Debiti Pa. Assobiomedica: "Il 39% del nostro credito non verrà restituito"
In tutto 1 miliardo e 390 milioni. Questa la cifra che le imprese di dispositivi medici non possono certificare perché i debiti delle Regioni commissariate sono esclusi dal sistema di certificazione del ministero dell’Economia e delle Finanze. Rimondi: “Fatture delle regioni commissariate escluse dalla certificazione e dai pagamenti”.
23 SET - Ammonta a 1 miliardo e 390 milioni il credito che le imprese di dispositivi medici non possono certificare. Su oltre 3 miliardi di scoperto più di un terzo non può oggi essere restituito perché i debiti delle Regioni commissariate sono esclusi dal sistema di certificazione del ministero dell’Economia e delle Finanze.
“È assurdo che il 39% del nostro credito, che rappresenta tra l’altro il pregresso più antico, debba essere dimenticato e saldato chissà quando. Le Regioni escluse dal meccanismo di rimborso sono quelle con i tempi di pagamento più lunghi come, ad esempio, la Calabria che paga in media dopo più di due anni (841 giorni)”. Questo il commento del Presidente di Assobiomedica,
Stefano Rimondi, sui tempi di pagamento delle strutture sanitarie sulla base dei dati aggiornati dal Centro Studi dell’Associazione di Confindustria.
“Inoltre – ha dichiarato Rimondi – nelle altre Regioni non commissariate la riscossione dei crediti comporta pesanti oneri per le aziende. L’accordo fra Abi e Ministero dell’Economia prevede, infatti, uno sconto dell’1,6% sulle fatture cedute all’incasso, ma ci vengono segnalati casi di banche che impongono tassi anche superiori. Chiediamo pertanto all’Abi di farsi garante del rigoroso rispetto dell’accordo, visto che già l’1,6% costituisce una grave danno per le imprese”.
Ad oggi sono ancora troppi gli enti che registrano ritardi cronici con punte che vanno dai 1.405 giorni di ritardo dell’Azienda ospedaliera Mater Domini di Catanzaro ai 907 giorni Azienda Ospedaliera Pugliese – Ciaccio, dagli 855 giorni dell’Asl campana Napoli 1 agli 833 dell’Azienda Sanitaria Regionale di Campobasso. Anche al nord va segnalata una situazione grave, quella del Piemonte, con ritardi di pagamento di 243 giorni, nettamente superiori alla media nazionale.
23 settembre 2014
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