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Aggressioni in sanità. Quici (Cimo-Fesmed): “Prevedere posto di polizia in tutti i Pronto soccorso, non solo in città”


Il sindacato dei medici plaude all’iniziativa annunciata dal Ministro Piantedosi, ma va tutelato chi lavora in provincia. Al via   un’indagine conoscitiva per sapere quante Aziende applicano la Raccomandazione n.8 del ministero della Salute, adottata nel 2007 per prevenire gli episodi di violenza: “Iniziative e programmi che spesso vengono ignorati”

16 GEN -

“Qualcosa si sta finalmente muovendo per tutelare maggiormente il personale sanitario dalle aggressioni che si verificano sempre più di frequente negli ospedali”.

Così Guido Quici, Presidente del sindacato dei medici Federazione Cimo-Fesmed (cui aderiscono le sigle Anpo, Ascoti, Cimo, Cimop e Fesmed), commenta l’iniziativa annunciata dal Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che istituirà presidi di polizia nei principali ospedali delle grandi città.

“Tuttavia – aggiunge Quici – il posto di polizia andrebbe previsto nei Pronto soccorso di tutta Italia, e non solo in città, poiché anche chi lavora in provincia e nei piccoli paesi va tutelato. E in ogni caso tutte le Aziende dovrebbero rispettare quanto previsto dalla Raccomandazione n. 8 del Ministero della Salute, adottata nel 2007 per prevenire gli episodi di violenza. Iniziative e programmi che, tuttavia, spesso vengono ignorati. Per questo – conclude il sindacalista –nei prossimi giorni la Federazione Cimo-Fesmed avvierà un’indagine in tutta Italia per sapere quante aziende applicano realmente la Raccomandazione”.



16 gennaio 2023
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