L’anatomia patologica italiana sta diventato sempre più digitale ma alla base c’è ancora il prezioso lavoro “manuale” dei tecnici dei laboratori biomedici. I vetrini sono allestiti manualmente senza poter ricorrere all’ausilio di apposite apparecchiature come avviene per altre analisi. Una figura professionale ancora misconosciuta e che necessita di essere maggiormente valorizzata all’interno del sistema sanitario nazionale.
È quanto emerge dalla prima giornata del XXIX Congresso Nazionale in Tecniche di Laboratorio Biomedico dell’AITIC Associazione Italiana Tecnici di Laboratorio biomedico che vede riuniti a Riccione, fino al 10 novembre, circa 200 specialisti provenienti da tutta Italia.
“Il nostro obiettivo primario è l’allestimento dei vetrini di istologia e citologia che vengono poi consegnati agli anatomo-patologi per le diagnosi - sottolinea Fulvia Colonna, Presidente Nazionale dell’AITIC -. Dobbiamo fornire agli specialisti un preparato eccellente per poter così dare un riscontro più preciso possibile al paziente. Ogni singolo vetrino deve essere standardizzato e rispettare alcuni parametri prestabiliti soprattutto adesso che viaggiamo verso la ‘digital pathology’ e all’intelligenza artificiale. Questo sta avvenendo soprattutto in oncologia dove è sempre più frequente il ricorso alle target therapy e la medicina di precisione. Si può arrivare alle cure personalizzate solo tramite un’accurata diagnosi istologica e quindi anche attraverso il nostro lavoro”.
Al congresso di Riccione si festeggiano inoltre i 20 anni di attività dell’AITIC. “E’ un traguardo importante per un’Associazione che negli anni è cresciuta occupandosi, in primis, della formazione e dell’aggiornamento dei colleghi che operano nei laboratori di anatomia patologica – prosegue la Presidente Colonna – rappresentiamo oltre 4.000 professionisti e siamo oggi un’ATS, Associazione Tecnico-Scientifica riconosciuta dal Ministero della Salute. Il nostro ruolo è diventato ancor più centrale nella realizzazione di raccomandazioni, position statement tecnico-metodologici e nell’indirizzo di attività e competenze professionali. Bisogna ricordare che non esistono, per noi tecnici, delle linee guida accreditate a livello nazionale come, per esempio, quelle valide per gli oncologi dell’Aiom o gli anatomo-patologi della Siapec. Con i documenti che prepariamo cerchiamo di fornire indicazioni comuni e condivise a tutti colleghi”.
“In questi ultimi 20 anni abbiamo cercato di dare un nostro contributo al miglioramento della salute del cittadino – spiega – ma come le terapie oncologiche stanno diventando sempre più mirate lo deve essere anche la nostra preparazione e formazione. Nella complessa evoluzione tecnologica dell’anatomia patologica ci vengono richieste competenze specifiche per le recenti attività da svolgere, diverse dalle di attività di routine.