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Farmacie Comunali. Assofarm: “Grazie a noi 150 milioni di utili in 3 anni ai Comuni Italiani”


Il risultato a fronte di perdite pari a 10 milioni, in buona parte determinato dai crediti non riscossi. A rilevarlo un’indagine sui bilanci di oltre 1.000 Farmacie Comunali. Gizzi: “Non siamo uno dei tanti buchi neri della PA. Abbiamo un ruolo fondamentale e unico nel Ssn e produciamo risorse economiche per i Comuni".

09 LUG - In tre anni le Farmacie Comunali italiane hanno prodotto 150 milioni di euro di entrate nette per gli Enti locali loro proprietari, a fronte di perdite pari a 10 milioni. È quanto emerge da una ricerca promossa dall’ufficio studi di Assofarm sulle oltre 1.000 Farmacie ad essa associate.
 
“Volevamo verificare sul campo se quanto si legge in giro fosse vero o no. Da più parti, dalla politica quanto da importanti organi di informazione, veniamo dipinti come uno dei tanti buchi neri della Pubblica Amministrazione italiana. Oggi abbiamo i numeri che dimostrano il contrario: mentre svolgiamo un ruolo fondamentale e unico nel sistema sanitario italiano, siamo anche in grado di produrre risorse economiche per le amministrazioni Comunali", ha spiegato il presidente di Assofarm Venanzio Gizzi.
 
L'indagine ha riguardato i bilanci di oltre 1.000 Farmacie Comunali presenti in tutto il territorio italiano per il triennio 2010-2012. I circa 150 milioni di euro di utili sono un dato netto, maturato cioè dopo il pagamento delle imposte. Ben il 90% delle Farmacie  Comunali italiane presenta una situazione economico-finanziaria in attivo.

Il restante 10% delle Farmacie  Comunali presenta invece bilanci negativi, e una perdita complessiva di circa 10 milioni di euro. “Va però considerato – sottolinea Assofarm - che il segno rosso di buona parte di queste realtà aziendali è determinato da crediti ancora non riscossi. Siamo insomma di fronte a problemi perlopiù di elastico finanziario o riconducibili alla generale crisi economica del paese”.
 
"I Comuni italiani hanno aperto Farmacie  Comunali per garantire ai propri cittadini un servizio sanitario di primaria importanza, ma è evidente che se nel corso degli anni hanno gestito con attenzione le loro Farmacie , oggi si ritrovano per le mani un servizio pubblico in grado di rafforzare la loro capacità economica. Cosa non da poco in tempi di crisi del welfare e di patto di stabilità", ha commentato il segretario generale di Assofarm Francesco Schito.
 
“Questi – ha aggiunto Gizzi – sono risultati raggiunti anche grazie a processi interni di spending review attivati ben prima che questo concetto diventasse di uso comune. Da anni infatti siamo impegnati nella riduzione dei costi amministrativi e di approvvigionamento dei farmaci attraverso raggruppamenti di Farmacie e gruppi di acquisto. Sono certamente possibili altri miglioramenti, ma l'idea di obbligare i comuni a dismettere questo patrimonio per ragioni di controllo dei costi è semplicemente irragionevole".

09 luglio 2014
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