Simg su parole Monti: “La riforma deve partire dalla medicina di famiglia”
Per i medici di medicina generale i troppi tagli nel corso degli anni hanno impoverito il servizio sanitario nazionale. Cricelli: “Serve una forte assunzione di responsabilità della classe politica. Altrimenti i cittadini saranno costretti a rivolgersi al privato per curarsi”.
28 NOV - “In questi anni abbiamo assistito a preoccupanti interventi che hanno determinato un sostanziale sottofinanziamento del Ssn. Il sistema oggi è vicino al collasso e molti cittadini sono costretti a ricorrere al privato. Serve una forte assunzione di responsabilità da parte dell’intera classe politica che dal prossimo anno sarà chiamata a governare il Paese”. Così
Claudio Cricelli, presidente della Società Italiana di Medicina Generale (Simg), ha commentato l’allarme lanciato dal Presidente del Consiglio, Mario Monti, sulle difficili prospettive per la sostenibilità futura del servizio sanitario e sulla necessità di individuare nuove modalità di finanziamento e di organizzazione dei servizi e delle prestazioni.
“Da tempo – ha proseguito Cricelli – ribadiamo l’importanza di una riforma globale dell’intero sistema sanitario, che parta dalle cure primarie e includa necessariamente la componente ospedaliera. Perché questo cambiamento si verifichi, abbiamo bisogno non solo di investimenti, ma anche di una mentalità nuova che attragga risorse nel nostro Paese. La realizzazione del Decreto Balduzzi sulla riorganizzazione dell’assistenza territoriale non può avvenire a costo zero”.
“Le esperienze realizzate dalla Simg –ha concluso Cricelli - dimostrano che il medico di famiglia è in grado di prendersi cura dei pazienti cronici e di produrre risultati di salute misurabili e verificabili in termini di riduzione dei ricoveri, risparmi e miglioramento della qualità di vita delle persone. Il servizio sanitario si deve fidare dei medici di famiglia e offrire segni tangibili di questa fiducia finanziando in modo adeguato il comparto che, se opportunamente attrezzato, è in grado di gestire la cronicità e la complessità senza ricorrere ai servizi ospedalieri”.
28 novembre 2012
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