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Violenza sulle donne. Onotri (Smi): “Adesso basta. Le istituzioni diano una risposta efficace” 


Il segretario generale del sindacato evidenzia come le aggressioni ai medici abbiano spesso visto vittime le donne, “esposte più facilmente ad essere oggetto di una violenza dall’esito infausto”. Per Onotri occorre affrontare il problema anche introducendo nelle scuole di “campagne di sensibilizzazione e specifici insegnamenti” e prevedendo “presidi di medicina scolastica per intercettare il disagio psichico” e sostenere “lo sviluppo dell’educazione sessuale”.

22 NOV - “L’omicidio di Giulia Cecchettin ha scosso molto l’opinione pubblica e ha portato alla ribalta una nuova drammatica dimensione del fenomeno della violenza sulle donne in Italia, violenza che colpito più volte anche il mondo medico con colleghe uccise sul posto di lavoro. L’essere donna le ha esposte più facilmente ad essere oggetto di una violenza dall’esito infausto”. A dichiararlo, in una nota, Pina Onotri, segretario generale del Sindacato Medici Italiani (Smi).

“Lo scorso anno – aggiunge Onotri -, nei pronto soccorsi italiani si sono recate 14.448 donne vittima di violenza. A fornire i dati è il Ministero della Salute. Per questo, da quasi un decennio i pronto soccorso italiani hanno cominciato ad attrezzarsi per dare aiuto alle donne e, dal 2017, esistono linee guida nazionali che prevedono l'istituzione di appositi percorsi protetti che garantiscono cura, sicurezza e orientamento ai servizi antiviolenza per sé stesse e i figli minori. Ma tutto questo non è bastato!”.

Per il segretario generale dello Smi “occorre adesso affrontare la questione in modo strutturale e per questo auspichiamo che il Parlamento in modo assolutamente unitario, introduca nelle scuole campagne di sensibilizzazione e specifici insegnamenti, partendo dal riguardo degli altri, delle leggi e delle istituzioni. Educare, in definitiva, al rispetto della vita e dell’individuo”.

Inoltre “bisognerebbe prevedere presidi di medicina scolastica anche, tra le altre cose, per intercettare il disagio psichico dei giovani, per opere di prevenzione ed educazione. Per di più la medicina scolastica aiuterebbe lo sviluppo dell’educazione sessuale. L’Italia, infatti – osserva Onotri - , è uno dei pochi paesi europei a non avere introdotto programmi di educazione sessuale obbligatoria in classe. La violenza sulle donne, e molte volte anche sulle donne medico, si combatte aprendo una nuova stagione educativa dedicata alle giovani generazioni e introducendo pene certe e severe per i colpevoli”.

22 novembre 2023
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