Tecniche ortopediche. La Fioto plaude all’impegno di Ciocchetti contro l’abusivismo professionale
Il vicepresidente della commissione Affari Sociali della Camera annuncia il proprio impegno per un emendamento per una coerente declinazione del termine Ortopedia e Ortopedia sanitaria. Perrino (Fioto): “In ambito privato spesso il termine ortopedia viene utilizzato impropriamente senza alcuna garanzia del personale sanitario di riferimento e cioè il Tecnico Ortopedico. Da qui l’esigenza di una norma che disciplini l’uso del termine”.
29 GEN - Definire per legge una coerente declinazione del termine Ortopedia e Ortopedia Sanitaria quali luoghi abilitati alla immissione in servizio/commercio di una prestazione sanitaria ortoprotesica, allo scopo di contrastare l’abusivismo nel settore ortoprotesico. Questo l’obiettivo di un emendamento che l’onorevole
Luciano Ciocchetti (FdI), vicepresidente della Commissione Affari Sociali della Camera, ha annunciato nel corso di un recente incontro.
“Ciocchetti – riferisce la Fioto - ha sottolineato l'importanza sociale di tale iniziativa, perché consente al cittadino utente di rivolgersi unicamente alle strutture ortopediche abilitate, in grado di erogare prestazioni protesiche in sicurezza e di qualità. Una fascia di utenza in costante aumento, caratterizzata non solo dalla presenza sempre più numerosa di ultrasessantenni con polipatologie, ma anche dall'aumento degli infortuni nei contesti di vita e lavoro. Da qui l’esigenza di proteggere i cittadini più fragili, fornendo loro un accesso adeguato a servizi ortoprotesici affidabili”.
Le prestazioni di assistenza protesica, ricorda d’altra parte la Federazione, “sono prestazioni sanitarie che consistono nella messa in servizio di un dispositivo medico (protesi esterne, ortesi ed ausili tecnici per disabili) a tale scopo selezionato, personalizzato e/o prodotto dal soggetto abilitato : il tecnico ortopedico ovvero l’azienda ortopedica, l’Ortopedia e/o la Sanitaria Ortopedia. Le prestazioni ortoprotesiche sono l’espressione di un piano terapeutico, definito da uno specialista prescrittore (diagnosi e ricetta medica), per la prevenzione, la correzione o la compensazione di alterazioni, disarmonie o disabilità funzionali conseguenti a patologie o lesioni, altresì utili al potenziamento delle abilità residue nonché alla promozione dell’autonomia della persona. Numerose prestazioni di assistenza protesica rientrano nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) che il Servizio sanitario nazionale garantisce alle persone riconosciute invalide o in attesa di riconoscimento dell’invalidità, secondo le modalità di erogazione previste”.
Le prestazioni ortoprotesiche rientranti nei Lea comprendono: sia i dispositivi protesici su misura, erogati dalle aziende ortopediche accreditate secondo tariffe predefininte; sia i dispositivi protesici predisposti o standard adattabili e/o paziente specifico, che necessitano di una eventuale attività di adattamento da parte del tecnico ortopedico; ovvero che possono essere immessi in servizio da una azienda ortopedica accreditata, munita del personale sanitario di riferimento, ma attraverso il sistema delle procedure pubbliche di acquisto. sia dispositivi finiti erogabili tal quale senza alcun apporto professionalizzante.
Esistono, pertanto, tre tipologie di “esercizi commerciali” ben distinti, ma che altresì esprimono e operano impropriamente la stessa tipologia di attività commerciale e professionale, inducendo nel cittadino/utente uno stato di equivoca “ambientazione sanitaria”. Essi sono: - la “Sanitaria”, - la “Sanitaria Ortopedia”, (codice Ateco 47.74.00 - Commercio al dettaglio di articoli medicali e ortopedici in esercizi specializzati) - l’ ”Ortopedia” (codice Ateco 32.50.30 - fabbricazione di protesi ortopediche, altre protesi ed ausili (inclusa riparazione)
“La
Sanitaria – chiarisce quindi la Fioto in una nota a firma del presidente pro tempore,
Nicola Perrino - è di fatto un esercizio commerciale che opera la messa in commercio di dispositivi medici prodotti in serie e di libera vendita, ovvero dispositivi che sono ceduti tal quale, senza necessità da parte dell’addetto alle vendite, che non è un tecnico ortopedico, di alcuna valutazione, individuazione del giusto presidio e/o applicazione all’utente”.
La
Sanitaria Ortopedia, invece, “è un esercizio ibrido tra commercializzazione di presidi di serie pronti all’uso e di libera vendita, piuttosto che dispositivi di serie, anche su prescrizione medica, che necessitano di individuazione, valutazione, personalizzazione e applicazione da parte di personale abilitato (specializzati e/o professionisti sanitari – tecnico ortopedico)”.
L’Ortopedia, infine, “è una struttura complessa, un opificio registrato al Ministero della Salute per la produzione di dispositivi medici su misura e relativa commercializzazione, nonché per la vendita e la personalizzazione di dispositivi di serie che devono rispondere a specifiche esigenze dell’utente. In queste aziende, presta specificatamente la propria opera il Tecnico ortopedico”.
In ambito pubblico, spiega Perrino, “è il Servizio Sanitario Regionale che definisce criteri e requisiti minimi di struttura, personale e organizzazione al fine di accreditare queste strutture, vigilarne le attività. In ambito privato, invece, non esistono vincoli di sorta e spesso il termine Ortopedia viene utilizzato impropriamente senza alcuna garanzia del personale sanitario di riferimento e cioè il Tecnico Ortopedico. Da qui l’esigenza di una norma, ha ribadito l’On.le Ciocchetti, che disciplini l’utilizzo del termine “ortopedia” nella forma e sostanza, per una corretta tutela della salute; ponendo fine agli abusi e alle asimmetriche condizioni operative dei professionisti della tecnica ortopedica, nel superiore interesse del cittadino”.
29 gennaio 2024
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