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Sciopero generale. Cgil e Uil: "Adesione al 70%". Cortei in 54 città. "No a Jobs Act, legge di Stabilità e Governo"


Susanna Camusso, intervenuta a Torino, ha sottolineato. "Non abbiamo bisogno di sentirci minacciati. Il governo sbaglia a escludere il confronto e la partecipazione". Carmine Barbagallo ha spiegato: "Oggi fermiamo l'Italia per farla ripartire nella direzione giusta". Tra le principali richieste: riforma degli ammortizzatori sociali e una rapida apertura della contrattazione nel pubblico.

12 DIC - Cortei in 54 città, otto ore di astensione dal lavoro e un’adesione che, secondo i sindacati, ha raggiunto il 70%. Queste le cifre dello sciopero generale indetto da Cgil e Uil con lo slogan “Così non va” per manifestare l’opposizione alle scelte del governo in merito a legge di Stabilità, Jobs Act e riforma della Pubblica Amministrazione.

Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, è intervenuta in piazza a Torino senza lesinare dure critiche al governo. “Non trovo nulla di moderno in una condizione in cui i lavoratori sono sempre ricattabili. Ma cosa hanno fatto i lavoratori a questo governo. Se il messaggio di Renzi è 'tiriamo dritto' sappia che sappiamo tirare dritto anche noi. Non abbiamo bisogno di sentirci minacciati. Il governo sbaglia a escludere il confronto e la partecipazione”. E sul futuro. “Deve essere chiaro che non ci fermiamo. Continueremo a contrastare le scelte sbagliate per avere una prospettiva di lavori in questo Paese”.

Decisa anche la voce del leader della Uil, Carmelo Barbagallo. “Oggi fermiamo l'Italia per farla ripartire nella direzione giusta. Oggi -milioni di lavoratori si astengono dal lavoro, milioni di pensionati partecipano alle nostre iniziative, insieme agli studenti". Il corteo più corposo a Roma, aperto da uno striscione che recita: “Così non va, sul Jobs act, sulla legge di stabilità, sulle politiche economiche, sulla P.a. Abbiamo proposte concrete per cambiare l'Italia". Tra le principali richieste avanzati dai sindacati, in alternativa alle misure varate dal governo, ci sono una riforma realmente universale degli ammortizzatori sociali, una rapida apertura della contrattazione nei settori pubblici, specifici interventi di contrasto alla povertà.
 

12 dicembre 2014
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