“Tutta Italia ieri si è unita al dolore della famiglia e dei colleghi di Barbara Capovani, la psichiatra di Pisa aggredita e uccisa da un suo paziente. Lo ha fatto in modo silenzioso e simbolico, affidando il proprio messaggio alla fiamma di una fiaccola. Lo ha fatto con un messaggio di profondo cordoglio che si è unito a una dichiarazione pacata ma ferma in difesa del Servizio Sanitario Pubblico, del diritto alla Salute e di tutto il personale che opera assiduamente per garantirlo, nelle corsie, nei pronto soccorso, negli studi medici, nelle sale operatorie”.
Così Benedetto Magliozzi, segretario generale nazionale di Cisl Medici.
“Pisa, prima di tutto, la città in cui la dottoressa viveva e lavorava, e poi Roma, Genova, Bolzano, Palermo. Le fiaccolate hanno rischiarato le strade di tante città, quasi cercando simbolicamente di opporsi al buio che la vicenda ha lasciato nei cuori di chi la conosceva, ma anche di chi si è sentito accomunato a lei da una professione che troppo spesso sta mettendo a rischio l’incolumità di chi, con dedizione e coraggio, lavora in trincea. Bisognerebbe sempre lavorare in sicurezza, a maggior ragione quando si lavora con le vite umane. Negli ultimi anni non è più così. E’ questo il buio che tanti medici hanno percepito in questi giorni nel cuore, è questa l’oscurità che hanno cercato di combattere accendendo una fiaccola e stringendola forte camminando per le vie della propria città. Fiaccole, ma anche luci accese nei reparti per contrastare quelle tenebre. E poi striscioni listati a lutto per stringersi intorno alla famiglia ma anche per testimoniare la vicinanza a tutti quei colleghi vittime di ogni forma di aggressione, verbale e fisica, che hanno preceduto Barbara e per opporsi a una situazione non più tollerabile. E poi anche una borsa di studio per giovani medici intitolata alla memoria della psichiatra, anche questo forte simbolo di illuminazione, illuminazione delle menti oltre che dei cuori” ha concluso Magliozzi