Fumo. Studi medici in prima linea per la prevenzione di quello passivo
Soprattutto per i bambini. Locandine negli studi medici per sensibilizzare le famiglie sui danni provocati dal fumo, attivo, passivo e di terza mano, cioè il residuo di fumo di tabacco che rimane sulle superfici di casa dopo che la sigaretta è stata spenta. E' un'iniziativa della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili.
22 SET - Locandine negli ambulatori medici che mettono in guardia dai rischi che i bambini corrono a casa del fumo attivo e passivo: basso peso alla nascita e ridotto calibro delle vie aeree del neonato; riacutizzazioni asmatiche e infezioni respiratorie; bronchite cronica ed enfisema; cancro del polmone; aumentata incidenza di malattie cardiovascolari.
Consiste in questo la campagna “Spegni la sigaretta, Proteggi il tuo bambino” lanciata dalla Simri (Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili) in occasione del Congresso nazionale in corso a Bolzano. La campagna ha lo scopo di sensibilizzare le famiglie italiane sui danni provocati dal fumo, attivo e passivo, ma anche da quello più subdolo di “terza mano”, cioè il residuo di fumo di tabacco che rimane sulle superfici di casa molto dopo che una sigaretta è stata spenta.
“Ormai ci sono evidenze scientifiche sufficienti - spiega
Eugenio Baraldi, presidente della Simri - per stabilire un nesso causale tra l’esposizione al fumo e lo sviluppo di malattie come l’asma". Negli ultimi anni diversi studi hanno cercato di indagare la correlazione tra l’esposizione al fumo di sigaretta e la relativa incidenza su alcune malattie respiratorie. “Una ricerca olandese guidata da Sonnenschein-van der Voort - ricorda il presidente della Simri - sottolinea come l’esposizione fetale e infantile al fumo di tabacco influisce negativamente sui sintomi dell’asma già nella prima infanzia, e potrebbe aumentare la vulnerabilità dell’individuo agli effetti negativi dell’inquinamento atmosferico. Pertanto le associazioni tra inquinamento dell’aria e sintomi d’asma possono essere amplificate dalla concomitante esposizione al fumo di sigaretta. Altri studi - prosegue Baraldi - hanno osservato che l’asma bronchiale esordisce più precocemente e con una sintomatologia più grave nei bambini che vivono con adulti fumatori”.
Un aspetto nuovo, osservato dai ricercatori è poi quello del cosiddetto fumo di terza mano cioè l’involontaria esposizione (inalazione, ingestione o assorbimento dermico) a residui della combustione del tabacco che rimangono sulle superfici, negli oggetti, nella polvere e sui vestiti. Secondo alcuni studi il fumo di terza mano sarebbe in grado di causare anche seri danni al Dna. “I residui di nicotina e tossici della sigaretta - ricorda Baraldi - restano sui vestiti del genitore che fuma e sulle superfici interne delle abitazioni (divani, tende, oggetti vari...). Tali residui vengono rilasciati nell’ambiente anche a sigarette spente e possono quindi essere inalati o assorbiti attraverso la pelle dai bambini. Questo – conclude Baraldi - significa che i bimbi possono inalare le sostanze tossiche del fumo di sigaretta anche se i genitori fumano in terrazzo e poi rientrano in casa per prendere in braccio il bambino”.
22 settembre 2013
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