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Veterinari e Acn specialistica. Sivemp replica a Sumai: “No a inutile logica conflittuale”


Dopo le critiche mosse dal coordinatore dei veterinari del Sumai-Assoprof, oggi arriva la replica. “Inutile e sterile polemica che probabilmente ha lo scopo non di chiarire aspetti fondamentali bensì si rivolge alle inevitabili scontentezze di chi si deve confrontare con un contratto firmato senza risorse economiche”

07 AGO - “Siamo sorpresi di essere stati chiamati in causa da una rappresentate di una sigla sindacale che insieme a noi, seduta al tavolo di trattativa dell’ACN, ha firmato e sottoscritto un accordo che è evidentemente in larga parte condiviso”. È quanto evidenzia in una nota il Sivemp in riferimento alle critiche mosse dal coordinatore dei veterinari del Sumai-Assoprof, Tiziana Felice in merito al recente rinnovo della convenzione della specialistica ambulatoriale.
 
“Siamo ancora più sorpresi – prosegue la nota - per essere stati considerati come una controparte anziché una componente (minoritaria) di uno dei sindacati (anch’esso minoritario) dei firmatari dell’ACN (che evidentemente invece soddisfa in pieno il sindacato SUMAI, di cui la collega Tiziana Felice fa parte, che detiene largamente la maggioranza assoluta del tavolo, e senza la cui firma non sarebbe evidentemente applicabile), rinnovato senza risorse economiche, per rispondere ad esigenze specifiche dell’ organizzazione medica ed a cui l’atto di indirizzo è esplicitamente rivolto. Però, pur non volendo entrare in una inutile e sterile polemica che probabilmente ha lo scopo non di chiarire aspetti fondamentali bensì si rivolge alle inevitabili scontentezze di chi si deve confrontare con un contratto firmato senza risorse economiche, ma che ha il solo scopo di armonizzare una norma con una legge che a tale contrattazione demanda il ruolo, alcune precisazioni sono evidentemente necessarie”.
 
“La nostra Organizzazione – rileva il Sivemp - ha come obiettivo la tutela di tutta l’attività di tutti gli operatori di Sanità Pubblica veterinaria, ed evidentemente per ruolo e per storia è stata l’unica a voler affrontare questa contrattazione consapevole sia della distinzione dei ruoli (dirigenziale e professionale dei colleghi che lavorano in sanità Pubblica Veterinaria) sia delle modalità applicative nel nostro paese dei regolamenti comunitari che sono stati (a sproposito) citati. Per questo, da sempre, riteniamo necessario rispettare e mantenere invariate le condizioni giuridiche del veterinario convenzionato e del suo ruolo nel servizio veterinario che strutturalmente è' affidato alla responsabilità dirigenziale che - ovviamente - è cosa diversa dalla responsabilità professionale. Professionalità che rispettiamo e che ovviamente non abbiamo nessuna intenzione di circoscrivere o porre sotto tutela, ma che riteniamo sia uno strumento di cui i Servizi del Dipartimento di Prevenzione, i veri committenti delle prestazioni erogate, si possano e debbano avvalere. Ciò al fine di esercitare il proprio ruolo di Autorità Competente, a tutela di un’effettiva terzietà che a nostro (ma non solo nostro) avviso è l’unica garanzia di una effettiva (e da altri a volte e come in questo caso sbandierata a sproposito) Sicurezza Alimentare”.
 
“Il nostro paese – sottolinea il comunicato -, infatti, unico in Europa, ha incardinato in Sanità i compiti di Sanità Pubblica Veterinaria, demandando al Dipartimento di Prevenzione, attraverso le sue articolazioni funzionali l’applicazione dei Regolamenti Comunitari in materia di sicurezza Alimentare. La legge Balduzzi, la stessa su cui si basa il presupposto per il rinnovo dell’ACN (Art.1), all’articolo 4 (cui è poi seguita un’ulteriore circolare a conferma della valenza strategica di tale impianto), chiarisce e conferma il ruolo strategico del Dipartimento di Prevenzione cui sono demandate le funzioni di autorità Competente”.
 
“A chi ha iniziato una sterile ed infelice polemica – ribadisce la nota - vogliamo quindi pacatamente rispondere invitandola a leggere tutta la norma, e ricordando che, in carenza di personale dovuta al vigente e sempre più stringente blocco del turn over, sono in primis i dirigenti a chiedere l'assunzione di convenzionati, spesso unico strumento per supplire alle carenze di organico ed all’impossibilità di assumere dirigenti veterinari al posto di quei dirigenti che sono andati in pensione. Che un servizio veterinario senza dirigenti non può esistere se non come unità funzionale (AFT? UCCP??) collegata ad altre strutture dirigenziali (mediche???) della prevenzione. In futuro il permanere di una ibridazione tra liberi professionisti e ufficiali di Polizia Giudiziaria rappresentanti dell'Autorità Competente dovrà essere superato portando dentro un contratto unico tutti i professionisti della salute”.
 
“Il SIVeMP – conclude la nota - persegue questa linea dal 1998, quando il segretario Grasselli pose la questione all'allora ministro Bindi, ovvero chiese di fare riconoscere anche ai veterinari, convenzionati allora in mille modi, le garanzie di un ACN per la specialistica ambulatoriale ma riservando loro una specifica regolamentazione in corrispondenza del particolare profilo. Il resto è campagna diffamatoria, concorrenza sleale e coraggiosa sventatezza per raccogliere iscrizioni. E’ troppo facile scaricarsi di responsabilità prendendosi i meriti ed spostando l’attenzione dai problemi reali costruendo inutili conflitti. Questa logica noi la rifiutiamo e la denunciamo come demagogica ed inutilmente (o forse utilitaristicamente) conflittuale”.

07 agosto 2015
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