“È utile sottolineare, che quando si parla di Sanità privata spesso si commette l’errore di confondere i medici con le proprietà! Le regole vengono dettate dagli imprenditori, spesso unilateralmente, senza possibilità di alcuna dialettica o confronto da parte dei medici attraverso la propria organizzazione sindacale. Ne è un esempio il mancato rinnovo del Contratto nazionale per i medici dipendenti di aziende profit (Aiop), tuttora bloccato al 2005. I medici rimangono tali sia che siano dipendenti di aziende pubbliche che private: hanno gli stessi obblighi, le stesse responsabilità e lo stesso codice deontologico. All’interno del SSN effettuano le stesse prestazioni”. È quanto affermato dal Segretario Nazionale CIMOP, Dott.ssa Carmela De Rango, in occasione della manifestazione sulla “Questione Medica” promossa dalla Fnomceo oggi a Roma.
“Voglio ricordare – ha detto - che durante l'emergenza pandemica, tutti i medici, pubblici e privati, sono stati chiamati al "fronte", e tutti, senza distinzione, hanno dato una straordinaria prova di efficienza e dedizione, pagando un prezzo molto alto in termini di malattie e purtroppo di perdita di vite umane. Nel nostro settore è presente un grande disagio dovuto alle condizioni di lavoro stressanti, alle aggressioni che registrano un trend in crescita nel post covid, ma anche e soprattutto per le precarie condizioni economiche con retribuzioni che si differenzia del 40/50% inferiore a quelle dei colleghi che operano nel SSN. Nel 2020 responsabilmente gli ospedali religiosi, tramite la loro associazione datoriale ARIS, hanno sottoscritto con Cimop il nuovo ccnl migliorando l’organizzazione del lavoro, con maggiore flessibilità e con una retribuzione aumentata del 25%. Gli ospedali profit in quota Aiop hanno ritenuto di tirarsi indietro. A tutto ciò si aggiunge la mancata parificazione dei titoli di carriera pubblico/privato”.
“E così – ha proseguito - , all’interno del SSN, ci troviamo difronte a medici di serie A (dipendenti del settore pubblico), di serie B (dipendenti delle aziende no profit associate Aris) e di serie C (dipendenti delle aziende profit associate Aiop). La situazione paradossale che si è venuta a creare nel nostro settore è che a parità di condizioni lavorative, e di settore di appartenenza (sanità privata accreditata SSN), la retribuzione dei lavoratori delle aziende sanitarie profit (ossia Aiop) è inferiore del 70% (se si considerano anche gli oneri riflessi) rispetto a quella dei medici delle aziende sanitarie no profit (associate ad Aris). Si verifica, peraltro, un evidente stato di scorretta concorrenza tra le aziende profit e quelle no profit, perché entrambe percepiscono i medesimi proventi dallo Stato, ma quelle profit conseguono un maggiore profitto perché pagano meno, molto meno, i propri medici. Come conseguenza di tutto ciò si registra una grande fuga di medici vs ospedali pubblici o pensionamenti anticipati”.
“La situazione sopra descritta – ha rimarcato - ha costretto Cimop a proclamare lo stato di agitazione con la previsione di due giornate di sciopero previste per il mese di maggio. Proprio in questo momento, presso il ministero del Lavoro, sono state convocate CIMOP e AIOP nel tentativo di evitare lo sciopero ma non ho molte speranze di successo. È importante salvaguardare il diritto di ogni medico ad uguale considerazione e trattamento all’interno del SSN, senza dimenticare il fatto che prima di tutto va salvaguardata la dignità, uguale per tutti, della professione medica.Non è più rinviabile è necessario intervenire anche con provvedimenti di natura legislativa ,e prevedere per il personale medico dipendente del privato accordi contrattuali omogenei all’interno del SSN, pubblico e privato, garantendo una adeguata dotazione qualitativa e quantitativa degli organici, un trattamento retributivo equiparato al settore pubblico, l’equiparazione dei titoli di carriera pubblico privato”.
“Anche i medici della Sanità privata sono investiti di un ruolo sociale importante e vogliamo essere parte integrante del SSN con regole uguali per tutti, pubblico e privato. Chiudo riportando una delle tante note che arrivano alla segreteria Cimop:” Pochi i medici superstiti che han voglia di sacrificarsi nei reparti di degenza, dove ci devi essere sempre, senza orario, senza Natale, Pasqua, sabato, domenica, notte o giorno …. Del resto per stare a rischiare la denuncia, il danno psichico del vivere certe situazioni x uno stipendio ridicolo…!”, ha concluso.