“La Federazione nazionale degli ordini della professione sanitaria di fisioterapista è particolarmente sensibile alle tematiche relative alla disabilità, una condizione che interessa in Italia quasi 13 milioni di persone, e nella quale in moltissimi casi il fisioterapista è presente tra i professionisti sanitari coinvolti nella presa in carico”.
Così il Presidente Fnofi, Piero Ferrante, audito dalla 10° Commissione permanente Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale del Senato della Repubblica, in merito allo Schema di Decreto legislativo recante “Definizione della condizione di disabilità, della valutazione di base, di accomodamento ragionevole, della valutazione multidimensionale per l’elaborazione e attuazione del progetto di vita individuale personalizzato e partecipato”.
La Fnofi, ha sottolineato Ferrante, riconosce ed apprezza “l’intento del provvedimento normativo di ridurre i tempi e gli oneri per la gestione dei procedimenti amministrativi, con particolare riferimento a quelli che prevedono l’intervento di più accertamenti complessi, stante la necessità di dare attuazione alla Convenzione ONU, con specifico riferimento alla introduzione di una disciplina nazionale in materia di accomodamento ragionevole e di prevedere di un sistema adeguato di graduazione dei sostegni per le persone con disabilità”.
La Federazione durante l’audizione ha concentrato la sua attenzione sulle disposizioni contenute in tre articoli: Art.12, Aggiornamento delle definizioni, dei criteri e delle modalità di accertamento e di valutazione di base, a seguito dell'adozione delle classificazioni ICD e ICF; Art. 24, Unità di valutazione multidimensionale; Art.29, Referente per l’attuazione del progetto di vita.
Su ognuno di questi articoli Fnofi ha proposto una modifica illustrata in Commissione dal Presidente.
Nello specifico all’Art. 12 è stato proposto che il comma 2 vada modificato nel senso che si debba tenere conto “delle differenze di sesso, degli orientamenti di genere e delle differenze di età” (modifica proposta a fini antidiscriminatori).
All’Art. 24 FNOFI propone che il comma 2 sia modificato come segue: “… uno o più professionisti sanitari designati dalla Azienda Sanitaria o dal distretto sanitario, individuati coerentemente con la prevalenza del bisogno rilevato secondo i principi ICF, col compito di garantire l’integrazione sociosanitaria, di cui uno assume la funzione di coordinatore dell’unità di valutazione multidimensionale” (proposta di modifica al fine di identificare un principio che conduca all’individuazione del profilo di professionista più appropriato per bisogni differenti, che potrebbero essere assistenziali, riabilitativi, clinici, sociali…).
All’Art. 29 la Federazione ha proposto durante l’audizione di modificare così il comma 1 “Le Regioni disciplinano i profili soggettivi per l’individuazione del referente per l’attuazione del progetto di vita, i relativi compiti legati alla prevalenza del progetto di vita, sulla scorta dei principi che regolano la valutazione multidimensionale secondo ICF, garantendo la migliore corrispondenza tra il bisogno prevalente della persona ed il profilo del referente individuato”.
La proposta è stata avanzata da Piero Ferrante affinché il Decreto si impegni a identificare il referente per l’attuazione del progetto di vita oggetto dell’articolo, privilegiando la scelta di profili capaci di interpretare e interagire con il profilo di funzionamento della persona, alla luce della disabilità presente e delle risorse dell’individuo, nonché dei livelli di partecipazione da implementare.