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L'allarme dei pediatri: “Troppi antibiotici ai neonati. Anche quando non servono”

di Emanuela Medi

Della totalità degli antibiotici per le vie respiratorie prescritti ai bambini, il 66% è destinato a neonati di un anno. Il dato al congresso della Sipps in corso a Bari. Ma attenzione anche all'alimentazione con alimenti per adulti dati a bambini sotto i tre anni. E all'insorgere in età molto precoce di anoressia e bulimia. Il Congresso della Società scientifica in corso a Bari

13 SET - “Regalare un futuro migliore ai bambini e agli adolescenti, significa realizzare interventi e strategie con tutti gli operatori della sanità, senza escludere la scuola e con il supporto di una genitorialità consapevole”.
Lo ha detto il Presidente della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps), Giuseppe Di Mauro, in apertura del Congresso “Regaliamo Futuro” che vede riuniti nel capoluogo pugliese, per tre giorni, 500 tra pediatri ed esperti nel settore della prevenzione, diagnosi e terapia delle malattie dell’infanzia.
Lo slogan prende il nome da un importante progetto sviluppato, per la prima volta, dalle tre Società Scientifiche la Società Italiana di Pediatria (Sip), la Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp) e dalla Sipps, presentato a Luglio al Ministero della Salute, che prevede campagne educazionali e interventi per promuovere a 360% la salute dei bambini. Molti i temi trattati.
 
Focus sul corretto utilizzo degli antibiotici. Purtroppo sono la categoria di farmaci maggiormente utilizzata per combattere le infezioni delle vie aeree respiratorie nei bambini di età compresa tra un mese e i 18 anni. Dati recenti dimostrano come l’88% delle prescrizioni antibiotiche avviene in ambito ambulatoriale; 61,2% pediatri, 27,5% medici di famiglia. Il rapporto dell’Osservatorio Arno effettuato nel 2011 in 31 Asl del territorio nazionale ha indicato che la fascia di età a maggiore consumo di antibiotici è a 1 anno (66%), segue quella tra i 2-5 anni (65%), meno di un anno (42%).
“L’obiettivo della Consensus – spiega Di Mauro – è di offrire al pediatra di famiglia, al medico di medicina generale, ma anche ai genitori, le indicazioni per un uso razionale dell’antibiotico, anche per contenere il fenomeno dell’antibiotico-resistenza che il Italia risulta maggiore rispetto altri Paesi Europei”.
 
Corretti stili di vita e prevenzione. Preoccupa i pediatri l’esordio precoce della Anoressia Nervosa e della Bulimia Narvosa. Sono stati descritti casi a partire dai 7 anni per la prima e 12 anni per la seconda. Preoccupa l’obesità infantile che nel nostro Paese interessa un bambino su quattro. L’eccesso di peso per le sue complicanze è diventato un problema di salute pubblica soprattutto in Campania e in Sicilia, così come un problema di salute pubblica sta diventando la carenza di vitamina D sia nei paesi industrializzati che in quelli in via di sviluppo. “La carenza di vitamina D – afferma Emanuele Miragia del Giudice, associato presso la Facoltà di Medicina MED 38, II Università di Napoli – predispone al diabete e l’eccesso di peso influenzando il metabolismo di questa vitamina, può modificare il sistema muscolo-scheletrico e altre funzioni”.
 
Nonno amico, confidente, educatore, non autoritario, piacevole compagno di giochi. Ancora attuale una indagine Eurispes del 2004 sui “Nonni visti con gli occhi dei bambini”. Ma quanto i nonni Italiani aiutano i loro figli nell’accudimento dei nipoti, rispetto le altre nazioni? “Siamo bravi – dice il Leo Venturelli, pediatra e referente per l’educazione sanitaria e comunicazione della SIPPS – uno studio europeo del 2011 (SHARE) indica che l’Italia è il paese dove il 33% dei nonni si prende cura quotidianamente dei nipoti contro l’1% della Danimarca, ma – aggiunge – questo anche per effetto dei non pochi problemi economici delle famiglie giovani e della scarsità degli asili nido. Il nostro paese è fermo all’11% di frequentazione dei nidi in bambini sotto i tre anni, mentre l’obiettivo europeo è fissato almeno al 30%”.
Ma i nonni sono preparati al loro ruolo di amico-educatore? La strada è ancora lunga soprattutto in tema di sicurezza. Una ricerca della Società Americana di Pediatria presentata al Congresso nell’Ottobre del 2012, ha evidenziato come i nonni sono assolutamente incapaci di gestire un incidente domestico. Una grave lacuna anche da noi, conferma Venturelli, che la SIPPS intende colmare con appositi corsi di preparazione
 
Pappe e pesticidi. Infine una relazione cha farà discutere dal titolo poco rassicurante “Pappe e pesticidi”. Ruggiero Francavilla Docente di Pediatria e Nutrizione Pediatrica Università degli Studi di Bari parte dalla selezione della Shopper’s Guide to Pesticides in Produce che indica nella “La sporca dozzina”i 12 alimenti maggiormente contaminati dai pesticidi: per avvertire che sono proprio questi alimenti(in testa le mele) a essere dati ai bambini da 0-3 anni, soprattutto in momenti di congiuntura economica. I pediatri raccomandano di utilizzare per questa fascia di età i baby-food e di optare quei prodotti che recano l’etichettatuta appunto, baby-food.
 
Emanuela Medi

13 settembre 2013
© Riproduzione riservata

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