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Verso le elezioni. Cisl Fp: “Urgente riorganizzare la sanità. Ma da Monti quasi solo tagli”


Per il sindacato "è terminato il tempo dei rinvii" sui problemi del sistema sanitario. in gioco c'è la tenuta dei servizi. Delusione per la politica sanitaria del Governo Monti. Quanto a Balduzzi, un “approccio troppo timido” e “tempi troppo brevi” per per definire ed approvare provvedimenti risolutivi.

16 GEN - Nonostante i “timidi” tentativi, c’è delusione da parte della Cisl Fp sulle politiche sanitarie del Governo Monti e del Ministro Balduzzi. Al prossimo Governo il sindacato chiede di realizzare una vera riorganizzazione del sistema, mettendo al centro dei processi il cittadino e puntando sull’integrazione e la valorizzazione di tutte le figure sanitarie. “Questo, congiuntamente ad un più deciso controllo sulle diseconomie organizzative e gli sprechi”. Anche se non sono finiti “i timori e le preoccupazioni sulla tenuta organizzativa ed economica del sistema”.

Qual è il suo bilancio sulle politiche per la sanità del Governo Monti?
Le politiche sanitarie del Governo Monti hanno per lo più confermato i tagli previsti dai provvedimenti del precedente Governo, come la riduzione del finanziamento al servizio sanitario nazionale ed il taglio dei posti letto. Tagli a cui, va sottolineato, non è corrisposta una vera riorganizzazione né del sistema sanitario nazionale né di quelli regionali. Cioè non c’è stato quel ridisegno complessivo in grado di rendere i servizi di salute più adeguati, più moderni, più uniformi sul territorio nazionale, ridisegno che la Cisl Fp chiede da tempo.
Questo sebbene, sul piano organizzativo, il ministro Balduzzi, con la legge 158/2012, abbia intrapreso un percorso che partendo dalle cure primarie, successivamente con altri provvedimenti, doveva intervenire sui servizi territoriali ed ospedalieri, determinando una concreta innovazione dei processi assistenziali e di cura, attraverso la modifica dei modelli organizzativi, la presa in carico della persona e l’integrazione professionale, così da assicurare prestazioni appropriate e di qualità.
Purtroppo l’approccio è stato troppo timido e sicuramente i tempi troppo brevi, per definire ed approvare provvedimenti che sanassero il cronico ritardo organizzativo del Sistema sanitario Italiano.

Per i professionisti sanitari cosa ha comportato in particolare il 2012?
Sulle professioni, ed in generale su tutte le figure sanitarie, con il ministero, da subito si è aperto un’interlocuzione che ha prodotto alcuni risultati, che comunque sono in attesa dei provvedimenti definitivi.
Sui professionisti della salute, abbiamo condiviso la necessità dello sviluppo e del riconoscimento delle competenze. Già dal 2010 come Cisl Fp abbiamo messo nero su bianco le nostre proposte concrete di cambiamento: dall’umanizzazione delle cure all’evoluzione dei percorsi professionali, dall’integrazione fra le diverse professioni alla programmazione universitaria, dalla formazione e certificazione delle competenze fino alla sanità privata, che non a caso - si pensi al caso Lazio - oggi è nell’occhio del ciclone. Proposte che abbiamo sottoposto tanto al ministro Fazio, quanto al ministro Balduzzi. Ma la politica, va detto, ha dimostrato poco coraggio.
Per gli infermieri il confronto ha prodotto un documento che ora è al vaglio della Conferenza delle Regioni per la definitiva approvazione.
Purtroppo, nonostante le nostre pressioni, è ancora inspiegabilmente fermo al Parlamento il testo per l’istituzione degli ordini professionali delle professioni sanitarie e, sicuramente la supposta riorganizzazione degli ordini professionali non è una valida ragione per bloccarne l’approvazione, al contrario, può favorire la riorganizzazione di tutti gli ordini, senza avallare lobby, ma per proteggere i cittadini ed i professionisti.

Quali istanze presenterete al prossimo Governo?
Noi pensiamo che il prossimo Governo debba da subito affrontare le problematiche e le carenze del Ssn.
È ormai condiviso da tutti gli addetti ai lavori che l’emergenza in sanità riguarda le cronicità, le fragilità sociali e la tecnologizzazione degli ospedali, senza trascurare la buona ricerca scientifica.
L’azione del nuovo Governo dovrà essere improntata nella riorganizzazione del sistema, mettendo al centro dei processi il cittadino, con le sue esigenze e le sue fragilità.
Pertanto, si dovrà puntare sull’integrazione e la valorizzazione di tutte le figure sanitarie, nel contesto di modelli organizzativi per intensità di cure e complessità assistenziale, partendo dalla medicina ed assistenza d’iniziativa, prendendo in carico la persona dal domicilio all’ospedale e viceversa.
Necessità un reale potenziamento dei servizi domiciliari e territoriali, anche per consentire agli ospedali di sviluppare le eccellenze ed offrire prestazioni appropriate, efficaci ed efficienti.
Questo, congiuntamente ad un più deciso controllo sulle diseconomie organizzative e gli sprechi, è oltremodo indispensabile per contenere i costi e difendere il nostro Servizio sanitario nazionale, che senza dubbio è uno dei migliori al mondo.

Oltre agli auspici, quali sono i vostri timori per l’anno appena iniziato?
I timori e le preoccupazioni sulla tenuta organizzativa ed economica del sistema non riguardano e non possono riguardare il solo anno 2012.
Come Cisl fp da anni ci battiamo e proponiamo soluzioni organizzative per rispondere con appropriatezza, efficienza ed efficacia, ai bisogni dei cittadini.
Purtroppo il ritardo accumulato è notevole, anche se varia da regione a regione. Infatti, in alcune regioni, i processi riorganizzativi sono in fase avanzata e questo si riscontra oggettivamente anche nella loro tenuta economica.
I timori e le preoccupazioni sono relativi alla situazione determinatasi negli anni. Noi guardiamo al futuro nella convinzione che è terminato il tempo dei rinvii, oggi non è più possibile lasciare irrisolte le problematiche del sistema sanitario, pena la tenuta dei servizi ai cittadini.

 

16 gennaio 2013
© Riproduzione riservata

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