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I sindacati in piazza a Roma chiedono al Governo più risorse per la sanità: “Senza nuovi fondi in Legge Bilancio non staremo zitti”


Erano circa 3mila oggi a Roma i lavoratori dei sindacati Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Fials e Nursind. Da Piazza del Popolo il forte grido per riportare le vere criticità della sanità in cima alle priorità del Governo che per le organizzazioni “parla di mascherine e di statistiche settimanali e non c'è una parola sul lavoro, sui contratti, sul rinnovo del contratto della dirigenza”.

29 OTT -

“Sanità, se non la curi non ti cura!”. Questo lo slogan della manifestazione organizzata oggi da Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Fials e Nursind e svoltasi a Piazza del Popolo a Roma cui hanno partecipato circa 3mila lavoratori. Lungo l’elenco delle criticità evidenziate negli interventi di delegati e segretari dei sindacati. Ma il fil rouge che ha tenuto banco è il rischio di una nuova stagione di definanziamento della sanità che potrebbe aggravare le già croniche difficoltà del Ssn a partire dalla carenza di personale.

Le professioni sanitarie “hanno pagato un prezzo altissimo per il Covid, che continuiamo a pagare con le date condizioni di lavoro. Non vogliono essere eroi ma rispettati nella dignità professionale. Non staremo zitti se nella legge di bilancio non ci saranno risorse per assunzioni, finanziamento della sanità e per i contratti”. Ha affermato Serena Sorrentino, segretario genarle della Fp Cgil, in occasione della manifestazione a favore della sanità pubblica `Sanità, se non la curi non ti cura!´.

Fondamentale, ha affermato Sorrentino, “il riconoscimento della professionalità e del rispetto delle condizioni di lavoro, temi che questo governo non ha al momento affrontato: Il governo parla di mascherine e di statistiche settimanali e non c'è una parola sul lavoro, sui contratti, sul rinnovo del contratto della dirigenza. Non una parola sul bisogno di cambiare il rapporto tra pubblico e privato: basta esternalizzazioni. Così come manca ancora, dopo tre anni di emergenza Covid, un contratto per le lavoratrici e i lavoratori che operano nelle Rsa e che sono un pezzo fondamentale per l'integrazione socio sanitaria”. In tutto questo, rileva, “il rischio che si paventa è che il Pnrr diventi occasione di profitto per i privati coi soldi pubblici”. Inoltre, aggiunge, “ci saremmo aspettati che il governo dicesse che la priorità del Servizio sanitario nazionale e di quello socio sanitario nazionale è il lavoro. Tema che passa dalla cancellazione del numero chiuso al superamento dei tetti di spesa alle assunzioni, rivedendo il modello di aziendalizzazione e di regionalismo differenziato, intraprendendo la strada di più universalità”.

“Insieme - conclude la sindacalista - cambieremo la legge di stabilità e invertiremo la tendenza. La nostra missione riguarda la qualità del benessere delle persone e ce ne prendiamo cura”.

“Dobbiamo cambiare radicalmente il sistema sanitario, socio-sanitario e socio-assistenziale pubblico e privato nel nostro Paese per rispondere ai bisogni di salute dei cittadini”. Ha detto il Segretario Generale della Cisl FP, Maurizio Petriccioli, a margine della mobilitazione.

“Oltre 7000 decessi tra gli operatori durante l’emergenza covid e un’emorragia continua di persone in fuga dalle corsie, costretti a scegliere tra la propria salute e il proprio lavoro. Questa è la realtà drammatica della sanità italiana che abbiamo voluto testimoniare oggi in piazza”, prosegue.

“Sfruttando le opportunità del PNRR, che ridisegneranno una nuova rete di servizi alla persona, dobbiamo cogliere questa opportunità, rilanciando una grande vertenza per il superamento del precariato, per un piano assunzionale che porti in servizio non meno di 100.000 addetti tra professionisti, tecnici, oss e amministrativi in tutte le regioni d’Italia, così come dobbiamo cogliere la sfida di una vera sanità di territorio e comunità per colmare i divari nord-sud e centro-periferia che negano diritti di cura e assistenza alle persone”, specifica.

“Congiuntamente a questo obiettivo – conclude il Segretario Maurizio Petriccioli – abbiamo bisogno che chi fa impresa nei servizi di cura alla persona si assuma anche le relative responsabilità sociali: denunciamo infatti una frammentazione contrattuale gravissima che alimenta il dumping a danno dei lavoratori e ci sono professionisti, lavoratrici e lavoratori con il CCNL scaduti da oltre 14 anni. Mi riferisco, in primo luogo, alle donne e agli uomini del mondo delle RSA e delle Case di Cura. Una situazione per la quale chiederemo al Governo e al Ministro Schillaci di farsi parte in causa per rispondere alle giuste richieste dei lavoratori”.

“Mancano all’appello 70mila infermieri. Come si può anche solo pensare di costruire la sanità del futuro con questa ormai cronica carenza di personale? Le sfide che abbiamo di fronte, a cominciare dalle riforme del Pnrr, però, non consentono più di girarsi dall’altra parte. Anche perché senza questi professionisti il Ssn non ha gambe su cui camminare”. Lo ha detto il segretario nazionale del Nursind, Andrea Bottega, durante la manifestazione “Sanità, se non la curi non ti cura!”.

“E’ la ragione per cui ci aspettiamo un segnale concreto nella prossima Legge di Bilancio, pur consapevoli che i margini di manovra sono stretti per via delle poche risorse a disposizione. Bisognerà fare delle scelte – ha incalzato il segretario - e confidiamo che questo vulnus diventi una priorità delle nostre istituzioni e venga sanato al più presto”. Anche perché, è il ragionamento che fa Bottega, “solo così potremo sperare da un lato di interrompere la triste sequela di aggressioni ai danni, in primis, degli infermieri. E dall’altro di motivare i giovani ad avvicinarsi alla nostra professione che, sotto organico com’è, invece non crea appeal”.

Secondo Bottega, “con l’imminente firma definitiva del contratto di comparto qualche passo in avanti sul piano della valorizzazione degli infermieri potremo dire di averlo fatto, almeno sulla carta. Ma non basta. Gli stipendi tra i più bassi d’Europa, a fronte del carico di responsabilità e di un tipo di lavoro nei fatti usurante, seppure non riconosciuto come tale, infatti, continuano a non essere un bel biglietto da visita. Ecco perché - ha concluso - bisogna investire sugli infermieri e non perdere altro tempo. Di mezzo c’è l’assistenza e la cura che vanno garantite ai pazienti”.




29 ottobre 2022
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