“Il dibattito pubblico di questi giorni si è concentrato quasi esclusivamente sulla cosiddetta prestazione universale, prevista dal decreto, ossia nella somma di 850 euro mensili che nel 2025 e 2026 sarà messa a disposizione, in aggiunta alla indennità di accompagnamento, per gli anziani non autosufficienti in condizioni gravi e con un ISEE di massimo 6000 euro. Non possiamo che esserne lieti ma ci preme evidenziare, come già fatto da più voci, che si tratta di una misura provvisoria, nella logica del bonus, che sarà destinata a circa 25mila anziani e che, in questa forma, sarebbe impossibile estendere ad una platea più ampia. Ma la riforma è ancora tutta da costruire: se convince l’approccio per la procedura di valutazione multidimensionale, mancano indicazioni stringenti sia sull’assistenza domiciliare affinché sia effettivamente rispondente ai bisogni dei nostri anziani e garantisca l’integrazione fra servizi di natura sanitaria e di natura sociale, sia sugli standard di qualità delle residenze sanitarie assistenziali di cui in pandemia si è ripetutamente parlato, sia su una misura di prestazione universale sostenibile per il futuro”.
Così Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva audita insieme Cristiano Gori del Patto per la non autosufficienza (nel corso dell’audizione sono state presentate le proposte delle associazioni)
“Insieme a tutte le organizzazioni del Patto – ha concluso – auspichiamo che, come avvenuto per la Legge Delega, si continui un confronto aperto e serrato per una revisione del decreto la cui approvazione definitiva dovrebbe arrivare a 40 giorni circa dalla approvazione preliminare in Consiglio dei Ministri dello scorso 25 gennaio. Vogliamo fare in modo che questa riforma, fin dall’inizio sostenuta da tutte le forze parlamentari che hanno votato all’unanimità la legge 33/2023, sia un esempio di come i servizi pubblici del nostro Paese possano migliorare con una stretta e leale collaborazione tra istituzioni politiche e cittadini”.