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Medici di famiglia. Cisl medici: “Su dipendenza si rischia d’impantanarsi”


Il sindacato: “Avevamo inteso che le Regioni avessero a cuore l'indipendenza della nostra categoria e che le Regioni intendessero per la nostra “dipendenza” il dipendere, noi, dal gradimento dei nostri assistiti che ad oggi approvano a larga maggioranza il rapporto fiduciario con i loro medici”.

15 FEB - “In questo momento di forte spinta del Paese ad uscire dalla pandemia, ci risulta difficile comprendere il perché si sia sviluppato, in quest'ultime settimane, da parte di alcune Regioni, un ragionamento sulla “dipendenza” della medicina generale”. Lo afferma Nicola Paoli, Coordinatore Nazionale Cisl Medici per la Medicina Generale.
 
“Avevamo inteso che le Regioni – prosegue - , al pari delle OO.SS. avessero a cuore l'indipendenza della nostra categoria e che le Regioni intendessero per la nostra “dipendenza” il dipendere, noi, dal gradimento dei nostri assistiti che ad oggi approvano a larga maggioranza il rapporto fiduciario con i loro medici. Tra l’altro, più che “dipendenti”, i medici di medicina generale sono equiparati oggi ai dirigenti, potendo altresì dirigere infermieri, personale di studio, cooperative di servizi, distretti sanitari, Scuole di formazione, Cure Primarie, all'interno di strutture autonomamente organizzate e/o secondo ACN vigente”.
 
“Certamente, - continua Paoli -  se il Ministro Speranza, riscrivesse il D.L.vo 502/92, art.8 e succ.mod. ed int. per i nostri circa 65.000 medici, concedendoci la possibilità di avere tredicesima, quattordicesima, quindicesima, TFR di fine rapporto, ferie e malattie retribuite mensilmente, ci potremmo, come Cisl Medici, sedere al tavolo di trattativa e discutere di questo e della Specialistica universitaria pertinente alla nostra categoria. Non prima di spiegarci se l'ipotesi delle 38 ore settimanali tout court, nel pour parler, di questi giorni siano riferite alle 38 ore della specialistica ambulatoria interna senza le altre 22 ore settimanali di attuale lavoro dei nostri medici, a casa a fare ricette e certificazioni telematiche, unicum in Europa”.
“Non è ancora stato pubblicato, sulla Gazzetta Ufficiale, il triennio 2016-2018 e leggiamo invece che le Regioni sarebbero propense a “reclutare personale dipendente per garantire le attività di assistenza primaria da svolgere all'interno delle Case di comunità” qualora non si sbloccassero le trattative con le OOSS della medicina generale? Ma di che trattative parlano che stiamo ancora attendendo che venga pubblicato il nostro ACN di gennaio e le Regioni non si sono ancora messe d'accordo, loro, su come delineare l'atto di indirizzo per noi?”
“Peccato. - Prosegue il Dott. Paoli - Rischiamo di impantanarci, in previsione dei sette miliardi del Pnrr di maggio, in un'altra diatriba inutile come quella a cui assistemmo, in appendice alla Legge Balduzzi, in Sisac, sulla dicotomia tra subordinazione e parasubordinazione del medico di medicina generale; oppure a quella, alcuni anni più tardi su analogie della 165 e non solo”.
Come Cisl Medici di medicina generale “avremmo desiderato di non essere accusati di rallentare trattative che nessuno ha ancora avviato con noi in Sisac”.
Conclude Paoli: “Al contrario di poterci sedere a discutere delle quote economiche spettanti dal Pnrr alla nostra categoria, compresi i 50 milioni tutt'ora mancanti per i certificati INAIL, ed in relazione alla montagna di incombenze burocratiche, e non solo, che ci hanno tormentato in questi ultimi due anni di pandemia “ope legis e senza discussione”.

15 febbraio 2022
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