Patto per la Salute. Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl: “Niente Patto senza le professioni”
In una lettera congiunta i sindacati confederali chiedono un incontro a Lorenzin ed Errani. L’obiettivo è aprire un confronto, “nella prospettiva di una visione matura e innovativa, sui modelli di sviluppo delle professioni, sia nell’ambito tecnico professionale che in quello gestionale".
19 SET - Un incontro con il ministro della Salute Beatrice Lorenzin e il presidente delle Regioni, Vasco Errani per discutere, in vista della costruzione del nuovo Patto per la Salute, sui modelli di sviluppo delle professioni, sia nell’ambito tecnico professionale che in quello gestionale.
È quanto hanno chiesto in una lettera i rappresentanti dei tre sindacati confederali
Rossana Dettori della Fp Cgil,
Giovanni Faverin della Cisl Fp e
Giovanni Torluccio della Uil Fpl.
“In questa fase particolare di confronto costante fra Regioni e Ministero per la definizione del nuovo Patto per la salute, che rappresenta l’atto più rilevante di programmazione organizzativa e finanziaria per tutto il sistema salute, come le SS.LL hanno illustrato in recenti occasioni ai tavoli sindacali e durante iniziative pubbliche, vogliamo richiamare l’attenzione sull’importanza strategica di tutte le professioni e del loro sviluppo – hanno scritto i sindacati – il patto per la salute deve infatti essere in grado di offrire strumenti per il governo del sistema, l’appropriatezza delle prestazioni e la garanzia dell’unitarietà del servizio sanitario nazionale”.
La sfida è alta, in particolare in un contesto socio economico in continua evoluzione e dove i bisogni incomprimibili dei cittadini sono in rapida evoluzione. Per questo, aggiungono i sindacati: “Riteniamo che le scelte di programmazione che guardano ai nuovi modelli organizzativi, a partire dagli ospedali, alle diverse sperimentazioni in atto e all’indispensabile riorganizzazione della rete territoriale, richiedano scelte innovative e uno sviluppo unitario di tutte le professioni nell’ambito tecnico-scientifico e gestionale, ricomponendo quelle fratture e quelle contrapposizioni di ruoli che appartengono a “vecchie logiche del passato”.
“Per questa ragione – hanno aggiunto – vogliamo chiedervi un incontro per aprire il confronto nella prospettiva di una visione matura e innovativa dei modelli di sviluppo delle professioni, sia nell’ambito tecnico professionale e in quello gestionale; dimensione quest’ultima che risulta oggi strategica al fine di realizzare un livello sostanziale di governo organizzativo, finalizzato all’ottimizzazione e alla qualificazione dei servizi, che superi il lavoro per compiti e recepisca concretamente quello per obiettivi di salute. I nuovi modelli assistenziali in ambito ospedaliero e territoriale, l’ottimizzazione dei percorsi di cura e l’appropriatezza delle risposte ai bisogni di salute richiedono infatti figure di gestione e governancein grado di rappresentare il punto di riferimento di ogni professione e struttura”.
“In questi anni, in particolare per le professioni sanitarie e dopo la Legge 43 del 2006 e il rinnovo del Ccnl 2002-2005, si è cercato di sviluppare il profilo del “coordinamento”. Oggi però occorre imprimere un cambio di passo e realizzare un salto di qualità, ancorando l’ambito di sviluppo delle competenze manageriali ai nuovi obiettivi di salute e all’innovazione organizzativa in corso, ma soprattutto acquisendo quella necessaria flessibilità nella ridefinizione dei profili di competenza delle professioni che risponda ai reali bisogni del sistema e non solo ai vincoli giuridici ed ordinamentali. Per questo – hanno concluso – riteniamo indispensabile un confronto con le SS.LL. Certi che le nostre considerazioni possano trovare in voi interlocutori interessati e attenti, restiamo a disposizione per concordare un prossimo appuntamento”.
19 settembre 2013
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