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Cardiologia. Anmco: “In Italia mancano circa 826 medici” 


Per il presidente dei cardiologi ospedalieri, Fabrizio Oliva, la causa è da attribuire alla mancata valutazione e programmazione negli anni passati, ma anche al divario tra la retribuzione degli specialisti tra settore pubblico, privato e, anche con l’attività all’estero. L’impegno della cardiologia non viene comunque meno: “Negli ultimi anni attività cresciuta in modo esponenziale, sia in senso quantitativo che qualitativo”.

07 SET - La mancanza di medici negli ospedali e nei servizi territoriali di cui da tempo si parla in Italia non risparmia il settore della Cardiologia. La stima parla di una carenza di circa 826 medici specialisti in malattie dell’apparato cardiovascolare. A fare il punto è l’Associazione dei medici cardiologi ospedalieri (Anmco) in occasione degli stati generali della categoria, da cui si evidenzia anche come la Cardiologia sia “una delle specialità che, per la tipologia di attività trasversale che svolge (dall’attività ambulatoriale, a quella di degenza intensiva ed ordinaria ed all’attività di sala) e per la capillarità della sua diffusione (strutture territoriali ed ospedaliere), risente in modo particolare di questa carenza di organico”.

“Alcuni dei principali fattori – dichiara in una nota Fabrizio Oliva, presidente Anmco e direttore della Cardiologia 1 dell’Ospedale Niguarda di Milano - che contribuiscono a questa carenza di specialisti cardiologi, tendenzialmente diffusa in tutte le Regioni Italiane, sono rappresentati da una mancata valutazione e programmazione negli anni passati, del corretto numero di Cardiologi che dovevano essere formati nelle Scuole di Specializzazione. Politiche prolungate di blocco del turn-over, finalizzate solo ad una visione di risparmio a breve termine. Un divario eccessivo tra la retribuzione degli specialisti tra settore pubblico, privato e, negli ultimi tempi, anche con l’attività all’estero, che crea una competizione difficilmente sostenibile (Dei neo-specialisti, il 25% opta per attività lavorative diverse dall’impiego nel SSN) L’assunzione di giovani medici ancora in formazione si è rivelata una soluzione transitoria”.

“A fronte di questa carenza di personale – continua Oliva - la Cardiologia ha negli ultimi anni visto crescere in modo esponenziale la sua attività sia in senso quantitativo che qualitativo, con un incremento del numero e della complessità delle attività di emodinamica, elettrofisiologia ed interventistica strutturale e della complessità dei pazienti assistiti nelle nostre UTIC. Ci viene inoltre chiesto di contrastare il fenomeno dell’importante incremento dei tempi di attesa per le visite cardiologiche registrato dopo la pandemia ed il cardiologo, sempre più spesso, viene ‘precettato’ per coprire carenze di personale in Area Medica o Medicina d’urgenza. Dovremo anche a breve essere coinvolti, secondo i principi del PNRR, nei programmi della gestione di patologie croniche, come lo scompenso cardiaco, che prevedono nuovi modelli gestionali presso le Case di comunità e nuovi strumenti di telemedicina”, conclude il presidente Anmco.

07 settembre 2023
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