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Racca (Federfarma): per i nuovi servizi in farmacia la politica deve garantire regole certe


La presidente del sindacato dei titolari di farmacia traccia il bilancio della convention di Milano del 27 e 28 novembre. Dal quale emerge la decisa volontà di accettare il riordino del settore. Ma anche la richiesta di un sistema regolatorio stabile che permetta alle farmacie di poter guardare con fiducia al futuro.

29 NOV - L’invito che Annarosa Racca, presidente della Federarma, ha rivolto, attraverso internet, alla partecipazione alla “convention” che il sindacato di titolari ha tenuto a Milano il 27 e il 28 novembre, è stato pienamente accolto. Lo confermano sia il numero dei partecipanti che hanno affollato la sede del convegno sia la risposta venuta dal mondo politico, sollecitato dalla stessa presidente Racca a dare il proprio sostegno al processo di evoluzione e di cambiamento che interessa il sistema farmaceutico italiano. Un processo del quale, nel corso dell’appuntamento milanese, sono stati affrontati e discussi i punti più “caldi”: dal riordino legislativo del servizio farmaceutico, alla riforma della remunerazione delle farmacie, al rinnovo della Convenzione che regola i rapporti tra farmacie e Ssn, alla farmacia dei servizi e all’applicazione dei decreti ministeriali di attuazione che hanno recentemente ottenuto il via libera dalla Conferenza Stato-Regioni.
A chiusura della manifestazione milanese abbiamo chiesto ad Annarosa Racca un sintetico bilancio dell’incontro. E Racca - già al lavoro in farmacia, nel rispetto del turno, dopo le fatiche delle due giornate congressuali - ci ha risposto:

“Il nostro obiettivo principale era quello di ottenere dal mondo della politica, la conferma di un sostegno indispensabile nell’attuale e delicato momento di transizione che stiamo tutti vivendo. Una risposta che è certamente venuta. Ed è anche stata confortata dal conferimento al sistema farmaceutico italiano del premio CFMT, organismo della Confcommercio che ogni due anni  stila una graduatoria di servizi maggiormente gradii dai cittadini italiani. Una graduatoria che, per la quarta volta, nei suoi dieci anni di storia, ci vede al primo posto. È stato insomma una sorta di “viatico” al nostro incontro. Che ha confermato la validità dei punti di forza del nostro lavoro: la capillarità, la professionalità, la capacità di andare incontro alle esigenze dei cittadini, la volontà di adattarci alle nuove domande di salute che vengono dalla popolazione anche attraverso la nuova farmacia dei servizi“.

Quali obiettivi vi siete proposti di ottenere con questo congresso?
Intanto era importante confrontarci tra di noi e comprendere se, e in quale misura, l’introduzione del nuovo sistema di servizio fosse gradito ai colleghi. E poi abbiamo voluto chiedere “certezza” ai politici intervenuti: un quadro complessivo di regole che ci consenta di poter guardare al futuro con ottimismo. Non dobbiamo dimenticare come negli ultimi anni le farmacie italiane siano state oggetto di continui prelievi: ora, soprattutto in questa fase di cambiamento, dobbiamo essere sicuri di poter investire. Lo abbiamo chiesto già alla Commissione del Senato nel corso della nostra recente audizione e lo abbiamo chiesto di nuovo al ministro Fazio.
I segnali positivi in questo senso ci sono. Si pensi alla nuova remunerazione per la quale lo stesso ministro si è già attivato, avviando i lavori del tavolo che dovrà definirne metodi e regole: noi non chiediamo certo di guadagnare di più ma semplicemente che se nuove norme devono esserci, queste non producano nel tempo un danno alla farmacia che finirebbe poi col ripercuotersi sulla qualità del servizio.

C’è stato un tema che abbia prevalso sugli altri nell’ambito del dibattito congressuale?
Credo ci sia stata chiara dimostrazione di come ci sia una diffusa consapevolezza della stretta interconnessione esistente tra tutti i temi discussi Dobbiamo arrivare a un nuovo assetto della farmacia - anche se l’attuale appare al momento come uno dei migliori in tutta Europa - ma intendiamo arrivarci con regole certe. Quindi sarà necessario operare partendo dalle norme che oggi sono alla base del sistema: la proprietà e la pianta organica per citare le più rilevanti. Regole certe, lo ribadisco: se vogliamo far partire i nuovi servizi sarà necessario stabilire una nuova remunerazione e da qui si torna alla convenzione.
Insomma occorre un sistema organico di nuove regole che sappiano tener conto di quelle che finora hanno garantito un servizio di qualità. In questo senso va anche la nostra richiesta al ministro Fazio di garantire l’applicazione uniforme delle norme sui nuovi servizi in tutte le Regioni. Il ministro si è impegnato a farlo e con lui anche Filippo Palumbo, capo del Dipartimento qualità del ministero della Salute. A nostro avviso i nuovi servizi potranno funzionare solo se ogni cittadino può disporne in ogni punto del Paese. E ci conforta l’impegno assunto da Fazio in questo senso.
Un ulteriore segnale positivo ci è venuto poi dal presidente dell’Aifa Sergio Pecorelli, su un tema che consideriamo estremamente importante: il ritorno in farmacia dei farmaci del prontuario ospedaliero. È un passaggio che consideriamo cruciale e dal quale la farmacia non può essere esclusa a favore delle strutture delle Asl: noi assicuriamo  un servizio competitivo e, comunque, garantiamo al cittadino, nelle nostre farmacie, la disponibilità di accesso a farmaci importanti per la sua salute in ogni momento della giornata. Anche su questo punto credo che le Regioni debbano assumere una posizione uniforme anche perché il ritorno di questi medicinali in farmacia è davvero cruciale per l’intero sistema.

Il sindacato dei titolari di farmacia esce rafforzato dall’incontro milanese?
Spero proprio di sì. Me lo conferma la compattezza che ho potuto riscontrare al nostro interno. Una compattezza  testimoniata anche i tantissimi colleghi che hanno partecipato a questo appuntamento e che hanno dimostrato interesse e partecipazione nella sessione dedicata alle loro domande. Domande che hanno spaziato su tutti i temi del convegno.
Insomma, il bilancio che posso trarne è del tutto positivo: è stata un’esperienza che ha rafforzato la nostra volontà di andare avanti e ha dato a tutti noi modo di comprendere come la base ci segua e condivida il nostro operato. Anche per questo credo che momenti di confronto come questo appuntamento milanese siano indispensabili. E non escludo che ci sia la possibilità di averne uno ogni anno.
 

29 novembre 2010
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