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Sanità privata. Faroni (Gruppo INI): “Non possono esistere medici di serie A e di serie B. Noi tra i primi a sottoscrivere il rinnovo del contratto”


Il Direttore Generale del Gruppo INI ribadisce l’importanza dell’impegno firmato lo scorso anno: “Un anno fa abbiamo intrapreso un percorso virtuoso e innovativo. Il medico è una figura sempre più centrale nelle nostre organizzazioni ed è necessario valorizzarne adeguatamente la professionalità”

21 APR -

Nei giorni in cui le posizioni tra le organizzazioni sindacali dei medici e i rappresentanti nazionali delle strutture private si fanno più distanti, accendendo il dibattito, Cristopher Faroni, Direttore Generale del Gruppo INI, fondato 75 anni fa dal Prof. Delfo Galileo Faroni, esprime la propria posizione sulla questione, raccontando l’esperienza del proprio gruppo.

“Abbiamo sottoscritto quasi un anno fa – dice Faroni – in tempi non sospetti, l’accordo per il rinnovo del contratto dei medici. Siamo convinti, oggi come allora, di aver intrapreso un percorso virtuoso, innovativo e nuovo rispetto al passato. Non possiamo scordarci oggi di quanto abbiamo attraversato negli ultimi due anni: una pandemia devastante, sotto tanti punti di vista, nella quale i medici hanno avuto un ruolo fondamentale, con tutti i rischi del caso, per mantenere attivi reparti e servizi. Questo ci ha fatto capire quanto i medici siano sempre più centrali nelle nostre organizzazioni e che è necessario, oltre che etico, valorizzarne adeguatamente la professionalità. Non esistono medici di serie A e di serie B”.

“A quasi un anno da quell’accordo – prosegue Faroni – non possiamo che confermare la validità del percorso intrapreso, pur rispettando le scelte di altri, nonostante i problemi e le congiunture che stiamo affrontando tutti: la lunga pandemia prima e ora le conseguenze della guerra in Ucraina con lievitazione dei costi energetici, lo stallo sull’adeguamento dei tariffari regionali delle prestazioni sanitarie”.

“Siamo convinti di questa scelta, apprezzata dai nostri professionisti  – conclude Faroni – e speriamo che altri operatori ci seguano in questo percorso. Una soluzione rapida di questa situazione è auspicabile, sia per gli operatori della sanità ma soprattutto per i pazienti, che rischiano ulteriori disagi”.



21 aprile 2022
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