“La necessità di garantire un accesso precoce, equo e sostenibile alle nuove terapie mediche è al centro del dibattito sanitario italiano. Questo tema cruciale abbraccia aspetti di regolamentazione, innovazione, disparità regionali, etica e sostenibilità economica, evidenziando l’urgenza di un approccio integrato e multidisciplinare per migliorare gli esiti di salute e ridurre le disuguaglianze”. È questo il focus su cui si è concentrata la Fadoi (La Federazione dei medici internisti ospedalieri) durante una sessione di lavoro all’interno del 19° Forum Risk Management in corso ad Arezzo.
“L’Italia - sottolinea Andrea Montagnani, Presidente eletto della FADOI -registra significative disparità nell’accesso alle nuove terapie tra le diverse regioni. Queste differenze riguardano ad esempio farmaci innovativi come gli SGLT2-i per lo scompenso cardiaco, antibiotici di riserva per le sepsi e terapie triplici per la BPCO. È per questo essenziale che ogni regione adotti criteri uniformi per l’accesso, garantendo così equità e appropriatezza, anche attraverso la formazione dei medici per un utilizzo efficiente e sostenibile delle risorse”.
“E in questo senso – prosegue Montagnani - l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) gioca un ruolo cruciale nel processo di approvazione delle nuove terapie, influenzando direttamente la velocità con cui trattamenti innovativi diventano disponibili ai pazienti. Ma al contempo è necessario un quadro normativo efficace che deve bilanciare l'urgenza di introdurre nuovi farmaci con la necessità di garantire sicurezza ed efficacia. In particolare, l’accelerazione delle sperimentazioni cliniche e la promozione di politiche di accesso anticipato possono offrire una risposta concreta ai bisogni di salute emergenti”.
In quest’ottica la FADOI propone anche delle soluzioni: “Le terapie emergenti, come ad esempio quelle geniche e personalizzate, rappresentano una sfida per la sostenibilità del sistema sanitario. La cooperazione pubblico-privato potrebbe offrire una soluzione strategica per distribuire costi e rischi, accelerando al contempo la ricerca e l’accesso alle cure. Ma non solo, le terapie emergenti richiedono un dialogo trasparente con i pazienti, fornendo loro informazioni sui benefici e rischi, affinché possano partecipare attivamente alle decisioni terapeutiche. L'uso compassionevole di farmaci, regolato da linee guida etiche, rappresenta una soluzione per garantire trattamenti in situazioni di emergenza clinica”.
Così come per FADOI “la digitalizzazione del sistema sanitario italiano può migliorare l’accesso alle cure, soprattutto nelle aree rurali o svantaggiate. Cartelle cliniche elettroniche, telemedicina e intelligenza artificiale sono strumenti fondamentali per personalizzare i trattamenti, monitorare l’aderenza terapeutica e pianificare risorse in modo più efficiente. La digitalizzazione consente inoltre una gestione centralizzata delle informazioni, favorendo collaborazioni tra ricercatori e clinici per lo sviluppo di nuove terapie”.
“Garantire un accesso precoce ed equo alle nuove terapie – afferma il Presidente di FADOI, Francesco Dentali - non è solo un imperativo sanitario, ma anche una questione di giustizia sociale. È necessario un approccio integrato che unisca innovazione, sostenibilità economica, etica e digitalizzazione per costruire un sistema sanitario più inclusivo e resiliente. Le istituzioni, le società scientifiche, i professionisti sanitari e i pazienti devono collaborare per trasformare queste sfide in opportunità, assicurando che nessuno venga lasciato indietro nella lotta per una salute migliore”.