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Autonomia differenziata. Fnovi: “Evitare il rischio deriva del Ssn e interventi ‘differenziati’ sulle professioni” 


La Federazione degli Ordini dei Medici Veterinari auspica un rinnovamento che tenga salda l’unità del Ssn. A questo scopo sottolinea la necessità di rafforzare il ruolo del ministero della Salute quale “garante del principio costituzionale del diritto alla tutela della salute”, oltre che “organo vigilante delle professioni sanitarie. Per la Fnovi, infatti, qualsiasi intervento ‘differenziato’ sull’ordinamento delle professioni provocherebbe “confusioni e inefficienze”.

18 LUG - “Grande preoccupazione” da parte della Federazione Nazionale degli Ordini dei medici Veterinari Italiani (Fnovi) per le conseguenze, anche immediate, che potrebbero arrivare dall’Autonomia differenziata.

Le riflessioni all’interno della Federazione si sono concentrate in particolare su alcuni aspetti quali la Salute, sulla quale molte Regioni hanno espresso l’intenzione di richiedere l’autonomia legislativa, e la devolution delle professioni, materia che - indipendente dalla definizione dei LEP - potrà essere subito approcciata senza dover attendere gli specifici accordi previsti per le 23 materie regolamentate dalla Legge. La posizione della Fnovi è chiara, e in armonia con le posizioni espresse anche da altri organismi ordinistici esponenziali di altre professioni sanitarie: “Contrarietà alla riforma dell’autonomia differenziata realizzatasi” e auspicio che “il rinnovamento in itinere possa caratterizzarsi dell’impegno ad evitare il rischio di una qualsiasi deriva del Servizio Sanitario Nazionale”.

A questo scopo la Fnovi ha sottolineato la necessità di rafforzare il ruolo del Ministero della Salute così che possano risultare bilanciate le istanze dell’autonomia da un lato con le garanzie di identiche qualità e competenza sul territorio dall’altro. Per la Fnovi serve sostenere il ruolo del ministero quale “garante del principio costituzionale del diritto alla tutela della salute stessa, così da evitare che la possibilità attribuita alle Regioni ad autodeterminarsi con interventi mirati possa tradursi in limitazioni dei principi di universalità e di equità”, spiega la Federazione in una nota.

Fnovi inoltre ritiene che il Ministero della Salute debba “continuare ad essere l’organo vigilante delle professioni sanitarie, mantenendo il ruolo di soggetto garante anche degli standard qualitativi ed esprime preoccupazione ove dovesse registrarsi la perdita di queste precipue funzioni con conseguente disomogeneità delle competenze che metterebbe a rischio i riferimenti dei cittadini”.

È pertanto netta la contrarietà della Federazione circa l’ipotesi di devoluzione alle Regioni della normativa su tutte le professioni intellettuali regolamentate: “La giurisprudenza costituzionale – ricorda - ha da tempo chiarito che l’argomento “professioni” consta di una serie di materie tutte imprescindibilmente rimesse alla potestà legislativa statale in via esclusiva, senza spazio per la potestà legislativa regionale. Tutte le regole concernenti le professioni intellettuali devono restare riservate alla legislazione dello Stato, ma ancor più quelle delle professioni dell’area sanitaria stante che il diritto alla salute sostenuto dalle professioni mediche è di rango costituzionale”.

“Le professioni – argomenta ancora la Fnovi -, la cui competenza e specializzazione rappresentano parametri sociali importanti, operano su tematiche intimamente collegate a valori a cui la comunità dà forte importanza e garantiscono a tutti i cittadini diritti costituzionalmente tutelati”.

La Federazione, dunque, dice “No” a “qualsiasi intervento ‘differenziato’” che operasse sull’ordinamento delle professioni: “Questo sarebbe idoneo a provocare confusioni e inefficienze, introducendo diversità di esercizi professionali che certamente indebolirebbero non sola la posizione dei professionisti italiani a livello europeo, ma quella stessa del Paese”.

Da ciò l’invito rivolto al Governo, impegnato nell’attuazione delle nuove disposizioni di legge, “ad ascoltare il Paese che chiede che il rinnovamento si accompagni a certezze e a sicurezza sociale”.

18 luglio 2024
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