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Formazione. Anaao Giovani: "Valutiamo con interesse la proposta di creare un doppio canale formativo"


Tuttavia questa opzione non è attuabile "condizionando l’accesso al Ssn con la sola laurea ed abilitazione ad una desertificazione delle dotazioni organiche a prescindere da standard organizzativi, di personale da formare e di sblocco del turnover".

14 NOV - “Ciò che sta accadendo in merito alla formazione medica in Italia, ha del surreale”. E’ l’allarme lanciato dall’Anaao Giovani. “Se guardiamo ai numeri, su 25.000 iscritti a Medicina e Chirurgia nei soli anni accademici 2013-2014 e 2014-2015 – osserva una nota - arriveranno alla laurea in 17.500 e di questi solo poco più di 5.000 potranno entrare nelle Scuole di Specialità”.

Bisogna poi aggiungere che negli ultimi dieci anni il numero degli iscritti al corso di Laurea “è aumentato esponenzialmente, dando la possibilità alle università anche di poterlo gestire con incrementi percentuali medi intorno al 4-5% annui”.

Attualmente nel circuito formativo pre e post laurea, calcola Anaao Giovani, “vi sono almeno 96 mila tra studenti, neolaureati e specialisti. Entro il 2020 avremo almeno 12.000 medici potenziali disoccupati da sommare ai numeri citati, a fronte di un posto di lavoro a tempo indeterminato nel Ssn che diventa sempre più un miraggio nelle fasce d'età tra i 30 e 40 anni e merce rara, vista la attuale tendenza delle Regioni ad una rideterminazione al ribasso delle piante organiche”.

Se aule, didattica e professori universitari sono insufficienti, Anaao Giovani valuta con interesse la proposta di creare un doppio canale formativo. “Ma non certo condizionando l’accesso al Ssn con la sola laurea ed abilitazione ad una desertificazione delle dotazioni organiche a prescindere da standard organizzativi, di personale da formare e di sblocco del turnover. Con buona pace del precariato attuale. Né è accettabile definire per legge livelli retributivi pari a quelli degli infermieri, visti i diversi profili giuridici e professionali del giovane medico”.

Anaao Giovani ritiene quindi utile un confronto sull’ipotesi di conseguire la specialità “sia con modalità concorso nazionale e contratti finanziati dal Miur, mantenendo standard formativi che prevedano come da legge la rotazione in strutture del Ssn, sia iscrivendo in soprannumero tutti i colleghi che accedono al lavoro con la sola laurea con un contratto a tempo determinato formazione-lavoro finanziato dalle Regioni e da fondi europei, mantenendo gli stessi standard formativi, da conseguire interamente nelle strutture ospedaliere e con titolo congiunto”.

“Oggi più che mai – conclude la nota - occorre riformare il sistema formativo, collaborando alla creazione di Teaching Hospital, a meno che non si decida di eliminare il concorso per le scuole di specializzazione e ipotizzare altre strade che siano coerenti con la normativa europea”.
 

14 novembre 2014
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