Quello della rete delle cure intermedie è un discorso che viene da lontano. Se ne parla da tempo, già con i Piani Sanitari Nazionali 2006-2008 e 2011-2013, e negli anni si sono gettate le basi per ciò che oggi dovrebbe essere attuato con i fondi del PNRR e con una consapevolezza tutta nuova derivante dalla pandemia da Covid-19.
Il Progetto Pon Gov Cronicità, realizzato dal Ministero della Salute con il coordinamento tecnico-scientifico di Agenas, come ricordato dal Direttore Generale Programmazione Sanitaria del ministero della Salute, Stefano Lorusso in una intervista a Quotidiano Sanità, può essere considerato come il volano della riorganizzazione dettata dal PNRR e dal DM77 attraverso la raccolta, la valorizzazione e la disseminazione delle migliori esperienze, già poste in essere sui territori, quali possibili fonti di ispirazione e modelli di riferimento concreti per il ridisegno di servizi assistenziali in altri territori o in altri contesti In questo ambito, le diverse attività avviate con il progetto PON GOV Cronicità hanno posto grande attenzione al rafforzamento della rete delle cure intermedie e quindi dell’assistenza sanitaria intermedia.
Per cure intermedie si intendono tutti quei servizi di raccordo tra le cure primarie e le cure ospedaliere pensati per il paziente che non è più in fase acuta di malattia, ma che non è ancora in grado di rientrare in sicurezza al proprio domicilio. Servizi, questi, erogati presso strutture extra-ospedaliere territoriali. Riorganizzare la rete delle cure intermedie, che oggi tra gli obiettivi da realizzare con il Pnrr, implica un coordinamento non solo della rete territoriale, ma un approccio globale che coinvolge tutto il servizio sanitario regionale, oltre che un rapporto con i territori, a partire dal coinvolgimento dei comuni.
Già nei mesi scorsi, il Project manager del Pon Gov Cronicità, dott. Francesco Enrichens di Agenas , in un podcast di Sanità Informazione faceva proprio riferimento alle azioni necessarie per l’attuazione delle azioni previste dal PNRR entro il 2026. Con circa un miliardo di euro a disposizione, ricordava Enrichens, “le Regioni dovranno implementare 381 Ospedali di Comunità, dove il modulo minimo sarà dotato di circa 15/20 posti letto. In sostanza si tratta dell'implementazione di circa 8.000 letti su scala nazionale”. Ma non parliamo solo di interventi a carattere strettamente edilizio, parliamo anche di personale. Per quanto riguarda ad esempio gli Ospedali di Comunità, il piano prevede la presenza del medico almeno per 4,5 ore al giorno sei giorni su sette e le figure professionali che popoleranno le strutture saranno “sette-nove infermieri, quattro-sei operatori socio sanitari, uno-due unità di altro personale con funzioni riabilitative”.
In questo contesto, si inseriscono anche le cure domiciliari. Il PNRR prevede un potenziamento di queste ultime per garantire la presa in carico del 10% della popolazione over 65 entro il 2026. Il coordinamento dei servizi delle cure domiciliari e intermedie è garantito dell’implementazione delle Centrali Operative Territoriali (COT), una ogni 100.000 abitanti, supportate dalle nuove tecnologie e dai nuovi servizi di telemedicina e telemonitoraggio per i pazienti cronici. Spetta ad Agenas quale, tramite del Ministero della Salute, l’attuazione degli interventi legati alla Missione Salute 6 (M6) - Componente 1 (C1). Il legislatore ha affidato ad Agenas il ruolo di Agenzia Nazionale per la Sanità Digitale al fine di garantire l’omogeneità a livello nazionale e l’efficienza nell’attuazione delle politiche di prevenzione e nell’erogazione dei servizi sanitari, ivi inclusi quelli di telemedicina, assicurando così il potenziamento della digitalizzazione dei servizi e dei processi in sanità.
Alcuni esempi virtuosi esistono, e sono stati raccolti nella prima fase del Progetto Pon Gov Cronicità e resi consultabili anche nel Manuale operativo del progetto LOGICHE E STRUMENTI GESTIONALI E DIGITALI PER LA PRESA IN CARICO DELLA CRONICITA’ - Manuale operativo e buone pratiche per ispirare e supportare l’implementazione del PNRR.
La riorganizzazione rete delle cure intermedie, implica, infatti azioni per colmare il gap tecnologico esistente, oltre che attenzione ai servizi dedicati alle fragilità maggiori e sforzo per la definizione dei fabbisogni sulla base della stratificazione dei cittadini. Questi sono alcuni dei punti cardine delle azioni messe a terra dal PON GOV Cronicità: l’obiettivo è implementare al massimo la flessibilità delle cure, per promuovere realizzazioni globali, attraverso un cambiamento culturale e organizzativo su tutto il territorio.