Sicilia. Gli infermieri del Cni-Fsi contro la legge Balduzzi: “ Danneggia pazienti e lavoratori”
In occasione di un convegno svoltosi ieri a Catania con ospite il ministro della Salute, il sindacato ha lanciato l’allarme sul rischio mobilità che grava su molti dipendenti pubblici. “Balduzzi chiuda l´ambulatorio del Senato, che con un medico e tre infermieri, costa 700mila euro l´anno”.
16 GEN - "Il decreto Balduzzi non riorganizza le strutture ospedaliere ma taglia posti letto, danneggiando in questo modo i pazienti e i lavoratori. Per risanare il debito pubblico il Ministro dovrebbe chiudere l´ambulatorio del Senato, che con un medico e tre infermieri, costa ben 700mila euro l´anno”. Così
Calogero Coniglio, Coordinatore regionale del Cni-Fsi a margine dell’incontro avvenuto ieri a Catania con il ministro della Salute,
Renato Balduzzi.
In merito poi alle eccedenze lavorative di cui ha parlato il ministro, il sindacato ha denunciato il seguente rischio: “Se l´amministrazione non riuscisse a collocare, entro novanta giorni, i lavoratori in mobilità nella stessa organizzazione o in altre amministrazioni della Regione, i dipendenti saranno dichiarati ‘a riposo’ oppure ‘in disponibilità’ per 24 mesi con una retribuzione ridotta rispettivamente del 50% e dell´80%".
"Con la riforma saranno ancora una volta i dipendenti pubblici a pagare il prezzo più alto - ha continuato Coniglio - il Governo ha deciso di tagliare il 10% del personale dipendente senza sapere esattamente dove e come. Una stretta vigorosa investirà anche i buoni pasto che saranno ridotti e i permessi sindacali, una misura che colpisce al cuore le possibilità di funzionamento delle organizzazioni”.
I nuovi livelli essenziali di assistenza introdotti nel decreto Balduzzi, infine, diminuiscono gli aspetti di cura e assistenza che i professionisti ospedalieri devono garantire, “tutto questo a favore di un apparente controllo della spesa sanitaria”.
Il sindacato ha dunque annunciato che contrasterà “duramente” i tagli e informerà i cittadini perché anche loro sono coinvolti in questi "pericolosi" tagli alla sanità pubblica.
16 gennaio 2013
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