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Farmacie comunali. Assofarm ai sindaci: “Vendere ora significa precludersi opportunità economiche”


In una lettera aperta il presidente Gizzi, pur comprendendo le attuali esigenze di fare cassa, ha voluto sottolineare come il decreto Cresci Italia e la riforma delle farmacie offrano importanti prospettive economiche a cui sarebbe sbagliato rinunciare. “Si priverebbe i cittadini di un servizio tra i più apprezzati”.

09 OTT - “Comprendiamo le difficoltà degli Amministratori locali, quotidianamente stretti tra drammatici e crescenti bisogni di welfare essenziale e una progressiva riduzione delle risorse a loro disposizione. Il fatto che l’idea di vendere le farmacie comunali sia dettato da esigenze di cassa, e non da posizioni ideologiche, è dimostrata dal fatto che tale volontà interessa giunte comunali di ogni colore politico”. Così il presidente di Assofarm, Venanzio Gizzi, in una lettera aperta ai sindaci dei Comuni italiani, interviene sull’opportunità di una vendita delle farmacie comunali in un momento il cui il loro valore di mercato risulta essere ai minimi storici.

L’attuale valore di mercato “in larga parte per la loro bassissima redditività - ha spiegato - Gli ultimi Governi succedutisi alla guida del Paese hanno usato le farmacie, pubbliche e private, come vero e proprio salvadanaio utile a ripianare i disavanzi causati da una spesa ospedaliera fuori controllo. Le farmacie comunali non rendono più come in passato non per il venir meno di un loro ruolo sanitario locale, né per errori di gestione da parte di chi le amministra, ma per via di scelte profondamente discutibili da parte dello Stato”.

“Se i tentativi di vendita delle farmacie comunali non hanno avuto esiti o hanno prodotto entrate sensibilmente più basse delle aspettative, ciò deve spingere a cambiare prospettiva. Gli spazi per un rilancio ci sono. Primo fra tutti quanto contenuto nel famoso Cresci Italia - ha proseguito Gizzi - La possibilità di aperture in spazi geografici di grande interesse come stazioni ferroviarie, aeroporti, porti, aree di soste autostradali, centri commerciali. In secondo luogo il grande processo in atto di riforma della farmacia italiana, che si trasformerà sempre più in luogo di dispensazione di servizi sanitari integrati con ospedali, medici di base e specialisti, offre grandi potenzialità di ripresa economica per le farmacie”.

“Rinunciare a nuove aperture strategiche o vendere oggi agli attuali prezzi di mercato - ha concluso - significa precludersi interessati opportunità economiche future e privare i cittadini di un servizio tra i più apprezzati nel panorama della sanità italiana”.  

09 ottobre 2013
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