Distretti “forti”, capaci di rispondere alla necessità di assistenza da parte della popolazione. Percorsi di formazione specifica per Direttori di Distretto per creare un elenco regionale o nazionale di dirigenti. E ancora, indicazioni sul criterio di nomina dei Direttori di Distretto.
Sono questi alcuni dei punti cardine per realizzare Distretti omogenei sul territorio nazionale e arrivare così alla riforma dell’assistenza territoriale, contenuti nel Position statement approvato dal consiglio nazionale della Società scientifica CARD (Confederazione delle Associazioni Regionali dei Distretti) punto di riferimento e di incontro di centinaia di operatori di tutte le professioni dei Distretti sanitari e sociosanitari.
Secondo l’ultimo censimento del Ministero della Salute, in Italia sono presenti 552 Distretti che presentano una grande eterogeneità per ruoli, mandati, funzioni, obiettivi, opportunità di azione e per dotazione di risorse e poteri. Ciò, ricorda una nota della CARD, contribuisce in modo terminante a rendere non uniformi le prestazioni offerte dalle Regioni e spesso anche nella stessa Regione. “Il Pnrr e il DM 77 – sottolinea CARD – produrranno un importante effetto nel potenziamento degli attuali servizi e nella realizzazione di una rete di strutture che cambieranno il volto della sanità territoriale. Questa prospettiva di rinnovamento ha bisogno di una forte rete omogenea di Distretti.
La CARD in sede di Consiglio Nazionale ha affrontato e approfondito questi temi considerando non più rinviabili alcune decisioni che riguardano il Distretto, indispensabili per la realizzazione della rete di servizi che si sta realizzando.
Ma vediamo i punti salienti del position statement della CARD:
▪ La costituzione di Distretti “forti”, capaci di rispondere alla necessità di assistenza da parte della popolazione e che agiscono in un quadro complesso di responsabilità di obiettivi, gestione, organizzazione, tale da indurre a considerare indispensabile la sua definizione nell’Atto Aziendale quale macrostruttura ad alta complessità, al pari quantomeno di un dipartimento;
▪ La realizzazione di percorsi di formazione specifica per Direttori di Distretto, con l’obiettivo di creare un elenco regionale o nazionale di dirigenti specificamente formati per il ruolo di Direttore di Distretto;
▪ Il criterio di nomina dei Direttori di Distretto dovrà avvenire nell’ambito dell’elenco nazionale o regionale, secondo le procedure concorsuali proprie per il ruolo dirigenziale “apicale”, evitando così incarichi fiduciari, superando le diffuse logiche collegate alla temporaneità e al condizionamento dello spoil system.
La CARD considera questi aspetti determinanti per realizzare Distretti che siano omogenei sul territorio nazionale e possano così realizzare la necessaria riforma volta a potenziare l’assistenza territoriale. “I Distretti devono possedere caratteristiche di autonomia gestionale, per poter funzionare concretamente come strutture di prossimità riconoscibili nel territorio quale prima articolazione della Sanità pubblica e primo riferimento delle Comunità, nel cui ambito territoriale esse vivono e da cui ricevono identità. Il Distretto diviene in questo modo Distretto della comunità, componente costruttiva di un sistema di welfare generativo ed emancipativo, dove la Casa della Comunità, l’Ospedale di Comunità, la COT, l’Infermiere di famiglia e di Comunità ed ogni professionista territoriale ne rappresentano i punti centrali tra loro raccordati”.