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Medici stranieri e problematiche burocratico-assicurative


Sono tanti i medici di nazionalità estera che lavorano nel nostro paese. Purtroppo la burocrazia non gioca a loro favore: diversi ostacoli si frappongono fra la loro volontà di esercitare e l’adempimento degli obblighi deontologici.

02 AGO -

In un articolo di qualche mese addietro il Corriere della Sera metteva in evidenza un dato decisamente interessante: l’incremento della presenza dei medici extra UE nel nostro paese, a seguito della drammatica vicenda della pandemia 2020-2021. Se il numero dei medici stranieri pre-pandemia, nel 2019, si attestava poco sopra le 19.000 unità, nel 2023 questo saliva a ben 24.500. Oggi il loro numero complessivo si attesta sui 28.000 e – a quanto risulta – ben l’87% di questi proviene da paesi extra UE.
Si tratta di un numero importante di professionisti della salute, che lavora nel nostro paese e che è costretto, suo malgrado, a fare i conti con una burocrazia particolarmente bizantina, tale cioè da impedir loro, molto spesso, di poter lavorare con la giusta serenità e le dovute tutele. Ma andiamo per gradi.

Medici stranieri e medici italiani laureati all’estero

Quando si parla di medici stranieri in realtà stiamo considerando un troppo ampio insieme di professionisti e, al contempo, un insieme troppo ristretto. Per poter analizzare bene le problematiche a cui i professionisti esteri vanno incontro, risulta infatti opportuno suddividere tale insieme in alcuni sottogruppi, in primis i cittadini UE e quelli di paesi extra UE. Allo stesso tempo, va anche preso in considerazione il caso dei cittadini italiani che all’estero hanno conseguito laurea e/o la specializzazione.
E’ inoltre opportuno qui precisare che quando si parla di “paesi UE” lo si intende fare in senso decisamente ampio. Con tale dizione vanno intesi anche – oltre ai paesi dell’Unione Europea (Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria), anche quelli che fanno parte dello Spazio Economico Europeo (Islanda, Liechtenstein, Regno Unito, Norvegia) più la Svizzera.

I medici stranieri provenienti da paesi UE

Le casistiche che riguardano i medici stranieri provenienti da un paese UE sono le seguenti tre:

  1. medici laureati in Italia;
  2. medici laureati in UE;
  3. medici laureati in un paese extra UE.

Il caso di cui al punto 1. è sostanzialmente privo di particolari intoppi: tutti i cittadini UE hanno infatti “diritto di stabilimento” nel nostro paese e – una volta presavi la residenza, essendo il titolo conseguito in loco – possono tranquillamente iscriversi all’Ordine ed esercitare la professione senza problemi.
Per i medici laureati in UE (punto 2.) v’è invece la necessità di farsi riconoscere il titolo di studio. A tal fine, va presentata apposita domanda al Ministero della Salute tramite la modulistica scaricabile online. Una volta ottenuto il riconoscimento, se residente nel nostro paese, il cittadino UE può iniziare l’iter per iscriversi all’Ordine ed esercitare la professione. Risulta infatti indispensabile che questi abbia competenze linguistiche e di normativa sufficienti per poter svolgere il proprio ruolo: a tale scopo, è l’Ordine stesso che effettua le verifiche necessarie del caso e consente, o meno, l’iscrizione all’Albo.
In merito al punto 3. Le cose sono un po’ più complesse. Anche in tal caso il titolo – essendo stato conseguito all’estero – necessita di un riconoscimento formale da parte del Ministero della Salute. In quanto però il paese dove si è conseguita la laurea è “extra UE”, vi è la necessità di coinvolgere, nella disamina del caso, anche il Ministero dell’Università e della Ricerca. Una apposita Conferenza dei Servizi è chiamata quindi ad esaminare il piano di studi del candidato la quale, al termine dell’indagine, può:

Nel caso in cui il titolo venga subito riconosciuto, il medico ha due anni di tempo per iscriversi all’Ordine. Se invece viene richiesta una verifica, l’iscrizione potrà essere effettuata solo al completamento del processo prescritto dalla Conferenza dei Servizi e in seguito al superamento dell’esame di abilitazione. Anche in questo caso, ovviamente, sarà necessario in via preliminare verificare, da parte dell’Ordine, la conoscenza della lingua italiana e delle normative nazionali.

I medici italiani laureati all’estero

Per i nostri connazionali che hanno compiuto gli studi all’estero i casi che si presentano sono due: o la laurea è conseguita in un paese UE, o è conseguita in un paese extra UE. In entrambi i casi v’è la necessità di vedersi riconoscere il titolo di studio, secondo quanto già descritto nel precedente paragrafo, rispettivamente al punto 2. (laurea in UE) e al punto 3. (laurea extra UE), fatta eccezione per la verifica delle competenze linguistiche e normative.

I medici stranieri provenienti da paesi extra UE

Il medico straniero proveniente da un paese non comunitario ha una particolarità in più rispetto al medico di provenienza UE: questi è infatti soggetto alle regole che disciplinano l’immigrazione nel nostro paese. Se in relazione al riconoscimento del titolo di studio vale quanto riportato più sopra (si vedano i punti 1., 2. e 3.), in merito alla possibilità di stabilirsi ed esercitare liberamente nel nostro paese va considerato anche a quale titolo la persona risiede in Italia. I permessi di soggiorno attualmente validi nel nostro paese sono i seguenti:

Ricordiamo che i permessi di soggiorno sono temporanei e vanno rinnovati periodicamente in Questura: se il rinnovo salta, scatta anche l’eventuale cancellazione dall’Albo.

Medici stranieri e problematiche assicurative

La compagnia “[…] si obbliga a tenere indenne l'Assicurato, fino al Massimale indicato in Polizza, di quanto è tenuto a pagare quale civilmente responsabile, ai sensi di legge, a titolo di risarcimento (capitale, interessi e spese) per danni che derivano da lesioni personali, morte e danni a cose o per Perdite patrimoniali, se espressamente previste, involontariamente cagionati a terzi nell’esercizio dell’attività professionale sanitaria, o di interesse sanitario, indicata in Polizza e svolta nei termini e limiti stabiliti dalla vigente normativa e in regola con l’iscrizione all’Albo professionale di appartenenza […]”.
Il passo sopra riportato è tratto dalle Condizioni Generali di Assicurazione della polizza di Responsabilità Civile Professionale Sanitaria di una primaria compagnia di assicurazione italiana la quale, come si può leggere, subordina la copertura all’iscrizione all’Albo professionale.
Da quanto abbiamo riportato nei paragrafi precedenti, moltissimi sono i medici stranieri in attività nel nostro paese che anelano di iscriversi regolarmente all’Ordine, ma che non possono farlo per le lungaggini burocratiche del sistema. La mancata iscrizione però comporta anche – come è evidente – anche la estrema difficoltà ad assicurarsi dai rischi di responsabilità civile.
Fortunatamente Sanitassicura, grazie ad un accordo con AM Trust, può fornire la giusta copertura anche a quei professionisti della salute che non possono essere in regola con l’iscrizione all’Ordine ma che costantemente operano nei nostri reparti, e che hanno rappresentato in tempi recenti e rappresentano ancora un supporto fondamentale per il nostro Servizio Sanitario Nazionale.



02 agosto 2024
© Riproduzione riservata

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