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Allergie al latte. Molte non sono reali. Ecco il decalogo per i genitori


09 MAG - Negli ultimi anni sono aumentate le diagnosi di allergie e intolleranze al latte e alle sue proteine. Ma non tutti i bambini lo sono veramente. Talvolta, infatti, a trarre in inganno bambini e genitori è una 'percezione' errata, ossia la sensazione che il latte influenzi negativamente lo stato di salute del bimbo, quando in realtà non è così. Tanto che in una indagine europea su 44mila soggetti intervistati, 5mila hanno affermato di essere 'allergici' al latte, l'11% del campione, mentre in generale da studi clinici trasversali si evince che la prevalenza è molto più bassa.
L'allergia 'reale' confermata da un test da carico orale positivo ha infatti una prevalenza tra lo 0,6 e il 2,5% nei bambini in età prescolare, dello 0,3% tra i 5 e i 16 anni di età e meno dello 0,5% negli adulti. Allo stesso modo, dai primi dati in corso di pubblicazione del progetto EuroPrevall (www.europrevall.org) della Commissione europea in collaborazione con oltre 60 partner, emerge una prevalenza dello 0,9% confermata da challenge alimentare orale su 10 coorti neonatali.
 
Per aiutare i genitori ad orientarsi, Alessandro Fiocchi, Consigliere SIP e responsabile del Dipartimento di Allergologia Pediatria dell’Ospedale Macedonio Melloni di Milano, ha presentato proprio nel corso del 68mo Congresso della Sip un decalogo per aiutare i genitori ad orientarsi.
 
Vero o falso?
1- L’allergia alle proteine del latte vaccino può influire sulla qualità di vita dei bambini
Vero.Se non ben controllata, l’allergia al latte influisce pesantemente su diversi aspetti della qualità di vita dei bambini. Tra gli altri, il loro rapporto col cibo, il rapporto coi compagni di scuola, l’autostima, la percezione del proprio corpo. Una dieta di eliminazione può essere difficile da seguire, ma una desensibilizzazione può portare ad effetti collaterali anche importanti.
2- L’allergia alle proteine del latte vaccino si estende necessariamente alle proteine del latte di altri animali
Falso.I bambini con APLV sono praticamente sempre allergici alle proteine del latte di capra e di pecora, ma possono non essere allergici alle proteine del latte di equini come la cavalla o l’asina e del latte di cammello. Tuttavia questi prodotti non possono essere usati nella loro alimentazione sostitutiva perché inadeguati dal punto di vista nutrizionale.
3- L’allergia alle proteine del latte vaccino può essere causa di asma
Vero, ma non frequente.Esistono casi in cui l’unico sintomo dell’APLV è l’asma, e quindi in bambini con asma persistente di causa oscura è opportuno valutare anche questa possibilità. Tuttavia di regola l’asma del bambino allergico al latte si manifesta accanto a sintomi gastrointestinali e cutanei.
4- Se un bambino ha anche asma, la sua allergia alle proteine del latte durerà di più
Vero.  I fattori prognostici negativi per durata della APLV comprendono: sintomi gravi, sintomi respiratori, alto valore di gE totali, alto grado di sensibilizzazione, co-sensibilizzazione ad altri alimenti, co-sensibilizzazione ad inalanti.
5- Di sicuro se si consentono piccole quantità di latte la sua allergia alle proteine del latte guarirà prima
Falso.Proposta come ipotesi “di scuola”, questa pratica non  è mai stata soggetta a verifica prospettica. Anzi, l’unico studio prospettico eseguito dimostra che l’esposizione al latte (per esempio l’uso di idrolisati di proteine latte come sostituto del latte vaccino) è associata con una maggior durata della condizione. Quindi è prudente  raccomandare ai bambini con APLV 'reale' una dieta rigorosa.
6- L’allergico alle proteine del latte non può mangiare la carne ovina, specialmente quella del vitello che succhia ancora il latte della mamma
Falso.La quota di bambini con APLV che è sensibile alla carne bovina (indifferentemente di manzo o di vitello) non supera il 20%. Questa fetta di bambini va cercata tra i più gravi. Poiché la loro sensibilità è legata alla sieroalbumnina bovina, che ad alte temperature per lungo  tempo è termolabile, anch’essi tuttavia possono tollerare di regola gli omogeneizzati
ed i liofilizzati di carne bovina.
7- Per diagnosticare l’allergia alle proteine del latte può bastare un prick test positivo
Falso.Quasi mai un prick positivo è sufficiente ad identificare un allergico al latte. Almeno la metà dei test positivi sono falsi risultati, ed impostare una dieta di eliminazione sul risultato di questo test significa togliere il latte ad almeno il doppio dei bambini che avrebbero bisogno di questa restrizione dietetica. 
8- Per escludere l’allergia alle proteine del latte può bastare un prick test negativo
Falso.Quasi mai un prick test negativo è sufficiente ad escludere un’allergia al latte. Sono parecchi i bambini che hanno una allergia al latte non IgEmediata, per i quali nemmeno un dosaggio negativo di IgE specifiche è in grado di escludere la condizione. Bisogna sempre fare un "test da carico" per escludere la condizione
9- Nella anafilassi, un prick test positivo basta per porre diagnosi di allergia al latte con quasi certezza
Vero.Se la reazione è stata recente ed anafilattica, e quindi non è opportuno fare un test da carico troppo rischioso, un prick test positivo identifica la condizione nel 95% dei casi. Per una ulteriore conferma è possibile eseguire  un dosaggio di IgE specifiche: se entrambi i risultati sono positivi, la diagnosi è certa al 98%.
10- Ai bambini entro i 24 mesi a cui sia diagnosticata una allergia al latte, va suggerito almeno un alimento sostituivo
Vero.In presenza di una diagnosi, va suggerito un latte sostitutivo. È un alimento troppo importante dal punto di vista nutrizionale e va quindi indicata  la formula più appropriata secondo le linee-guida.

09 maggio 2012
© Riproduzione riservata
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