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Legge Basaglia. Cgil e Fp Cgil: “Una riforma da rilanciare”


"Non servono nuove Rems per i ‘folli rei', occorre invece evitare pregiudizi che alimentano stigma e negano dignità garantendo in ogni caso il diritto alla salute e alle cure necessarie. Occorre soprattutto potenziare i Dipartimenti di Salute Mentale e i servizi sociosanitari, incrementarne le dotazioni organiche, garantire progetti personalizzati, ma soprattutto evitare che troppe se non tutte le responsabilità si scarichino sul personale sanitario”.

11 MAG -

“È prioritario restituire ai servizi pubblici della salute mentale il ruolo di baluardo del diritto alla salute in un’azione più generale di rilancio del Servizio Sanitario Nazionale. Di fronte alla tragica vicenda della morte di Barbara Capovani, psichiatra aggredita e uccisa nel lavoro a Pisa, per cui abbiamo già espresso il nostro dolore, la retorica delle dichiarazioni deve lasciare il posto a interventi concreti, con finanziamenti e assunzioni, per garantire sicurezza agli operatori e alle operatrici e forza al Ssn”.

È quanto dichiarano la segretaria confederale della Cgil nazionale Daniela Barbaresi e la segretaria generale della Fp Cgil Serena Sorrentino, in una nota congiunta, a due giorni dal quarantacinquesimo anniversario dell’approvazione della legge Basaglia, varata il 13 maggio del 1978.

“Questa ennesima aggressione – sostengono le dirigenti sindacali – conferma quanto non sia più rinviabile l’adozione di precise misure per prevenire gli atti di violenza contro gli operatori del Ssn: un’urgenza che abbiamo sostenuto da tempo, lanciando la campagna ‘STOP alle aggressioni al personale sanitario’. È proprio la condizione in cui sono costretti a lavorare, troppo spesso caricati di enormi responsabilità ma senza adeguate risorse e sostegni, a creare situazioni insicure e indebolire la qualità dei servizi. Anche così – sottolineano – cresce il rischio di affidare alla psichiatria il vecchio mandato custodiale”.


“L’abolizione dei manicomi, grande conquista sociale e civile sancita con la legge 180 nel 1978, è stata accompagnata nello stesso anno – ricordano Barbaresi e Sorrentino – dalla grande riforma sanitaria, la legge 833, con lo scopo di creare l’alternativa alla non vita manicomiale con servizi socio sanitari di prossimità, interventi per i diritti sociali e civili, per il lavoro, per l’abitare indipendente, per tutelare la salute e le cure alle persone con sofferenza mentale nei contesti della vita quotidiana, e mai più in strutture speciali e coatte. Una sfida che sembrava impossibile, e che pure ha visto, grazie all’impegno di migliaia di lavoratrici e di lavoratori, tanti successi in esperienze diffuse. Ma l’attuazione della legge 180 – si legge ancora nella nota – ha conosciuto anche ostacoli, battute d’arresto, persone e familiari si sono sentiti spesso abbandonati: difficoltà sempre più aggravate dai tagli alla sanità e ai servizi sociali pubblici”.

“Tuttavia, non possiamo e non vogliamo rassegnarci, occorre reagire. Per questo – continuano – come Cgil e Fp Cgil riteniamo, con forza e lucidità, respingere il ritorno della logica manicomiale e completare la riforma che ha chiuso pochi anni fa gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Intendiamo continuare il nostro impegno nel quarantacinquesimo anniversario dell’approvazione della Riforma Basaglia, perciò sosteniamo la mobilitazione lanciata dal Coordinamento nazionale ‘Salute Mentale per tutti: Riprendiamoci i diritti’”.

Per Barbaresi e Sorrentino “non servono nuove Rems per i ‘folli rei', occorre invece evitare pregiudizi che alimentano stigma e negano dignità garantendo in ogni caso il diritto alla salute e alle cure necessarie. Occorre soprattutto potenziare i Dipartimenti di Salute Mentale e i servizi sociosanitari, incrementarne le dotazioni organiche, garantire progetti personalizzati, ma soprattutto – aggiungono in conclusione – evitare che troppe se non tutte le responsabilità si scarichino sul personale sanitario”.



11 maggio 2023
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