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Ucraina. “Fate cessare i crimini di guerra”. Appello Fnomceo a Commissione Ue e Onu


“Come medici non possiamo tacere non possiamo rimanere indifferenti a questa deriva disumana con il suo inaccettabile carico di morte e distruzione” scrive il presidente Anelli che rinnova anche la disponibilità dei medici italiani a offrire aiuto sia nei territori colpiti sia nell’assistenza ai profughi

17 MAR - Un appello alla Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, per far cessare i crimini di guerra che si stanno compiendo in Ucraina e implementare la rete di assistenza sia sui territori coinvolti dalla guerra, sia nei Paesi dell’Unione europea, sollecitando la creazione di corridoi umanitari.
 
A formalizzarlo, oggi, il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli. Analoga istanza sarà inviata al Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres.
 
“La cronaca quotidiana della drammatica situazione in Ucraina – scrive Anelli – ci dà conto di un conflitto che ha spazzato via ogni minimo rispetto della vita umana e di quei principi etico-deontologici che costituiscono, tradizionalmente, le fondamenta della Professione medica che esercita in autonomia di giudizio, perseguendo la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica, il trattamento del dolore, il sollievo dalla sofferenza nel rispetto della dignità e libertà della persona”.
 
“Il richiamo al Giuramento Professionale del nostro Codice di Deontologia medica appare doveroso – continua – soprattutto se si prende atto della situazione, da considerare emblematica, in cui versa l’ospedale regionale di terapia intensiva di Mariupol occupato dalle truppe russe, con il personale e i pazienti presi in ostaggio e usati come scudi umani. In queste interminabili giornate di conflitto ci sono stati ospedali colpiti, bombardati, donne incinte, puerpere, bambini in fuga alla ricerca di un qualsivoglia riparo, per non essere feriti e uccisi. Terribili sono le testimonianze dei pazienti e dei medici presi in ostaggio”. I principi della Convenzione di Ginevra per la protezione delle persone civili in tempo di guerra, sottolinea Anelli, “si appellano alla solidarietà, alla tolleranza, al rispetto tra uomini”.
 
“Come medici non possiamo tacere – conclude – non possiamo rimanere indifferenti a questa deriva disumana con il suo inaccettabile carico di morte e distruzione”.
 
Anelli rinnova anche la disponibilità dei medici italiani a offrire aiuto sia nei territori colpiti sia nell’assistenza ai profughi. Disponibilità che è stata rinnovata, questa mattina, in un’intervista rilasciata alla trasmissione di Rai Radio Uno “Che giorno è”. Parlando dei rifugiati, ha ricordato come molti di loro siano affetti da malattie croniche, diabete, ipertensione, cardiopatie. “Si deve trovare un modo per inserirli nel sistema – ha rimarcato – e considerarli come i cittadini italiani”.

 

17 marzo 2022
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