. Oltre al problema delle risorse economiche, è da considerare che gli interventi da realizzare possono essere invasivi e di difficile realizzazione con le attività sanitarie in corso. Inoltre, la riorganizzazione della rete ospedaliera deve tener conto delle strutture edilizie e delle loro condizioni, anche per evitare investimenti non appropriati.
 
Quali sono le vostre proposte?
In attesa della definizione e attribuzione di finanziamenti per i miglioramenti/adeguamenti strutturali, è importante intervenire sulla vulnerabilità delle componenti non strutturali (meno onerose) e sulla gestione dell’emergenze. Una corretta gestione delle emergenze non può prescindere dalla conoscenza delle caratteristiche di vulnerabilità strutturale dei presidi ospedalieri. Per gestione dell’emergenza intendiamo sia l’emergenza interna (sopralluoghi tecnici post-sisma) sia l’attivazione dei piani per il massiccio afflusso dei feriti (offerta sanitaria istituzionale nella gestione dell’emergenza di protezione civile). Solo con la multidisciplinarità si può affrontare il rischio sismico nella sua complessità: dalle componenti strutturali all’offerta dei servizi sanitari nell’emergenza sismica. SIAIS è pronta ad essere propositiva.

05 novembre 2015
© Riproduzione riservata

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