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Settimana del Pronto soccorso. Simeu: “L'influenza non ha colpa. Il vero problema è la carenza di assistenza sul territorio”

di Luciano Fassari

In occasione della Settimana del Pronto soccorso gli esperti della Società di medicina di emergenza urgenza sfatano il mito dell’influenza causa di tutti i mali e ribadiscono le priorità. “Servono più servizi post acuzie, assistenza domiciliare e medicina d’iniziativa”. E poi sul personale: “Occorre pianificazione e valorizzazione”.

22 MAG - “La crisi dei Pronto soccorso? Ma quale influenza. Il problema è la mancanza dell’assistenza sul territorio”. È quanto affermano i presidenti della Società italiana di medicina di emergenza urgenza (Simeu) di Lazio e Piemonte Francesco Pugliese, presidente Simeu Lazio
Francesco Aprà, presidente Simeu Piemonte che abbiamo sentito in occasione della settimana del Pronto soccorso che si chiuderà domenica 24 maggio. A loro, che il pronto soccorso lo vivono tutto l’anno, abbiamo chiesto come stanno le cose e quali sono criticità, di sfatarci qualche mito e di capire cosa poter fare per migliorare i servizi.
 
Dall’analisi dei due esperti le problematiche sono chiare e coincidono con la fotografia che Qs ha scattato con un Dossier ad hoc lo scorso mese di Febbraio. Innanzitutto, occorre fare subito una distinzione: i problemi delle aree metropolitane sono ben diversi rispetto a quelli delle province. In città il problema sia a Roma che a Torino è la disponibilità di posti letto di degenza. Non si trovano e i pazienti aspettano ben oltre i tempi standard di riferimento. Nelle aree non metropolitane il problema è invece il trasporto, la logistica e spesso la geografica difficoltà oggettiva nel raggiungere determinati territori, non tanto, quindi, la disponibilità di un letto per il ricovero. Per i rappresentanti Simeu in ogni caso, “non è solo una questione di taglio di letti (che pure hanno inciso) ma di come vengono usati quelli in dotazione, soprattutto in città”.
 
La radice della questione, sollevata dagli esperti è che la nostra sanità deve assolutamente mettere mano alle cure territoriali. “Servono percorsi e strutture post acuzie, Servizi di assistenza domiciliare, Integrazione socio sanitaria, Medicina d’iniziativa”. E poi sottolineano anche “come non ci si deve solo concentrare sulla medicina di famiglia ma coinvolgere tutte le figure presenti sul territorio”. La vera questione è quindi insistere sull’organizzazione dei servizi in modo che il pronto soccorso sia interconnesso sia con l’ospedale che con la rete di cura presente sul territorio.
 
Il falso mito dell’influenza. I rappresentanti Simeu rilevano poi come i picchi influenzali non sono la causa del sovraffollamento dei pronto soccorso. Semmai sono ulteriore benzina sul fuoco quotidiano dell’emergenza. “Sfatiamo questo mito che i pronto soccorso collassano con l’influenza o le ondate di calore. L’emergenza e la criticità sono quotidiane e questi fenomeni si sommano alle croniche difficoltà”.
 
Problemi che sussistono anche per il personale. Nelle regioni in piano di rientro si sente il blocco del turnover ma la questione è ancora più delicata se si guarda al futuro. “Occorre valorizzare il personale”. 

22 maggio 2015
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