Tagli ai dipendenti pubblici. L'altolà Cosmed: “No a nuova stangata per medici e dirigenti”
Malgrado le smentite, secondo la Cosmed il Governo si starebbe accingendo a prolungare il blocco dei contratti dei dipendenti della pubblica amministrazione, estendendolo fino al 2014, con in più il blocco del turnover fino al 2016 e la soppressione dell’indennità di vacanza contrattuale.
04 APR - Secondo la Cosmed, “malgrado il coro di (mezze) smentite, sembra che il Governo in prorogatio, espressione di un Parlamento ormai sciolto, si accinga a prolungare il blocco dei contratti dei dipendenti della pubblica amministrazione, estendendolo fino al 2014 a coprire due tornate contrattuali, con in più il blocco del turnover fino al 2016 e la soppressione dell’indennità di vacanza contrattuale”.
Questa possibilità è, in verità, prevista dalla legge 111/2011, “ma previa concertazione con le confederazioni generali (non avvenuta) ed all’interno di un insieme di provvedimenti da mettere in campo per affrontare un contesto economico negativo - si legge in una nota delle Confederazioni - le dichiarazioni dei membri del Governo che, durante l’intera campagna elettorale, escludevano la necessità di ulteriori manovre sono già un ricordo”.
“Stupisce inoltre che proprio pochi giorni fa il Governo abbia previsto la detassazione e la riduzione dei contributi per il salario di produttività dei dipendenti privati (con un beneficio di 2.500 euro netti annui per i redditi sotto i 40.000 euro) determinando una redistribuzione delle risorse non solo dal pubblico al privato, ma dal dipendente pubblico a quello privato - prosegue la nota - i dipendenti pubblici (e solo loro) hanno il contratto di lavoro bloccato dal 2009 e al risanamento del Paese stanno pagando un prezzo elevato in termini di riduzione della occupazione, peggioramento delle condizioni di lavoro, perdita del potere di acquisto delle retribuzioni”.
“In questo contesto, l’accanimento selettivo costituirebbe un’ulteriore conferma dell’ostilità ideologica da parte del Governo nei confronti di lavoratori, impegnati a tutelare beni come sanità, istruzione e sicurezza, contribuendo anche in maniera significativa alla determinazione del Pil - ha denunciato la Cosmed - ancora più grave e contraddittorio è il blocco del turnover, già rallentato dalla riforma delle pensioni, che preclude il ricambio generazionale condannando i giovani al precariato di lungo corso ed i meno giovani a condizioni di lavoro al limite degli standard di sicurezza”.
La Confederazione è tornata poi a denunciare la “demagogia di comodo” che non pone in evidenza il fatto che l’Italia è un Paese che spende meno della media europea per sanità, assistenza ed istruzione, con un numero di dipendenti pubblici tra i più bassi d’Europa con retribuzioni inferiori alla media.
“Provvedimenti come quello che un governo senza fiducia si appresta a emanare, senza nemmeno interpellare il Parlamento, non potranno che segnare un solco profondo tra la credibilità dell’interlocutore politico e 3 milioni di lavoratori, alimentando una antipolitica che troverà espressione nelle consultazioni elettorali e provocando caos nei servizi - ha concluso la nota - lavorare per lo Stato non è un reato ed i pubblici dipendenti non possono essere i soli noti cui spremere le risorse necessarie per la salvezza dell’intero Paese”.
04 aprile 2013
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