La proposta del Forum Disuguaglianze e Diversità di creare un’infrastruttura pubblica europea entra nelle conclusioni e raccomandazioni finali del Rapporto sulle lezioni della pandemia di Covid approvato il 12 giugno dalla Commissione COVI (par. 169, raccomandazione finale 601). Un risultato frutto del lavoro di questi anni di un’alleanza vasta fra scienziati, medici e organizzazioni della cittadinanza attiva.
Nel testo finale, che attualmente è programmato per la discussione in plenaria al Parlamento europeo l’11 luglio prossimo, si propone anche di ridisegnare HERA (la direzione della Commissione Europea per le emergenze sanitarie), trasformandola in un’agenzia più autonoma, con budget maggiore, missione più ampia e maggiore trasparenza. Viene poi rimarcato quanto emerso dallo studio indipendente redatto proprio per la Commissione COVI da Massimo Florio e Simona Gamba (Università di Milano) e da Chiara Pancotti (CSIL), ovvero che il rischio finanziario per la realizzazione dei vaccini è stato assunto soprattutto dal pubblico, ossia dai contribuenti, più che dall’industria farmaceutica e quindi Commissione e Stati Membri sono invitati a far sì che in futuro tale contributo “produca adeguati benefici nell’interesse pubblico”, una forte, ancorché implicita, critica alla gestione della Commissione. Si riconosce inoltre un’insufficiente trasparenza nella relazione con le aziende farmaceutiche nei mesi della pandemia e che su questo aspetto servono nuove regole certe, in particolare l’obbligo per le imprese di dichiarare i contributi pubblici ricevuti.
“La portata politica della raccomandazione di creare una infrastruttura pubblica europea per vaccini e farmaci è alta. Un segnale positivo importante. Tuttavia rischia di perdersi, data la dimensione prolissa (617 punti) del Rapporto. Si torna in modo talora contraddittorio sugli stessi argomenti e, segnatamente, a volte si dà un giudizio acriticamente positivo sui diritti di proprietà intellettuale come motore dello sviluppo dei vaccini, pur riconoscendo che i brevetti hanno limitato l’accesso ai vaccini nel mondo. Occorre più coraggio per cambiare il modello dell’innovazione biomedica”, ha affermato Massimo Florio, membro del ForumDD e promotore della proposta di creare un’infrastruttura pubblica europea per la salute.
Ora che è uscito il Rapporto, il documentario aiuta a comprendere la sua importanza e a coglierne le innovazioni. E consente di diffondere informazione e mobilitarsi ancora più in previsione del dibattito in Assemblea del Parlamento Europeo, affinché non ci siano passi indietro e anzi il messaggio della necessità di una “salute bene comune” assuma un più forte e non ambiguo significato politico. Per supportare la campagna tutti i cittadini e le cittadine possono inoltre firmare la petizione “Una infrastruttura europea per i vaccini, farmaci e innovazione biomedica” che ha già ricevuto la firma di importanti personalità e associazioni impegnate da anni per il diritto alla salute pubblica.