Farmacia di comunità. L'importanza dell'innovazione farmacologica: il dibattito al Master 'Chiara Colombo'
La distribuzione di medicinali ex OSP2 in farmacia: questo il tema scelto per il confronto tenutosi presso l'Università di Torino. Altro argomento condiviso nel corso dei lavori è stato il fascicolo elettronico, che si auspica diventi una realtà da condividere fra i professionisti che intercettano a diversi livelli il malato.
24 SET - Il ritorno della farmacia di comunità nel circuito dell’innovazione farmacologica è uno degli obiettivi storici della professione, che recentemente ha ottenuto una prima concretizzazione con la previsione del ritorno alla distribuzione territoriale dei farmaci cosiddetti ex OSP2. Un aspetto fondamentale per il farmacista e la farmacia di comunità che è stato recentemente affrontato nel
convegno nato dalla IV edizione del Master in Farmacia Territoriale ‘Chiara Colombo’, organizzato dall’Università di Torino e dall’Ordine dei farmacisti torinese.
“Volontà del Comitato Scientifico del Master è avere un momento formativo che evidenzi le competenze e le capacità di orientarsi e di proporre nuove soluzioni che sono emerse e si sono sviluppate nel corso del Master stesso. Cerchiamo di fare in modo che i colleghi crescano anche attraverso l’organizzazione di un momento culturale, il convegno, di queste dimensioni. Dopodiché, oltre all’aspetto formativo, è chiaro che questo incontro è anche concepito come vetrina della professione perché la eleva dal punto di vista culturale ma evidenzia anche che il Master è, all’interno del dibattito sulla crescita professionale, un interlocutore che ogni anno fornisce un contributo cospicuo e solido. IL tema scelto quest’anno - spiega
Mario Giaccone - presidente dell’Ordine dei farmacisti di Torino e delegato regionale Fofi - è la distribuzione di medicinali ex OSP2 in farmacia: la scelta deriva dalla riclassificazione in corso, che richiama alla responsabilità la nostra professione; la maggior parte dei questi medicinali contiene molecole di cui nella farmacia di comunità non si conoscono precisamente le caratteristiche. Il farmacista necessita quindi di approfondimenti per dispensare in sicurezza, dando al paziente le giuste indicazioni in ossequio a un preciso mandato deontologico”.
Per Giaccone questo processo culturale presenta due aspetti: il primo riguarda l’approfondimento materia prettamente scientifica, l’altro (sottolineato già dal presidente dell’Associazione Titolari di Farmacia di Torino,
Luciano Platter) riguarda il salto culturale: tutte le figure sanitarie si parlano e condividono i loro saperi per ottimizzare la gestione dei medicinali “delicati” esercitando una collaborazione "verticale". A completamento di questo primo step, il 31 ottobre si terra un convegno sull’aspetto organizzativo della catena di distribuzione dei medicinali oncologici.
Il presidente dell’Ordine di Torino ha poi illustrato il nuovo Quaderno del Master, uno strumento di consultazione utile per gestire le nuove molecole che a breve verranno distribuite dalle farmacie di comunità. “Per realizzare questo Quaderno - ha spiegato
Paola Brusa, docente del Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco dell’Università di Torino e direttore del Master Chiara Colombo - date l’ampiezza e la difficoltà del contenuto ha richiesto l’intervento di tre giovani farmacisti, due borsisti presso il Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco di Torino ed un farmacista ospedaliero operante presso l’ASL di Asti”. Un contributo significativo, dunque si inscrive nella visione, ricordata dalla professoressa Brusa, citando le parole dell’ex preside della Facoltà medica torinese Guido Filogamo che diceva ‘L’Università non inserita nel sociale rimane un freddo laboratorio’. "Mi sembra che oggi questa affermazione debba diventare una realtà in tutti i settori”.
Il dibattito si è giovato del punto di vista di tutti gli attori coinvolti.
Massimo Mana, presidente dei Federfarma Piemonte, ha sottolineato che il corso di formazione sui medicinali ex osp2 andrebbe svolto su tutto il territorio regionale e reso obbligatorio al fine di uniformare le competenze di tutti i farmacisti, così come è stato fatto con il Progetto InterAteneo in Farmacia di Comunità.
Silvana Martinetti, coordinatore della DPC in Piemonte, ha espresso l’auspicio, ampiamente condiviso, che insieme a chi di competenza in Regione rapidamente si riesca a risolvere il problema delle modalità prescrittive al fine di favorire il paziente. Durante la discussione è intervenuto anche
Massimo Corona, direttore amministrativo della Aso di Asti, in merito alle evidenti discrepanze dei dati DPC tra le diverse ASL piemontesi: a tutti è apparso che questo si traduca in una disparità nella cura del paziente. Silvana Martinetti sottolinea che si deve aumentare o la DPC o la DD e ridurre la convenzionata; quindi fare in modo che siano equilibrati i canali e le modalità di approvvigionamento per i pazienti.
Argomento condiviso da tutti, compresi i clinici presenti, è l’opportunità che
il fascicolo elettronico diventi rapidamente una realtà da condividere fra i professionisti che intercettano a diversi livelli il malato. Il farmacista di comunità è la parte finale di un lungo processo che coinvolge lo specialista, il MMG e quindi il farmacista territoriale, che è l’unico a conoscere bene che cosa realmente assume il paziente, oltre ai farmaci prescritti quelli di libera vendita, ma anche per esempio integratori alimentari che possono avere interazioni significative, senza contare che il paziente spesso decide in autonomia di modificare la terapia prescritta dal medico. Il farmacista quindi deve poter informare gli altri attori della filiera.
Contemporaneamente deve poter fare counseling basandosi su indicazioni concordate con il medico curante al fine di assicurare che il farmaco sia stato dispensato in sicurezza e soprattutto assicurarsi che il paziente abbia capito le modalità e le finalità di utilizzo. Il fascicolo elettronico permetterebbe una collaborazione efficace tra medico curante e farmacista, migliorando la qualità di vita del cittadino e, spesso, riducendo sprechi a carico del Ssn.
24 settembre 2014
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