Certificazioni on line: “La data indicata da Brunetta è un auspicio”
Questo il commento di Guido Marinoni (Fnomceo) alle dichiarazioni del ministro.
E secondo la Fimmg adeguarsi a questo sistema costerà ai medici 60 milioni di euro.
04 AGO - Si continua a discutere di certificazione on line, anche se ormai, stabilito il prolungamento del periodo di collaudo, le novità sono comunque rimandate a settembre quando ci sarà un nuovo incontro del tavolo composto da rappresentanti dei tre ministeri coinvolti, Funzione Pubblica, Salute e Lavoro, e del mondo medico, ovvero la Fnomceo e i maggiori sindacati ospedalieri e del territorio.
“Consideriamo la data indicata dal ministro Brunetta come un auspicio”, commenta Guido Marinoni, rappresentante della Fnomceo negli incontri dei mesi scorsi, che non nasconde però le difficoltà di portare a regime in così breve tempo un sistema complesso sul quale, in alcune Regioni, si lavora da anni.
In Lombardia, ad esempio, si sono investiti in questi anni circa 30 milioni di euro per sviluppare la rete informatica dei medici di famiglia, sostenendo economicamente i costi della connettività e incrementando la quota capitaria di 3 euro a paziente per l’insieme del flusso informativo telematico richiesto ai medici, a cominciare dalla trasmissione delle ricette. E, secondo la Fimmg, solo per adeguarsi alla certificazione on line i medici di famiglia si troveranno a spendere almeno 60 milioni di euro, tra costi di connettività e personale da dedicare a questa attività.
Anche perché il rischio è altrimenti, una riduzione del tempo dedicato dai medici all’assistenza.
“Non è un problema di incentivi economici ai medici – dichiara il segretario nazionale della Fimmg, Giacomo Milillo – ma di investimenti che consentano al sistema una efficienza tale da garantire che l’auspicato risparmio economico non avvenga a discapito del tempo dedicato all’assistenza, con danni sull’efficienza facilmente prevedibili anche se non contabilizzabili facilmente”.
“Il patrimonio di informatizzazione esistente in medicina generale (hard ware, software e competenze) è stato costruito negli anni dalla categoria ed è a disposizione del Paese” afferma ancora Milillo, aggiungendo però che “non basta il possesso di un pc, del pin o della carta operatore per riuscire a inviare i certificati. Molte Regioni non hanno ancora messo a disposizione la connettività necessaria per collegare a internet gli studi dei medici di famiglia e le postazioni di guardia medica. La soluzione del call center (il numero telefonico che il medico deve chiamare per trasmettere i dati della certificazione qualora la trasmissione via internet non sia possibile) può certamente essere utile e necessaria per risolvere criticità particolari, ma – conclude Milillo – non si può affidare a tale sistema la parte più significativa delle certificazioni. È necessario un intervento di Governo e Regioni coordinato, finalizzato, progressivamente migliorabile in maniera verificata affinché le postazioni dei medici possano dialogare in modo efficiente con i server centrali o locali. Questo era e deve essere il ‘collaudo’, il cui logico termine è l’efficienza richiesta e non una data qualsiasi”.
E.A.
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