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Farmacie. Allarme Federfarma: 3.000 in grave difficoltà, 600 sull'orlo del fallimento


È pesante il bilancio di fine anno delle circa 18.000 farmacie italiane. Federfarma punta sui nuovi servizi, sulla nuova convenzione e sul rinnovo del sistema di remunerazione. Anche se, su quest'ultimo fronte, l'accordo sembra ancora lontano. Presentati anche i dati di spesa 2013.

04 DIC - Si chiude con un allarme il 2013 delle farmacie. Delle circa 18.000 esistenti sul territorio italiano, 3.000 sono in grave difficoltà finanziaria, 600 già sull’orlo del fallimento. Per non parlare di quelle già fallite. “Non abbiamo una cifra precisa, ma le notizie sulla chiusura delle farmacie sono ormai all’ordine del giorno”. E la situazione “non potrà che peggiorare” con l’apertura “imminente” delle nuove farmacie previste con il concorso straordinario. Perché i margini di guadagno sono pochi, e diventeranno ancora minori con la crescita del numero delle farmacie.

È questo il bilancio di fine anno presentato stamani dai vertici di Federfarma nel corso di una conferenza stampa convocata a Roma per fare il punto della situazione sul settore. Ma i titolari di farmacia vogliono essere ottimisti e sono già al lavoro per realizzare una serie di progetti che mirano a rilanciare il settore. Si punta anche sulla nuova convenzione e il rinnovo del sistema di remunerazione, anche se, su quest’ultimo fronte, sindacati e ministeri non sembrano avere fatto passi avanti significativi rispetto al pasticcio dello scorso inverno con l’accordo siglato all’Aifa ma respinto dall’Economia. “Andiamo avanti con i confronti e siamo disponibili a modifiche rispetto all’accordo siglato all’Aifa, ma ribadiamo la necessità di un sistema in grado di garantire la sostenibilità delle farmacie”, ha spiegato il segretario nazionale del sindacato, Alfonso Misasi, nel corso della conferenza stampa. La proposta di Federfarma è l’introduzione di un sistema non più basato su un valore percentuale sul prezzo del farmaco, ma su una quota fissa per ciascuna confezione (onorario professionale) in aggiunta a una ridotta quota percentuale (per remunerare i costi di gestione).

Quanto alla convenzione, scaduta ormai da quasi 15 anni e fortemente auspicata dal sindacato, “abbiamo avuto dei segnali positivi”, ha affermato la presidente di Federfarma, Annarosa Racca. Finalmente ci si resi conto che quando si affidano dei servizi alla farmacia, è possibile ottenere risparmi, come dimostrato dalla sentenza del Consiglio di Stato relativa ai presidi per diabetici nella Regione Campania”. Segnali positivi però, secondo Federfarma, sono arrivati anche dalla Nota di aggiornamento al DEF predisposta dal Ministero dell’Economia che “ha riconosciuto la farmacia dei servizi come un elemento su cui puntare per potenziare l’assistenza territoriale, presupposto necessario per favorire la deospedalizzazione e ottenere risparmi per il bilancio pubblico, senza ridurre lo standard di assistenza garantito al cittadino”.

Per questo “dispiace sapere che ci sono delle Asl che anziché puntare sulle farmacie fanno accordi con le Poste per la consegna dei farmaci a domicilio, servizio che le farmacie da sempre garantiscono con la massima efficienza”, ha sottolineato Racca riferendosi evidentemente all’ormai noto caso della Asl 7 di Siena.

Tornando alla convenzione, la presidente di Federfarma ha spiegato che domani la Conferenza Stato-Regioni esaminerà il documento, firmato dal Ministro della Salute Lorenzin, che stabilisce le procedure di contrattazione della nuova convenzione farmaceutica nazionale. La SISAC, cioè l’organismo tecnico delle Regioni che tratta le convenzioni tra Ssn e operatori sanitari, dovrà contrattare il rinnovo della convenzione con le organizzazioni sindacali più rappresentative (Federfarma, per le farmacie private, Assofarm, per le farmacie pubbliche), sulla base delle linee guida indicate dal Comitato di settore delle Regioni. L’approvazione del documento all’ordine del giorno è quindi il presupposto per l’imminente avvio delle trattative. La nuova convenzione dovrà, tra l’altro, stabilire le regole per l’erogazione da parte delle farmacie dei nuovi servizi previsti dal decreto legislativo n. 153/2009 (assistenza domiciliare, monitoraggio pazienti cronici, test diagnostici a fini di prevenzione e controllo di patologie di forte impatto sociale, prenotazione di visite ed esami tramite CUP, campagne di prevenzione ed educazione sanitaria).

L’approvazione della nuova convenzione e del nuovo sistema della remunerazione potrebbero così portare un po’ di respiro a un settore in crisi, come confermato dai dati presentati stamani da Federfarma. La spesa farmaceutica convenzionata netta Ssn, infatti, si conferma in costante calo. Nel periodo gennaio-settembre 2013 la riduzione è stata del -2,8% rispetto allo stesso periodo del 2012. Questo nonostante cresca invece il numero delle ricette (+3% nei primi nove mesi del 2013). Il fatto è che è in calo anche il valore medio delle ricette (-5,7%). In pratica, vengono erogati a carico del Ssn farmaci di costo sempre più basso. “Il calo del valore medio delle ricette – hanno spiegato i vertici di Federfarma - dipende dalle continue riduzioni dei prezzi dei medicinali, dalla trattenuta dell’1,82% imposta alle farmacie dal 31 luglio 2011 e aumentata al 2,25% da luglio 2012, che si aggiunge alle altre trattenute a carico delle farmacie stesse (in particolare agli sconti per fasce di prezzo), dal crescente impatto dei medicinali equivalenti a seguito della progressiva scadenza di importanti brevetti e alle misure applicate a livello regionale”. Tra queste ultime, si segnalano l’appesantimento del ticket a carico dei cittadini e la distribuzione diretta di medicinali acquistati dalle Asl.

In questo contesto, hanno spiegato ancora i titolari di farmacia, “le farmacie hanno contribuito in misura rilevante al contenimento della spesa: le varie trattenute loro imposte hanno determinato, nei primi nove mesi del 2013, un risparmio di 600 milioni di euro a favore del Ssn”. Ma “pesante” è stato anche il prezzo pagato dai cittadini: oltre 1 miliardo l’importo della compartecipazione alla spesa, di cui oltre il 60% (dato AIFA) dovuto al pagamento della differenza di prezzo rispetto all’equivalente meno costoso.

“Il continuo calo della spesa farmaceutica convenzionata, l’aumento delle trattenute a carico delle farmacie in favore del Ssn, la crisi che riduce la capacità di spesa dei cittadino hanno determinato una pesantissima contrazione della redditività delle farmacie”, ha spiegato Annarosa Racca, evidenziando come “non è quindi per cattiva gestione che sono diventate ormai frequenti le notizie relativi a fallimenti di farmacie e i grossisti segnalano la crescente difficoltà di molte farmacie a pagare le forniture”. Una situazione resa ancora più complicata dai ritardi dei pagamenti dei rimborsi da parte delle Regioni alle farmacie, dal momento che poi la distribuzione intermedia chiede alle farmacie di ridurre i tempi di pagamento delle forniture, come ha spiegato il presidente di Federfarma Napoli, Michele Di Iorio. Secondo il quale, in questo momento di crisi, si sta verificando anche un nuovo fenomeno che mette a “rischio desertificazione” dalle farmacie molti centri storici delle città italiane, a causa delle difficoltà economiche delle farmacie e degli alti costi dei locali.

Senza dimenticare le rapine, diventate anche queste all’ordine del giorno per le farmacie. “Le farmacie sono al secondo posto nella classifica degli esercizi più a rischio dopo i supermercati e prima di banche, uffici postali e tabaccherie. Le Regioni con una maggiore incidenza numero di rapine sono Lazio, Lombardia, Sicilia, Piemonte e Campania. Le province più colpite Milano, Monza/Brianza, Palermo, Roma e Torino”, ha affermato Racca spiegando che per contrastare il fenomeno è stata intensificata la collaborazione con le Forze dell’Ordine, “alle quali va il ringraziamento delle farmacie per l’impegno assicurato in questo senso”. Racca ha poi ricordato che nel 2010 Federfarma ha siglato un protocollo d’intesa con l’allora Ministro dell’Interno Maroni, per la realizzazione, su tutto il territorio, di un sistema di videoallarme antirapina, in collegamento con le Forze di Polizia. Per aggiornare il protocollo Federfarma ha chiesto un incontro al Ministro Alfano.

Una situazione davvero difficile, dunque, quella delle farmacie italiane. Ed è proprio per sostenere i colleghi in grave difficoltà che Federfarma ha favorito l’avvio del progetto FARMACIA SICURA che, con il supporto di Credifarma (la società finanziaria delle farmacie, Promofarma (società di servizi di Federfarma) e Farmafidi, punta a predisporre dei “piani di rientro” per le farmacie in crisi, accompagnandole in un percorso di risanamento economico.

Ma Federfarma ha in mente molti altri progetti per il rilancio della farmacia. “Per agevolare il collegamento con le strutture sanitarie pubbliche e favorire l’erogazione da parte delle farmacie di prodotti e servizi ai cittadini, stiamo predisponendo un’apposita piattaforma informatica che assicurerà la gestione monitorata tramite procedure web dell’assistenza integrativa (pannoloni, presidi per diabetici, ecc,) e dei farmaci forniti in farmacia per conto delle Asl e sarà di supporto alla sanità digitale (ricetta elettronica, dossier farmaceutico, ecc.). L’erogazione da parte della farmacia di presidi di assistenza integrativa, monitorata via web, consentirà l’eliminazione degli sprechi e il controllo in tempo reale delle forniture da parte delle Asl”.

Il sistema, che una volta a regime dovrebbe permettere ai farmacisti di dialogare con i medici di famiglia, si rivelerà - secondo Federfarma - strategico per attività come la farmacovigilanza e per la reale presa a carico del cittadino-paziente, favorendo anche l’aderenza terapeutica.

“La farmacia può dare un contributo importante alla razionalizzazione della spesa, favorendo la deospedalizzazione (attraverso la presa in carico di pazienti cronici, ADI, il monitoraggio dei consumi per garantire l’aderenza terapeutica e ridurre gli sprechi) e distribuendo i medicinali a carico del SSN, compresi quelli che oggi vengono distribuiti direttamente dalle ASL (con l’esclusione di quelli che, per le loro caratteristiche farmacologiche, richiedono un monitoraggio specifico da parte delle strutture sanitarie pubbliche). Ma per svolgere questo nuovo ruolo all’interno del sistema, la farmacia ha bisogno di risorse adeguate e di un contesto normativo stabile e coerente”, ha ribadito Racca.

Intanto, è attesa per domani la sentenza della Corte di Giustizia Europea sulla vendita di medicinali con obbligo di ricetta medica in canali diversi dalla farmacia. “L’avvocato generale della Corte si è espresso con chiarezza a favore della legittimità e validità delle norme italiane che consentono la vendita di farmaci con obbligo di ricetta medica solo in farmacia”, ha ricordato Racca. “L’avvocato – ha spiegato - ha sostenuto che estendere a parafarmacie e corner la vendita dei medicinali con ricetta significherebbe togliere ulteriori risorse alle farmacie. Questo metterebbe a rischio la sopravvivenza della rete capillare delle farmacie, che assicura la dispensazione dei farmaci in modo controllato e sicuro sull’intero territorio nazionale. Il parere dell’avvocato generale conferma la validità delle scelte di questi anni a difesa della farmacia professionale, di proprietà del farmacista, pianificata sul territorio e orientata alla tutela della salute”.

Ma a chiusura del difficile bilancio 2013 delle farmacie, Federfarma ha ricordato anche la recente buona notizia dell’approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, dello schema di decreto legislativo per il recepimento della direttiva europea 62/2011, volta a impedire l’ingresso di medicinali falsificati nella catena di fornitura legale e ora trasmesso al Parlamento. “Una parte importante della direttiva è dedicata alla vendita di farmaci on line”, ha ricordato Racca spiegando che, in particolare, lo schema di decreto legislativo prevede la vendita on line solo per i medicinali senza obbligo di ricetta medica; il rilascio dell’autorizzazione solo a siti che fanno capo a farmacie o esercizi commerciali realmente operanti sul territorio; un logo nazionale identificativo dei siti che vendono farmaci on line; la pubblicazione sul sito del Ministero della salute dell’elenco dei siti autorizzati alla vendita on line; la sorveglianza da parte dell’AIFA e dei NAS su questi siti; il blocco da parte del Ministero della salute dei siti illegali, “che quindi renderà la chiusura di questi siti più immediata rispetto ai tempi dell’Antitrust, a cui finora spettava questo compito”.
“Si tratta di una nuova opportunità per le farmacie”, ha concluso Racca, ribadendo come, infatti, la vendita sarà concessa solo attraverso i siti che faranno capo a delle vere e proprie farmacie.

04 dicembre 2013
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