A tutela degli operatori sanitari e dei lavoratori della filiera di produzione dei farmaci pericolosi sono richieste regole più stringenti. Per questo, lo scorso 9 marzo, il Parlamento e il Consiglio Europeo hanno adottato la direttiva 2022/431/UE, che modifica la direttiva 2004/37/EC sulla protezione dei lavoratori dai rischi derivanti dall’esposizione professionale ad agenti cancerogeni o mutageni, estendendo il campo di applicazione alle sostanze reprotossiche e menzionando espressamente per la prima volta i farmaci pericolosi.
Gli Stati Membri, entro il 5 aprile 2024, dovranno adottare disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per adeguarsi alle indicazioni contenute nella direttiva. “Ma la SIFO, già da tempo molto attiva sul fronte della protezione dall’esposizione ai farmaci pericolosi, ha precorso i tempi con la pubblicazione di importanti documenti dove vengono fornite indicazioni dettagliate per la tutela degli operatori sanitari che manipolano i farmaci pericolosi”.
È quanto emerso oggi in occasione dell’incontro dal titolo ‘La Direttiva 2022/431/UE, l’evidenza dei farmaci pericolosi per la salute degli operatori sanitari esposti, l’importanza dell’innovazione tecnologica ed il ruolo del farmacista ospedaliero’, che si è svolto nell’ambito del XLIII Congresso Nazionale SIFO, in corso a Bologna.
“Il nostro Paese ha sempre avuto grande attenzione sul tema della sicurezza dei lavoratori esposti a farmaci pericolosi – ha ricordato Francesca De Plato, già Referente Nazionale SIFO Area Rischio chimico e biologico e Responsabile Uosd Farmacia Ospedale ‘Santa Maria dello Splendore’ di Giulianova (Teramo) – ma adesso guardiamo avanti e lavoriamo alla creazione di una rete europea. La modifica della direttiva UE è sicuramente un importante passo in avanti. Adesso però è necessario, considerata la difficoltà da parte delle organizzazioni sanitarie di individuare liste complete di farmaci cui applicare le raccomandazioni più stringenti, lavorare alla stesura di documenti più operativi”.
La Commissione europea, intanto, ha stimato che ogni anno il 52% dei decessi per cancro sia riconducibile all’attività professionale, mentre, ormai da tempo, la letteratura scientifica internazionale ha dato evidenza di elevata tossicità e cancerogenicità dei farmaci caratterizzati da genotossicità e “qualche segnale di preoccupazione arriva anche da alcune categorie di farmaci non genotossiche”.
Nonostante le prescrizioni normative, inoltre, in Italia così come nel resto d’Europa, l’attuazione delle misure di prevenzione risulta essere “ancora disomogenea”.
Obiettivo dell’incontro Sifo, quindi, è stato illustrare ai partecipanti le novità introdotte con la Direttiva 2022/431/UE in relazione ai farmaci pericolosi (oncologici e non) e sottolineare gli aspetti di prevenzione e di protezione degli operatori professionalmente esposti. “Impulso all’ampio approfondimento sul tema è stato dato, nel 2019, dalla partecipazione della SIFO alla ‘Roundtable on the prevention of exposure to hazardous drugs in the healthcare sector in Europe’ tenutasi a Bruxelles e promossa dal Network Europeo di Biosicurezza (EBN), tra i primi promotori degli emendamenti normativi alla direttiva 2004/37/CE- ha ricordato infine De Plato- cui sono seguiti l’incontro presso il ministero della Salute italiano e la recente istituzione di un gruppo di esperti italiani”.